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RELAX 4X4

Ti propongo questo breve esercizio di rilassamento. Prenditi pochi istanti e siediti comodamente. Cerca di isolarti per qualche minuto e goditi il tuo relax … Puoi ripetere l’esercizio quando vuoi, più volte al giorno o semplicemente quando avverti una certa tensione o un po’ di stress …

BENESSERE FELICE

Che bella parola il Benessere! Peccato che in pochi conoscano realmente il significato e che un numero ancora più ridotto riesca a praticarlo. Nella mia vita professionale ho cercato sempre e comunque il modo più semplice e pragmatico di avvicinare l’uomo alla serenità, alla tranquillità psicofisica e dunque proprio al benessere. Oltre alla mia attività privata, in cui le persone comunicano sempre e comunque un grande bisogno di Serenità ed Equilibrio, collaboro da diversi anni per Antistress Academy, struttura unica che accoglie esperti internazionali e dove ho realizzato diversi progetti innovativi in materia di wellbeing per l’individuo e le organizzazioni. Non ultimo, Antistress Quality, che cerca di “portare” una vera e propria nuova mentalità antistress nel mondo del lavoro.

Come Formatore per la Pubblica Amministrazione poi, mi sono anche imbattuto in realtà molto “crude” e “resistenti”, scettiche non solo al mio ruolo, ma anche alle mie idee di Benessere e Felicità e alla possibilità di un pragmatico cambiamento. Solo con il giusto tempo, formando migliaia di lavoratori, dipendenti, quadri e dirigenti e dopo il loro istantaneo e sorprendent
e feedback positivo, ho compreso che la strada era giusta … si può cambiare e lo si può fare solo conoscendo la giusta direzione!

 

Mi sono spinto così oltre, cercando di far comprendere quanto sia importante una nuova formamentis centrata sul Benessere e che, in fondo, il cambiamento è sempre necessario in alcune fasi della nostra vita. Quindi, ho realizzato Benessere Felice, una nuova impronta con innovative tecniche collaudate, esercizi, consigli e suggerimenti per conoscere e gestire lo stress e le problematiche derivanti, ma anche per ridare forza ed energia alla nostra personalità, per rinsaldare le nostre difese e riappropriarci di una meritata serenità.

 

 

 

Benessere Felice rappresenta:

  • una formamentis centrata sul Benessere
  • un mindset innovativo e pragmatico
  • una guida per imparare a riconoscere e gestire lo stress e l’ansia
  • uno strumento ricco di esercizi e pratiche quotidiane per combattere il pensiero negativo
  • un supporto motivazionale improntato  sull’ottimismo
  • un “manuale operativo” da leggere e praticare con fiducia …

 

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Stress e Salute

In generale, lo stress, non viene considerato una malattia, ma può far insorgere disturbi psicofisici molto rilevanti. Inoltre, scoperte recenti, indicano che livelli elevati di stress possono causare anche la modificazione del DNA.

Possiamo distinguere le seguenti manifestazioni dello stress:

1. MANIFESTAZIONI FISIOLOGICHE: le reazioni di stress sono una preparazione alla lotta o alla fuga. Le reazioni fisiologiche tipiche diventano allora: aumento della pressione arteriosa, accelerazione della coagulazione sanguigna, tachicardia o aritmia, tensione muscolare con conseguenti algie a carico del collo, del capo e delle spalle, produzione eccessiva di succhi gastrici. Vengono interessati conseguentemente tutti gli organi e gli apparati.
2. MANIFESTAZIONI EMOTIVE: reazioni di ansia e depressione, senso di disperazione e impotenza. Lo stato temporaneo può diventare più profondo e prolungato e superare i limiti della norma, sfociando nella patologia.
3. MANIFESTAZIONI COGNITIVE: in condizioni di stress, molti lavoratori hanno difficoltà a concentrarsi, a ricordare e memorizzare, ad apprendere nuove cose, a essere creativi e a prendere decisioni. Anche in questo caso, superate certe soglie, le suddette reazioni possono comportare uno stato disfunzionale.


4. MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI: l’esposizione allo stress porta il lavoratore a comportamenti di “automedicamento” quali l’abuso di alcool e fumo. Altri lavoratori cercano conforto nel cibo, aumentando così il rischio di obesità e di conseguenti patologie cardiovascolari e diabete. Un’altra valvola di sfogo è l’abuso di sostanze psicoattive e il conseguente aumento del comportamento antisociale. Fra gli esiti clinici connessi allo stress sul lavoro, figurano (Unione Europea): le malattie cardiovascolari, il cancro, le affezioni respiratorie e le “cause esterne” (infortuni e suicidi). Esse determinano circa il 75% di tutti i decessi.

