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Internet Addiction e Ipnosi

La dipendenza di internet non è un fatto recente, sebbene, solo nel 2013, nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) si parli di Internet Gaming Disorder, ovvero di un disturbo caratterizzato dall’eccessivo uso di videogiochi con componenti online.
La dipendenza da internet, in realtà, si manifesta anche  sotto altre forme: dalla pornografia online,  al gioco d’azzardo, sino allo shopping compulsivo.Oggi, infatti, il DSM-V parla di IAD, Internet Addiction Disorder (Disturbo della dipendenza da Internet).

Le persone che sperimentano tali disturbi “vivono” al pari di chi ha un’altra dipendenza, come quella da sostanze e soffrono di veri e propri sintomi di astinenza.

L’ipnosi viene utilizzata da tempo per il trattamento delle dipendenze, inoltre, agisce sulle capacità cognitive della persona, favorendo l’apprendimento. Ne consegue che essa trova spazio anche nelle nuove forme di dipendenza, soprattutto lì dove si riscontri una sproporzione in termini di utilizzo del mezzo informatico/tecnologico.

Per comprendere  bene tale disturbo, soprattutto in termini di utilizzo disfunzionale, si può fare riferimento ad una serie di sintomi:

1. necessità di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per trarne soddisfazione;

2. bisogno di navigare per periodi più lunghi di quelli pianificati trascurando gli impegni della vita reale.

Ciò che risulta complicato però è la fase della disconnessione. Quando la persona si trova a dover “spegnere” il tutto, sperimenta sovente ansia, depressione, agitazione psicomotoria, pensieri ossessivi. Si manifestano, inoltre, sintomi fisici quali emicrania, crampi, sudorazione eccessiva, tachicardia, …

L’ipnosi, nel caso dello IAD, agisce sul piano cognitivo, emotivo e comportamentale e come sempre su un piano psicosomatico.

 

Ipnosi e Studio

Può l’ipnosi migliorare la performance scolastica?

Può l’ipnosi influire strategicamente sulla memoria e la concentrazione?

Può l’ipnosi aumentare il processo creativo?

Già nel 2006 fu dimostrato (Columbia University) che l’ipnosi agisce profondamente sui processi cognitivi.  Sembra che in stato di ipnosi, alcuni stimoli appresi vengano assorbiti con maggior vividezza rispetto ad uno stato di veglia normale. Ciò influisce direttamente sulla memoria. Inoltre, durante lo stato ipnotico si verifica una maggior attivazione di aree cerebrali deputate alla concentrazione.

Ulteriori studi hanno dimostrato che in stato ipnotico la persona è in grado di migliorare l’elaborazione semantica e di accedere più facilmente al pensiero creativo. Ciò si verificherebbe anche con maggior “velocità e accuratezza nella risposta”.

L’ipnosi agisce migliorando la memoria, la concentrazione, la creatività, ma non solo. Favorisce un maggior controllo delle proprie risorse cognitive ed è sicuramente utile per migliorare la performance nello studio. Un ulteriore studio illuminante a questo proposito ha dimostrato che i voti di alcuni studenti che partecipavano a delle sedute di gruppo di ipnosi sono migliorati rispetto ai gruppi di controllo. Ciò fa emergere che l’ipnosi è un ottimo strumento anche in situazioni di gruppo.

L’ipnosi è un utile strumento anche per affrontare e gestire il problema complesso della procrastinazione, ovvero la tendenza a rimandare. Si calcola, infatti, che la procrastinazione accademica sia molto diffusa (70% circa). Essa, inoltre, è connessa ad altre problematiche dello studente, come la gestione del tempo e delle priorità e la distraibilità. (cfr articoli specifici sul sito)

Fame nervosa? Prova con l’Ipnosi

Durante alcune fasi dello sviluppo è probabile che possano insorgere delle problematiche legate all’alimentazione. Tra queste, sicuramente l’anoressia e la bulimia sono quelle più note e diffuse.
L’anoressia nervosa è caratterizzata  da un rifiuto persistente del cibo e dalla paura ossessiva di ingrassare .  La bulimia, invece, è un disturbo dell’alimentazione che presenta fasi caratterizzate dall’assunzione di grandi quantità di cibo seguite da fasi in cui vengono attuati diversi metodi (per esempio il vomito autoindotto), per riuscire a non acquisire peso.
Attraverso alcuni studi recenti, si è rilevata una significativa diminuzione del volume di materia grigia nelle pazienti affette da anoressia, specie nel lobo parietale (inferiore e superiore). Tale area sarebbe collegata  alla costruzione e alla modifica delle immagini mentali e soprattutto alla rappresentazione mentale del sé.