In Europa oltre il 34% delle donne e il 41% degli uomini di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono fumatori abituali. Uno dei motivi che inducono a iniziare a fumare o che impediscono di smettere di fumare è lo stress legato all’attività lavorativa.             L’elevata assunzione di alcol aumenta il rischio di carcinoma epatico primario e di tumori a carico del tratto digestivo superiore, oltre che di infortuni e comportamenti suicidari e antisociali. Anche in questo caso, lo stress sul lavoro è uno dei fattori che determinano il consumo elevato di alcolici. Circa il 63% dei giovani dell’Unione Europea ammette di essersi ubriacato almeno due volte. E’ lecito temere che essi ricorrano agli alcolici se e quando, nella loro vita, non riusciranno a trovare lavoro, oppure dovranno far fronte a situazioni di stress lavorativo.

Cardiopatia e Ictus.

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nei Paesi dell’Unione Europea. La combinazione di elevati livelli di impegno psicologico, la scarsa autonomia decisionale e il controllo, si traducono in uno stato di tensione che aumenta il rischio di morbilità o mortalità cardiovascolare.

La percentuale di malattie cardiovascolari dovute allo stress lavorativo e pari al 20% circa. Se il lavoro è particolarmente sedentario, la percentuale sale vertiginosamente sino al 50% circa. Riguardo all’ictus, le evidenze sperimentali sono meno univoche ma i fattori di rischio sono simili a quelli segnalati per la cardiopatia ischemica, il fumo, l’ipertensione, l’alimentazione inadeguata e il diabete.

Cancro.

Un terzo di tutti gli uomini e un quarto di tute le donne nell’UE si ammalano di cancro prima dei 75 anni. Un uomo su cinque e una donna su dieci muore di cancro prima di aver raggiunto tale età.

Lo stress lavorativo, in sé, non provoca probabilmente il cancro ma, può sostanzialmente contribuire a una serie di comportamenti da stress che aumentano il rischio di essere colpiti da tale malattia. I più importanti sono il fumo, la sovralimentazione e l’eccessivo consumo di grassi, la promiscuità.

Patologie osteomuscolari.

La combinazione di tensione muscolare e traumi multipli a carico di alcune parti dell’apparato locomotore possono determinare sintomi dolorosi ricorrenti che comportano una limitazione della funzionalità a carico degli arti superiori, del collo e del tratto lombale. Grande attenzione va data, quindi, all’ergonomia sul posto di lavoro.

Patologie gastroenteriche.

Lo stress lavorativo può comportare dispepsie non accompagnate da ulcere e sindromi del colon irritabile.

Disturbi d’ansia.

L’ansia è un comune segnale dello stress lavorativo. Tra i disturbi d’ansia figurano maggiormente il disturbo da stress acuto, caratterizzato da ansia e dissociazione e il disturbo post-traumatico che deriva da particolari eventi traumatici. Nel campo lavorativo basti pensare ad eventi quali incendi, rapine, infortuni gravi.

Disturbi depressivi.

Particolari condizioni e situazioni della vita lavorativa, in correlazione con eventi della sfera privata, che provocano una particolare lesione dell’autostima nel soggetto, possono generare una depressione clinica. I disturbi depressivi, diversamente intesi e classificati a seconda di specifici criteri, possono comportare, in associazione, altri disturbi cognitivi ed emotivi.

 

 

 

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Che cos’è il Benessere Organizzativo

Che cos’è il Benessere Organizzativo.

Il benessere organizzativo si riferisce alla capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione[1]. Il benessere organizzativo è anche l’insieme dei nuclei culturali dei processi e delle pratiche organizzative che animano la dinamica della convivenza nei contesti di lavoro promuovendo, mantenendo e migliorando la qualità della vita e il grado di benessere fisico, psicologico e sociale delle comunità di lavoratori[2].

Oggi, attraverso l’acquisizione delle diverse norme e direttive, anche in seno all’Unione Europea, il tema è particolarmente sentito nell’ambito lavorativo ed organizzativo, soprattutto in riferimento allo stress e alla sua valutazione (Obbligo di Valutazione Stress Lavoro Correlato).