Utilizzare l’ipnosi con pazienti affetti da disturbi alimentari non è cosa semplice, soprattutto perchè tali pazienti presentano numerosi comportamenti di controllo. Ciò si registra soprattutto in caso di anoressia. Nel caso della bulimia, invece, differenti studi evidenziano la maggior efficacia dell’ipnosi. Il tipico stato di dissociazione durante alcuni attacchi di fame nervosa, infatti, può essere considerato simile a quello riscontrato durante un procedimento ipnotico.

Tra i disturbi alimentari, c’è anche il  Binge Eating Disorder, detto anche disturbo da alimentazione incontrollata, caratterizzato da mangiare rapidamente una grande quantità di cibo, anche in assenza di appetito o fame; sentirsi spiacevolmente pieni; mangiare in solitudine e sperimentare senso di colpa e vergogna. Il disturbo sembra essere connesso a rabbia, ansia, noia e frustrazione. Sebbene esistano pochissime evidenze scientifiche sulla validità dell’ipnosi e il BED, essa può essere strategica soprattutto per gestire i sentimenti di autosvalutazione della persona e per comprendere le ragioni delle abbuffate. In tal senso, l’ipnosi “lavora” molto non solo sul piano comportamentale, ma anche emozionale.

Oltre alle evidenze cliniche e ai disturbi brevemente descritti, l‘ipnosi viene utilizzata anche per gestire diete e piani alimentari, lì dove la persona “ricada” sempre e comunque in vecchie abitudini o non riesca a seguire la nuova alimentazione. Con l’ipnosi, infatti, si possono “smuovere”  volontà e  motivazione del cliente, oltre  a creare condizionamenti negativi nei confronti di alcuni cibi (es. cliente goloso di dolci che attraverso l’ipnosi, sperimenta una sensazione di sgradevolezza nei confronti degli stessi).

Come al solito, prima di procedere all’utilizzo dell’ipnosi nell’ambito della sfera alimentare, è opportuno procedere ad un’indagine approfondita su altre problematiche e situazioni cliniche eventuali che possano interferire con la situazione della persona.

Ipertrofia dell’Io e Leadership

Sulla leadership si è scritto tanto e si continua a farlo. Forse, sempre nello stesso modo! Una lettura diversamente profonda è quella che si legge in  Umberto Galimberti (Paesaggi dell’anima. Feltrinelli. pp. 138 e segg. Rif.to Prefazione di Gian Piero Quaglino, all’edizione italiana del libro di M.F.R. Kets de Vries, Leader, giullari e impostori. Sulla psicologia della leadership.) che si riporta in modo semi integrale per evitare che alcuni concetti chiave possano essere persi o distorti. Sicuramente, ci fornisce un’ottica non comune e una risonanza peculiare che mi auguro possa echeggiare in molti leader o ritenuti tali.

… “Per essere seria e non velleitaria, la ricerca del potere deve avere quel tanto di patologico che è tipico di tutte le funzioni compensatorie che risolvono fuori di noi i conflitti che non siamo riusciti a comporre dentro di noi … a ciò si accompagna uno smisurato bisogno di attenzione e di affetto non riscosso da bambino, che induce il leader a quella necessità coatta a comparire per riscuotere consenso, seguito e approvazione, nel tentativo di compensare quella scarsa stima di sé che ogni leader profondamente avverte e continuamente rimuove per poter sopravvivere …

Privo di un sé interiore, è costretto a cercare nel riconoscimento esterno il rimedio all’angoscia. Il sogno mortificato da piccolo diventa allora qualcosa da inseguire a tutti i costi da grande. Un sogno che diventa bi-sogno …

I leader di oggi però non si adornano di giullari, che un tempo servivano a non prendere decisioni insensate e non conoscono neanche l’autoironia, prendendosi troppo sul serio, confondendo l’ironia con l’umorismo in una spregiudicata ovvietà e banalità e in un chiassoso senso comune, anziché ricercare e percorrere il senso della vita.

… Costretto nel suo ruolo, il leader stenta a trovare le radici profonde del suo vero Io e quel posto lasciato vuoto viene ricoperto da un impostore, dalla sua apparente imperturbabilità, desolante impersonalità e assenza di un qualsiasi moto d’anima. Costretto com’è a compensare con la stima attestatagli dagli altri l’assoluta disistima di sé, e con la dipendenza cieca e assoluta dagli altri l’assoluta mancanza di indipendenza, il leader, al pari di un mendicante, è costretto  a vivere di carità pubblica … 

L’anima del leader è a brandelli e la scarsa identità lo rende adatto alle esigenze del mercato, così come la sua sottomissione alle regole di un’organizzazione … L’idealizzazione del potere lo rende propenso a sacrificare per intero i residui della propria personalità. Il leader allora affronta progressivamente un’incapacità empatica, una sorta di alessitimia, ritrovandosi nell’indifferenza, nella noia e nella frustrazione. Sanno, infatti, di essere amati per ciò che non sono … Ma è proprio la povertà della loro anima interiore che eviterà confusioni sulle decisione da prendere in quella esterna, poiché è l’unica cosa che interessa alle organizzazioni.