Oltre lo Stress.

Come già si evince, il concetto di Benessere va oltre lo stress ed occorre, in modo pragmatico, allargare i campi di intervento. Un passaggio obbligato, quindi, riguarda anche gli aspetti culturali di un’organizzazione, sia privata che pubblica. Riteniamo, dunque, che oggi si debba necessariamente passare da una “semplice” Prevenzione dei Rischi, ad un concetto avanzato ed innovativo di Antistress, sino a quello propriamente detto di Wellbeing Culture.

 Indicatori di benessere organizzativo:

  • Soddisfazione per l’organizzazione
  • Voglia di impegnarsi
  • Sensazione di far parte di un team
  • Desiderio di andare al lavoro
  • Elevato coinvolgimento
  • Speranza di poter cambiare le condizioni negative attuali
  • Percezione di successo dell’organizzazione
  • Percezione di equilibrio tra vita lavorativa e vita privata
  • Soddisfazione per relazioni interpersonali sul lavoro
  • Apprezzamento per i valori espressi dall’organizzazione
  • Fiducia e stima nel management

Indicatori di malessere organizzativo:

  • Insofferenza nell’andare al lavoro
  • Assenteismo
  • Disinteresse per il lavoro
  • Desiderio di cambiare il lavoro
  • Alto livello di pettegolezzo
  • Risentimento verso l’organizzazione
  • Aggressività inabituale e nervosismo
  • Disturbi psicosomatici
  • Sentimento di inutilità
  • Sentimento di irrilevanza
  • Senso di disconoscimento (non apprezzamento)
  • Lentezza nella performance
  • Confusione organizzativa in termini di ruoli, compiti, ecc.
  • Venire meno della propositività a livello cognitivo
  • Aderenza formale alle regole e anaffettività lavorativa

 

 

[1] Avallone F., 2003, in F. Avallone e M. Bonaretti 2003, pag. 24.

[2] Avallone 2003, in F.Avallone e M. Bonaretti, a cura di, 2003, p.42; Avallone e Paplomatas 2005, p.65.

 

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5 ELEMENTI CHIAVE DEL BENESSERE, 10 LIFE SKILLS ESSENZIALI E 12 MOTIVI PER ESSERE OTTIMISTI

Oggi, l’obiettivo primario per ogni organizzazione dovrebbe essere quello di dedicare una profonda attenzione alla risorsa umana. Prestare attenzione alla risorsa umana, significa conoscere l’individuo, il suo comportamento, la sua personalità, le sue sfaccettature, oltre ai suoi interessi, valori, percezioni e convinzioni del mondo. Non basta “occuparsi” del profilo professionale, occorre “preoccuparsi” della Persona!

Ulteriore obiettivo auspicabile è quello di creare organizzazioni felici, in cui ogni lavoratore, oltre alla piena consapevolezza del proprio lavoro, viva e operi in condizioni favorevoli, in un clima improntato sul benessere.

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I 5 elementi chiave del Benessere:

  1. Positive Emotion (emozione positiva): sviluppare, conoscere e vivere emozioni positive all’interno del proprio contesto lavorativo.
  2. Engagement (coinvolgimento): essere “attivati”, coinvolti nelle dinamiche lavorative ed aziendali e non essere solo dei meri esecutori.
  3. Relationships (relazioni): tessere rapporti interpersonali significativi.
  4. Meaning (significato): comprendere il perché del proprio lavoro, delle proprie mansioni, della mission aziendale.
  5. Accomplishment (realizzazione): identificazione e raggiungimento degli obiettivi e piena soddisfazione.

Un altro passo strategico per le aziende è favorire il processo di empowerment (acquisizione di potere). Rendere il lavoratore empowered non è un processo automatico, né semplice. Occorrerebbe parlare di life skills e non solo di soft skills.

Le 10 life skills, competenze per il lavoro e per la vita:

  1. Auto-consapevolezza.
  2. Gestione delle emozioni.
  3. Relazioni interpersonali.
  4. Pensiero creativo.
  5. Pensiero critico.
  6. Processo decisionale.
  7. Problem solving.