Subordinati di tutto il mondo, non abbiate paura dei vostri leader: non sono dio, sono meno di un uomo.”

 

Stress e Salute

In generale, lo stress, non viene considerato una malattia, ma può far insorgere disturbi psicofisici molto rilevanti. Inoltre, scoperte recenti, indicano che livelli elevati di stress possono causare anche la modificazione del DNA.

Possiamo distinguere le seguenti manifestazioni dello stress:

1. MANIFESTAZIONI FISIOLOGICHE: le reazioni di stress sono una preparazione alla lotta o alla fuga. Le reazioni fisiologiche tipiche diventano allora: aumento della pressione arteriosa, accelerazione della coagulazione sanguigna, tachicardia o aritmia, tensione muscolare con conseguenti algie a carico del collo, del capo e delle spalle, produzione eccessiva di succhi gastrici. Vengono interessati conseguentemente tutti gli organi e gli apparati.
2. MANIFESTAZIONI EMOTIVE: reazioni di ansia e depressione, senso di disperazione e impotenza. Lo stato temporaneo può diventare più profondo e prolungato e superare i limiti della norma, sfociando nella patologia.
3. MANIFESTAZIONI COGNITIVE: in condizioni di stress, molti lavoratori hanno difficoltà a concentrarsi, a ricordare e memorizzare, ad apprendere nuove cose, a essere creativi e a prendere decisioni. Anche in questo caso, superate certe soglie, le suddette reazioni possono comportare uno stato disfunzionale.


4. MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI: l’esposizione allo stress porta il lavoratore a comportamenti di “automedicamento” quali l’abuso di alcool e fumo. Altri lavoratori cercano conforto nel cibo, aumentando così il rischio di obesità e di conseguenti patologie cardiovascolari e diabete. Un’altra valvola di sfogo è l’abuso di sostanze psicoattive e il conseguente aumento del comportamento antisociale. Fra gli esiti clinici connessi allo stress sul lavoro, figurano (Unione Europea): le malattie cardiovascolari, il cancro, le affezioni respiratorie e le “cause esterne” (infortuni e suicidi). Esse determinano circa il 75% di tutti i decessi.

In Europa oltre il 34% delle donne e il 41% degli uomini di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono fumatori abituali. Uno dei motivi che inducono a iniziare a fumare o che impediscono di smettere di fumare è lo stress legato all’attività lavorativa.             L’elevata assunzione di alcol aumenta il rischio di carcinoma epatico primario e di tumori a carico del tratto digestivo superiore, oltre che di infortuni e comportamenti suicidari e antisociali. Anche in questo caso, lo stress sul lavoro è uno dei fattori che determinano il consumo elevato di alcolici. Circa il 63% dei giovani dell’Unione Europea ammette di essersi ubriacato almeno due volte. E’ lecito temere che essi ricorrano agli alcolici se e quando, nella loro vita, non riusciranno a trovare lavoro, oppure dovranno far fronte a situazioni di stress lavorativo.

Cardiopatia e Ictus.

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nei Paesi dell’Unione Europea. La combinazione di elevati livelli di impegno psicologico, la scarsa autonomia decisionale e il controllo, si traducono in uno stato di tensione che aumenta il rischio di morbilità o mortalità cardiovascolare.

La percentuale di malattie cardiovascolari dovute allo stress lavorativo e pari al 20% circa. Se il lavoro è particolarmente sedentario, la percentuale sale vertiginosamente sino al 50% circa. Riguardo all’ictus, le evidenze sperimentali sono meno univoche ma i fattori di rischio sono simili a quelli segnalati per la cardiopatia ischemica, il fumo, l’ipertensione, l’alimentazione inadeguata e il diabete.

Cancro.

Un terzo di tutti gli uomini e un quarto di tute le donne nell’UE si ammalano di cancro prima dei 75 anni. Un uomo su cinque e una donna su dieci muore di cancro prima di aver raggiunto tale età.

Lo stress lavorativo, in sé, non provoca probabilmente il cancro ma, può sostanzialmente contribuire a una serie di comportamenti da stress che aumentano il rischio di essere colpiti da tale malattia. I più importanti sono il fumo, la sovralimentazione e l’eccessivo consumo di grassi, la promiscuità.

Patologie osteomuscolari.

La combinazione di tensione muscolare e traumi multipli a carico di alcune parti dell’apparato locomotore possono determinare sintomi dolorosi ricorrenti che comportano una limitazione della funzionalità a carico degli arti superiori, del collo e del tratto lombale. Grande attenzione va data, quindi, all’ergonomia sul posto di lavoro.

Patologie gastroenteriche.

Lo stress lavorativo può comportare dispepsie non accompagnate da ulcere e sindromi del colon irritabile.

Disturbi d’ansia.

L’ansia è un comune segnale dello stress lavorativo. Tra i disturbi d’ansia figurano maggiormente il disturbo da stress acuto, caratterizzato da ansia e dissociazione e il disturbo post-traumatico che deriva da particolari eventi traumatici. Nel campo lavorativo basti pensare ad eventi quali incendi, rapine, infortuni gravi.

Disturbi depressivi.

Particolari condizioni e situazioni della vita lavorativa, in correlazione con eventi della sfera privata, che provocano una particolare lesione dell’autostima nel soggetto, possono generare una depressione clinica. I disturbi depressivi, diversamente intesi e classificati a seconda di specifici criteri, possono comportare, in associazione, altri disturbi cognitivi ed emotivi.

 

 

 

Mirco Turco - Ipnosi

IPNOSI: Guida Pratica

L’Ipnosi non è:

-Una forma di manipolazione mentale
-Uno stato di sonno profondo
-Una forma di persuasione
-Uno stato di completa impotenza

L’Ipnosi è:

-UNO STATO NATURALE
-UNA STRATEGIA PER MOBILITARE LE RISORSE INCONSCE
-UNA FORMA ELETTIVA DI COMUNICAZIONE

-La maggioranza delle persone può essere ipnotizzata.
-Indipendentemente dalle applicazioni, l’ipnosi è rigenerante.
-La persona non può rimanere “intrappolata” nello stato di ipnosi.
-La persona non perde coscienza.
Utilità e Applicazioni.
-La maggior parte dei disturbi psicosomatici  (Disturbi della pelle, Algie, Gastriti, …)
-Stress e Ansia
-Paure, panico, fobie
-Disturbi nella sfera alimentare
-Stati depressivi
-Comportamenti viziosi (fumo, alcool, iperfagia, diete, …)
-L’ipnosi si utilizza anche in ambito medico
Come funziona?
L’Ipnosi può essere indotta attraverso un progressivo stato di rilassamento. Solitamente, la persona è comodamente seduta su una poltrona. Può avvenire però anche in modo “dinamico”, in una posizione “ortostatica” (in piedi).
Durata:
La durata è variabile (da pochi minuti ad ore). OGNUNO DI NOI HA UNA SUA PERSONALE SUSCETTIBILITA’ IPNOTICA
Teorie di riferimento:
-Alterazione della coscienza (senso di irrealtà, percezioni strane, pesantezza e/o leggerezza, …)
-Teoria Socio-cognitiva (rapporto tra ruoli)
-Teoria della Relazione arcaica (modalità paterne-materne)
-Teoria Neurobiologica (modificazioni)
  • Ogni 90 m circa abbiamo un calo dell’attenzione e tendiamo a sviluppare dei fenomeni ipnotici spontanei … In quei momenti la mente divaga, fantastica, si “svuota” …
Segni esteriori:
1Sospensione della mobilità
2Movimenti riflessi
3Prevalenza di movimenti del lato non dominante del corpo
4Barcollamento
5Catalessia
6Riduzione tono muscolare
7Arrossamento tessuti
8Maggiore visibilità vene
9Contrazioni
10Cedimenti delle ginocchia
11Reclinamento della testa
12Atonia e inespressività del volto
13Impallidimento
14Attenuazione pieghe del volto
15Simmetria
16Broncio
17Decontrazione della mascella
18Schiudersi delle labbra
19Tremolii e tic alle labbra
20Assenza o attenuazione reazioni d’allarme
21Vibrazione palpebre
22Riduzione drastica deglutizione
Indici al risveglio:
-Disorientamento
-Difficoltà di equilibrio
-Passività
-Sonnolenza
-Confusione
-Alterazione senso del tempo
-Esperienze riferite alterazione coscienza
Facciamo chiarezza. Che cos’è quindi l’Ipnosi?
Lo stato ipnotico è una realtà neurofisiologica che non può essere ottenuta nè con l’immaginazione guidata nè tanto meno con la simulazione controllata. I dati raccolti derivano da osservazioni umane, strumentali indirette (EEG), e strumentali dirette (neuro- imaging, PET, risonanza magnetica, ecc.). L’ipnosi può essere considerato “uno stato” particolare, esclusivo e profondo di relazione. L’ipnosi è una forma elettiva di comunicazione e interazione e consente un più facile “accesso” all’inconscio della persona.
Cosa accade durante l’Ipnosi?
“In quei momenti le persone (…) tendono a fissare lo sguardo (…) possono chiudere gli occhi, immobilizzare il corpo, reprimere certi riflessi e sembrano momentaneamente dimentiche di tutto ciò che le circonda, sino a quando non abbiano completato la loro ricerca interiore” (M. Erickson)
Durante la fase induttiva si verifica un cambiamento dello stato di coscienza. Si riscontrano variazioni sull’elettroencefalogramma. Si ha un rallentamento ed una variazione di altre attività (respiro, pulsazioni cardiache, …). In generale, in base alla “profondità della trance”, si possono distinguere:
1. stati ipnoidi (pesantezza, rilassamento, chiusura delle palpebre);
2. trance leggera (catalessi);
3. trance media (amnesie, anestesie, …);
4. trance profonda (amnesia e anestesia completa, sonnambulismo, allucinazioni).
Fenomeni riscontrabili:
regressione o avanzamento di età; amnesia; analgesia; anestesia; comportamento automatico; dissociazione; catalessi; allucinazioni; ipermnesia; risposte ideomotorie e/o ideosensorie; distorsione del tempo; …
Eventuali difficoltà:
Le difficoltà che si possono riscontrare nell’applicare l’ipnosi possono essere svariate, ma sovente, sono legate al rapporto tra ipnotista e ipnotizzato. In genere, infatti, tutti siamo ipnotizzabili, pur se si registra una percentuale di soggetti resistenti. Altre difficoltà sono legate alla personalità del soggetto che si intende ipnotizzare e/o all’eventuale presenza di psicopatologie conclamate di tipo psicotico (pur se esistono ricerche sull’ipnosi applicata con soggetti schizofrenici).  L’alterazione dovuta a sostanze psicotrope è, inoltre, quasi sempre incompatibile con la tecnica ipnotica.
!!! In ogni caso, affidati sempre ad uno specialista del settore (Psicologo o Medico).