Antistress

Imparare l’ottimismo è un’altra abilità che occorrerebbe implementare (Almeno per 12 motivi). Forse, non sapevi che:

  1. Le persone ottimiste hanno meno probabilità di morire di infarto rispetto ai pessimisti, tenuto conto di tutti i fattori di rischio somatici noti.
  2. Le donne dal sorriso genuino (Deuchenne) nella fotografia di classe, all’età di 18 anni, avranno meno divorzi e più soddisfazioni coniugali di quelle che mostrano sorrisi falsi.
  3. L’autodisciplina funziona come predittore dei voti durante le scuole superiori in maniera doppiamente precisa rispetto al Quoziente Intellettivo.
  4. Gli adolescenti felici, quindi anni dopo, guadagnano molto di più rispetto agli adolescenti meno felici, a pari condizioni di reddito, voti e altri fattori.
  5. L’ottimismo è in grado di alimentare il benessere individuale. Una persona ottimista si distingue per il suo pensiero e per il suo atteggiamento nei confronti della vita.
  6. L’ottimista è una persona che sta bene non per motivi superficiali, ma perché sa affrontare la vita con il pieno delle sue risorse, con flessibilità e consapevolezza.
  7. L’ottimismo produce rilevanti effetti sul piano biologico, psicologico, sociale e culturale. A livello biologico, è stato riscontrato come l’ottimismo abbia influenze dirette sia sul sistema endocrino, collegato con la condizione di stress, tramite la produzione delle catecolamine, sia sul sistema psiconeuroimmunitario, con un incremento dei leucociti e il mantenimento di adeguati livelli di citochine e interleuchine.
  8. Le persone ottimiste si ammalano significativamente di meno e vivono più a lungo, rispetto a chi non è ottimista. Molte ricerche in questo campo hanno confermato questa convinzione.
  9. L’ottimismo si è rilevato come un forte predittore di longevità. Sembra che l’ottimismo contribuisca anche a diminuire in modo significativo la pressione sanguigna e il colesterolo.
  10. L’ottimismo è un modo efficace per affrontare poi le incertezze.
  11. L’ottimista tiene conto che esistono diversi percorsi alternativi e differenti punti di vista possibili. Questo atteggiamento aumenta la flessibilità e la versatilità.
  12. L’ottimismo è un efficace e potente promotore delle emozioni positive, come gioia, contentezza, serenità, soddisfazione o allegria. Questo comporta un importante aumento del benessere soggettivo e della qualità della vita.

 

 

Emotion & Antistress

EMOTION & ANTISTRESS

 

Le emozioni sono una componente fondamentale nella nostra vita e non solo. In realtà, noi decidiamo anche tramite l’emozione, poiché non esiste nessun processo decisionale razionale che non venga “processato” anche dal nostro emisfero emotivo. Ragione ed emozione sono fisiologicamente connesse.

L’emozione è una reazione affettiva intensa determinata da uno stimolo. La sua comparsa comporta una modificazione a livello somatico, vegetativo e psichico.

L’emozione ha in sé, quindi, un evento attivante, nonché una valutazione cognitiva e un’attivazione fisiologica. Abbiamo, inoltre, un’espressione emotiva, che ad esempio si delinea dal linguaggio del corpo o meglio dalle espressioni del viso e quindi una specifica azione consequenziale.

È importante non reprimere le emozioni, sin da piccoli. Concentrarsi su di esse, farle defluire, aumenta la consapevolezza e anche l’eventuale controllo e gestione.

Me-Te-Ora-Senza-Fine
Me te ora senza fine

La linea segreta di ogni psicologia è la disperata attenzione a cogliere i significati che non si vedono nelle realtà umane, a intravedere le lacrime che a volte riempiono di sé un sorriso ma che danno al sorriso la sua profondità e il suo timbro più autentico e anche doloroso … quel sorriso che aggiunge un filo alla tela della vita.

Le emozioni si distinguono essenzialmente in emozioni innate, riscontrabili in qualsiasi popolazione e per questo definite anche universali ed emozioni secondarie, che mutano e si differenziano anche a seconda dei fattori sociali.

Sono emozioni universali: Rabbia, Paura, Tristezza, Gioia, Sorpresa, Disprezzo, Disgusto.

Sono emozioni secondarie, ad esempio: allegria, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, perdono, offesa, nostalgia, rimorso, delusione.

  • Prova a pensare a quale emozione provi e vivi durante le giornate.

Scegli un’emozione che ti sta facendo male.

Qual è l’evento scatenante?

Cosa ti comporta fisicamente e fisiologicamente?

Come controlli o gestisci l’emozione?