Paura dei Temporali? Prova con l’Ipnosi

La paura intensa dei temporali è una paura abbastanza diffusa, indipendentemente dall’età o dall’ambiente di provenienza.

Si parla di Ceraunofobia, paura dei fulmini e di Brontofobia, ovvero paura dei tuoni. Sovente, la persona è in preda ad un vero e proprio attacco di ansia, che sfocia in un vero panico, caratterizzato da tachicardia, sudorazione eccessiva, nausea, vomito, sino a tremori. Tale fobia, può essere sostanzialmente invalidante per la persona e quindi, non è da sottovalutare.

Nonostante possa essere un’esperienza comune soprattutto quando si è bambini, sovente, si manifesta anche in età adulta e crea, oltre all’evidente disagio, anche un vissuto di vergogna. È importante, quindi, fare chiarezza e dare opportuni suggerimenti per comprenderla, affrontarla e gestirla. Ancora una volta, l’ipnosi può essere uno strumento strategico, oltre ad altri approcci (terapia cognitivo-comportamentale ad esempio).

Un primo “approccio razionale” potrebbe già essere utile. Ovvero, sin da subito, suggerirei alla persona con tale fobia di informarsi maggiormente sulla natura dei temporali. Fare una vera e propria ricerca scientifica ha lo scopo è di appurare che, in realtà, è raro che un temporale possa essere particolarmente pericoloso per l’individuo.

Accade però, come nel resto delle fobie, che la razionalità aiuti relativamente! Cercare rassicurazione e supporto da qualcuno (un familiare, ad esempio) è una delle prime soluzioni più ricercate, ma potrebbe essere solo un “tamponamento” parziale del problema. È da considerare, inoltre, che la “paura per i rumori forti e improvvisi” è una delle paure più ancestrali!

Attraverso l’ipnosi si può “sciogliere” strategicamente tale fobia, eliminando, ad esempio, la causa scatenante e/o creando nuove associazioni e quindi condizionamenti.

Solitamente, l’approccio ipnotico è dunque pratico e pragmatico, ma parallelamente, (a seconda della persona) suggerisco anche “una riflessione” sugli aspetti simbolici e/o sulle immagini archetipiche, che potrebbero contenere verità interessanti, risuonanti e illuminanti …

Il tuono, ad esempio, ci rimanda ad una manifestazione degli dei più temuti (Thor, Zeus, Indra, Baal, …) e può essere considerato espressione di collera. Si narra, che Prajapati, il padre cosmico, istruì la sua discendenza servendosi di tre boati identici che dei, uomini e demoni interpretarono in maniera diversa in relazione alla loro natura. “Domandatevi” udirono gli dei indisciplinati; “Date” disse il tuono agli uomini avidi; “Siate compassionevoli” ordinò ai crudeli demoni.

Il tuono, nel Grande Libro dei Mutamenti (I Ching) rappresenta un grande shock fisico o psicologico, ma anche qualcosa che stimola la riflessione e l’introspezione. Il tuono evoca il solenne brontolio della psiche, un boato che risveglia la nostra attenzione, ma è anche sinonimo di liberazione e movimento. Talune volte, rappresenta, invece, una “involuzione” a livello psichico.

Tutto ciò che è “tuonante” trascende il normale rumore dell’esistenza e scuote la nostra memoria, proprio come gli zoccoli che rimbombano, i cannoni di guerra, gli applausi scoscianti …

Anche il fulmine ha la sua valenza simbolica e ancestrale. È qualcosa di rapido che colpisce, presagio di un “brutto tempo”, ma al contempo, può anche essere illuminazione, insight, idee nuove che balenano.

Lo sciamanesimo conosce “l’esperienza mistica del lampo” che mette in contatto con l’inconscio e apre le porte del regno psichico della chiaroveggenza. Il lampo è un avvertimento ed è la natura che si fa strada dentro di noi …

Un tale approccio, oltre ad essere notevolmente affascinante e persuasivo, diventa, in taluni casi, molto strategico. Sicuramente, attraverso l’ipnosi e il linguaggio ipnotico, si possono utilizzare anche metafore, parole, immagini e frasi che sottolineano proprio tale simbolismo, “scuotendo” l’inconscio della persona. Parallelamente, si agirà associando al temporale, nuovi rumori, melodie, suoni, luci ed altri stimoli rilassanti o tranquillizzanti …

 

Cfr. Il Libro dei Simboli. Riflessioni sulle immagini archetipiche. The Archive for research in achetypal symbolism. Taschen ed.

Certificare il Fattore Umano Mirco Turco

Enneatipi: evoluzione vs involuzione

Enneatipi e Livelli Evolutivi/Involutivi.

Continua il nostro viaggio nell’Enneagramma. Questa volta, vediamo cosa può portare l’evoluzione della nostra tipologia di appartenenza o, al contrario, una involuzione. Nella tabella seguente, vengono schematizzati i vari sottotipi per ogni Enneatipo a seconda del grado di “evoluzione” personale. Una persona evoluta si “ritroverà” quindi tra i sottotipi 1,2,3. Una persona mediamente evoluta tra i 4,5,6. Una persona che si è involuta, nei sottotipi 7,8,9. È ovvio che il nostro comportamento non è qualcosa di rigido. Dunque, sarà possibile oscillare, di tanto, in tanto, tra i diversi sottotipi. A titolo di esempio, se sono un enneatipo 2 e ho raggiunto un buon livello di evoluzione personale, mi comporterò come una persona altruista, premurosa e attenta. Se, invece, non mi sono evoluto sufficientemente o magari ho dei momenti di involuzione, sarò un manipolatore, oppure un dominatore che costringe gli altri, o ancora assumerò il comportamento di una vittima designata.

La tabella si presta a molte letture affascinanti e interessanti non soltanto sul piano personale, ma anche lavorativo, clinico e criminologico.

 

ENNEATIPO 1
Evoluzione

1: persona saggia e realista

2: persona ragionevole

3: persona di buoni principi

Evoluzione media

4: riformatore idealista

5: ordinato puntiglioso

6: perfezionista giudicante

Involuzione

7. l’intollerante

8. l’ipocrita esasperante

9. il vendicatore sentenzioso

ENNEATIPO 2
Evoluzione

1: altruista puro

2: premuroso

3: persona protettrice

Evoluzione media

4: confidente espansivo

5: persona possessiva

6: persona indaffarata

Involuzione

7. il manipolatore

8. il dominatore che costringe

9. il vittimista

ENNEATIPO 3
Evoluzione

1: persona autentica, vera

2: persona sicura di sé

3: persona illustre

Evoluzione media

4: scalatore sociale

5: cultore dell’immagine

6: vanitoso, narcisista

Involuzione

7. lo sfruttatore opportunista

8. il traditore perfido

9. il vendicativo psicopatico

ENNEATIPO 4
Evoluzione

1: creatore ispirato

2: persona intuitiva

3: tipo autorivelatore

Evoluzione media

4: immaginativo

5: introverso egoista

6: ammiratore vizioso

Involuzione

7. Il depresso che si aliena

8. Il tormentato

9. L’autodistruttivo

ENNEATIPO 5
Evoluzione

1: pioniere del sapere

2: persona percettiva

3: esperto competente

Evoluzione media

4: specialista analitico

5: teorico pensieroso

6: scettico esasperato

Involuzione

7. l’annullatore isolato

8. il paranoico

9. lo schizzato inconcludente

ENNEATIPO 6
Evoluzione

1: persona sicura di sé

2: persona leale

3: persona devota

Evoluzione media

4: fedele tradizionalista

5: persona contraddittoria

6: reattivo esasperato

Involuzione

7. l’insicuro

8. lo schizzato iperattivo

9. il pauroso autodifensivo

ENNEATIPO 7
Evoluzione

1: apprezzatore ammirato

2: persona entusiasta

3: iperattivo consumato

Evoluzione media

4: uomo di mondo

5: estroverso tuttofare

6: materialista senza moderazione

Involuzione

7. il fuggitivo impulsivo

8. il maniaco impostore

9. l’isterico terrorizzato

ENNEATIPO 8
Evoluzione

1: eroe dal grande animo

2: persona fiduciosa di sé

3: leader disponibile

Evoluzione media

4: avventuriero coraggioso

5: dominatore

6: avversario bellicoso

Involuzione

7. il tiranno spietato

8. il megalomane

9. il distruttore

ENNEATIPO 9
Evoluzione

1: persona padrona di sé

2: tipo ricettivo

3: pacificatore convinto

Evoluzione media

4: accomodante

5: osservatore passivo

6: fatalista arreso ai fatti

Involuzione

7. il tipo trascurato

8. il tipo dissociativo

9. il tipo abbandonato

 

I 9 Enneatipi al Lavoro

I 9 ENNEATIPI AL LAVORO

L’Enneagramma è anche un ottimo strumento per la Conoscenza e lo Sviluppo delle Risorse Umane. Può essere anche utilizzato in ambito selezione e valutazione, orientamento professionale ed è un sistema pragmatico per il Team Building.

 

1.       Gli uno esigono che l’autorità indichi linee di comportamento, in modo da sapere esattamente cosa si vuole e si sentono più sicuri con indicazioni chiare di responsabilità. Se il superiore è ritenuto capace e giusto, gli 1 si assumono volentieri la responsabilità, se non lo è, hanno la tendenza a starsene fuori. Per un 1 è essenziale che le regole non vengano cambiate arbitrariamente e agiscono, infatti, in base al regolamento, si ritraggono se temono di compromettersi o se devono prendere per primi una decisione rischiosa. Mettono in atto una capacità lavorativa straordinaria se vedono che anche gli altri si impegnano a fondo o se si stanno battendo per una giusta causa. Se un buon lavoro non viene riconosciuto dai superiori, gli uno tendono ad impuntarsi su errori irrilevanti per sfogare la loro rabbia. La tendenza al perfezionismo gli spinge finché non fanno le cose che andavano fatte.

L’ ambiente favorevole include un lavoro che richiede pianificazione e meticolosità dei particolari: insegnamento, contabilità, compiti organizzativi, pianificazione. Gli 1 amano il cerimoniale, il protocollo, le procedure formali. Possono essere ricercatori, filologi, predicatori.   Sono attratti dalle religioni e dalle fedi che esigono una stretta adesione alle regole.

2.       I 2 sono attratti dal potere e cercano amore da persone importanti. Riconoscono immediatamente i potenziali vincitori ed hanno una naturale sensibilità per la condizione sociale delle persone. Hanno necessità di una presenza e di consigli autorevoli. I 2 spesso assimilano la propria identità con quella dell’autorità, condividendone le vedute. I 2 preferiscono agire dietro le quinte, appoggiando l’autorità ed è molto raro che un 2 appoggi una posizione impopolare. Sanno riconoscere le potenzialità delle persone e sono disposti a lavorare anche per piccoli compensi materiali se la qualità del contatto umano è alta. Capaci di rivolgersi agli altri, di metterli a loro agio, di farli parlare. Adattabili.

Potrebbero lavorare in ambienti caratterizzati da   qualunque forma di collaborazione o associazione con una persona di potere, devoti di guru, braccio destro del capo, segretaria del presidente, … Professioni che implicano aiuto agli altri.

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.

3.       I 3 vogliono essere l’autorità. Sanno stabilire le priorità, portare a termine i progetti e godersi il riconoscimento che deriva dal successo. In generale la loro competitività è rivolta alla vittoria personale, ma se si identificano in un lavoro di gruppo, sono molto abili nel tenere insieme i vari membri. La presenza di un 3 è una garanzia di successo. Rappresenta un punto di riferimento per gli altri e sono abili nel cavarsela in situazioni difficili.

Ambiente favorevole: attività imprenditoriali, direttori, venditori, esperti comunicazione e costruttori di immagine, promozione, marketing. Gravitano attorno a situazioni in cui possono eccellere, o avanzare di carriera.

4.       I 4 ignorano le piccole autorità, ma hanno un grande rispetto verso le “grandi”. In questo possono essere o meno ribelli. Se l’autorità è punitiva o costrittiva il 4 cercherà di rompere le regole, cercando comunque di cavarsela. La grande autorità, invece, ha grande ammirazione, soprattutto se riconosce nel 4 una persona unica e speciale. Vi è un bisogno di essere riconosciuti da persone in vista. Il 4 sa riconoscere i talenti e smaschera gli eventuali “impostori”. Conoscono bene la differenza tra il migliore e il noto.

I 4 spesso hanno due lavori: quello che dà da mangiare e il lavoro da artista. Sono attratti da lavori in cui vi è una certa “bellezza”. Possono essere metafisici e profondi psicologi. Sono attratti dalla religione, dai rituali e dall’arte.

5.       I 5 non amano mettere tempo ed energie a disposizione degli altri. Sentono di avere una fonte limitata di energia e le interazioni personali li stancano facilmente. Fanno resistenza al controllo esercitato dall’autorità ritirandosi e accettano solo un minimo di supervisione. Il contatto con gli sconosciuti è considerato invasivo e considerano le ricompense o gli aumenti di stipendio come trappole usate dall’autorità. Un 5 può rinunciare a tali benefit a patto di poter stabilire da sé le proprie condizioni di lavoro. Sono disposti a lavorare molto se l’autorità gli concede di decidere orario e rapporti con gli altri. Sanno essere aperti e alla mano, ma solo se informati in anticipo delle loro mansioni. Hanno predisposizione per i progetti e la programmazione a lungo termine che richiedono una visione teorica. Rendono bene se sono considerati il “cervello” della situazione, senza però doversi occupare dell’esecuzione o della raccolta dei dettagli. I 5 sono i classici studiosi di “materie oscure”; gli organizzatori di vocabolari di una sconosciuta lingua tribale; programmatori che prediligono i turni di notte; i responsabili di un settore che però non hanno alcun contatto con la clientela.

6.       Il 6 ricerca un leader forte da seguire. Dubbioso sulla propria capacità di agire, proietta la propria forza sull’altro, soprattutto se esercita un ruolo autorevole. Assume un atteggiamento di idealizzazione e sottomissione all’autorità e sovente, aderisce con convinzione al gruppo, soprattutto per gestire la sua naturale paranoia. I 6 agiscono solo quando sono costretti a farlo e sono attratti da attività pericolose o competitive che richiedono una risposta veloce. Sono leali ad un gruppo e possono sacrificarsi per una giusta causa. È difficile rivolgere a un 6 un elogio, poiché un’attenzione particolare può destare sospetto (è una manovra? Cos’altro vorranno?). Un 6 tende alla procrastinazione e può lavorare in ambienti in cui la competizione è minima o esistono vincoli gerarchici stabiliti. Forze di polizia o professioni che richiedono un certo rischio. Possono prediligere professioni indipendenti.

7.       I 7 preferiscono l’egualitarismo, senza nessuno al di sopra e nessuno a di sotto. Se la loro libertà viene limitata, diventano feroci antiautoritari. Mantengono “alto” l’umore di un gruppo, con il loro modo di fare gradevole, con la piacevolezza nell’esprimersi, la simpatia e il fatto di “saperne un po’ di tutto”. Nel lavoro tendono a stimolare gli altri e le nuove idee e mostrano abilità spicca soprattutto nella programmazione. Mantengono un sano ottimismo di fronte agli ostacoli, ma possono soffrire per la routine. Preferiscono incarichi di ricerca, di collegamento tra progetti e persone e rapporti di consulenza. Sovente i 7 sono scrittori, narratori, editori, teorici di nuovi paradigmi, idealisti, futurologi e viaggiatori internazionali. Alla ricerca del meglio, preferiscono la interdisciplinarietà. Abili nella progettazione, nella sintesi e nel coordinamento.

8.       Gli 8 credono sempre di conoscere l’approccio giusto e di detenere il comando. Vogliono la leaderhip e la supervisione di tutti i particolari. Hanno la spinta a proteggere gli altri più “deboli”. Sono sempre in competizione con chi detiene una posizione di potere. Hanno necessità di dati affidabili e, a volte, ignorano la diplomazia. Odiano essere mantenuti all’oscuro e amano avere posizioni dominanti. Sanno essere ottimi condottieri, soprattutto in prima linea. Il loro ambiente ideale è la politica, il sindacato, le organizzazioni ambientaliste. Possono essere dirigenti d’azienda, con una parte che controlla e l’altra che esercita giustizia o costruttori, che da un lato accumulano fortune fabbricando condomini e nello stesso tempo, capeggiano con cuore una campagna per dare ricovero ai senzatetto.

9.       Un 9 lavora con un’azione chiara da seguire. Può sperimentare disagio se la posizione richiede continue scelte e decisioni. Preferiscono procedure collaudata e risultati prevedibili e il rapporto con l’autorità è buono se gli avanzamenti e i premi sono chiaramente stabiliti. In gruppo, il 9 assume posizioni e punti di vista dei colleghi e tende ad essere un armonizzatore dello stesso. Può essere un ottimo mediatore, ma non ha fame di riconoscimenti. Se immaturo non è in grado di dare soluzione alternative al gruppo e tende ad astenersi dalla responsabilità o dai doveri. Ambiente favorevole può essere quello di un lavoro di routine e procedure precise e determinate. Potrebbe prediligere lavori burocratici.

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