Quanto dura l’emozione?

A cosa servono le emozioni?

 

  • Permettono di ripensare, rivalutare, sistemare oggi, esperienze del passato.
  • Suggeriscono cosa fare in tempo reale, nell’immediato.
  • Segnalano la presenza di pericoli e ci attivano prontamente.
  • Orientano le nostre decisioni, i nostri comportamenti.
  • Contribuiscono a instaurare e gestire legami affettivi.
  • Costituiscono una forma di adattamento alla vita.
  • Ci aiutano a crescere.

 

PROVATE: Il colore delle emozioni.

lavaggio-dei-pensieri
lavaggio dell’anima
  • Procurati una tela e dei colori (anche acrilici).

Disponi in evidenza i vari colori, senza un ordine specifico, meglio se li mischi. Istintivamente scegli il primo colore e depositalo sulla tela. Prendi un pennello, una spatola o un qualsiasi oggetto. Va bene anche utilizzare le mani! Spalma liberamente il colore e poi, progressivamente, scegline altri e utilizzali nello stesso modo. Non badare alle forme, agisci istintivamente. Lavora in questo modo per almeno 10 minuti. Concentrati sul colore, senza darne razionalmente forma. “Se la forma scompare la sua radice è eterna”!

Lo scopo non è diventare un famoso artista, ma lasciare sfogo alle emozioni, permettere alle emozioni di defluire naturalmente, far emergere la creatività poiché essa è una forma compensatoria di un disagio psichico.

Ogni colore ha un suo rilevante significato, ma lascia che sia il tuo inconscio a scegliere e decidere.

Questo approccio artistico lo definisco “Time Action Painting” e rappresenta una forma utilissima di pratica antistress ed è uno strumento regolatore delle emozioni.

 

Colore Sensazione positiva Sensazione negativa
Rosso Passione, energia, amore, forza, azione Sangue, guerra, pericolo, aggressività
Verde Natura, fertilità, tenacia, prontezza Inesperienza, invidia
Giallo Ottimismo, disponibilità, altruismo Malattia, azzardo, vigliaccheria
Blu Stabilità, calma, armonia, fedeltà Depressione, conservatorismo
Bianco Purezza, pace, innocenza Freddo, sterile
Grigio Intelligenza, dignità, maturità Ombra, noia, depressione
Nero Formalità, potenza, profondità Cattiveria, timore, anonimato, morte

 

Un’altra importante classificazione è tra colori caldi e colori freddi.

Colori caldi: rosso, giallo, arancione. Suscitano eccitazione, serenità, gioia di vivere, impulsività.

Colori freddi: verde, blu, violetto. Suscitano passività, calma, inerzia, tristezza, malinconia e inducono alla riflessione.

  • Dopo aver dipinto la vostra tela delle emozioni, potete anche dare un’interpretazione in base alla tabella e rendervi conto di quanta utilità ha avuto tale esercizio sulle vostre emozioni.

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TRATTO DA:

MIRCO TURCO (2017). UNIQUE ANTISTRESS EXPERIENCE, IL METODO INTERNAZIONALE PER LIBERARSI DALLO STRESS E VIVERE SERENI. PRIMICERI EDITORE, PADOVA.

 

6 mosse per smontare lo STRESS

6 MOSSE per smontare lo STRESS.

 

Una volta, durante una lezione di inglese ho fatto una lettura molto interessante. Qualcuno sosteneva che nella parola stress vi è la formula per gestirlo e affrontarlo strategicamente. Analizzando lettera, per lettera, infatti, avrete un vero e proprio programma per il vostro benessere. Ovviamente, anche in questo caso, oltre che arricchire il vostro bagaglio cognitivo, vi consiglio di applicare il metodo.

  • SCHEDULING: significa che il vostro comportamento deve essere orientato, verso una meta, un obiettivo, verso una direzione precisa. È come dire che occorre un programma o una programmazione del successo. Attenzione, anche i nostri fallimenti richiedono impegno!
  • TREAT YOUR BODY WELL: il corpo è molto importante, al pari della mente. Siamo anche e soprattutto fisico e corporeità. Non è un caso che quando entrate in un ambiente, entreranno prima i vostri ormoni! Occorre trattare bene il nostro corpo, non soltanto con l’attività fisica ma anche con l’alimentazione equilibrata e piani alimentari che ci rispettino. Significa anche dedicarsi, saltuariamente, all’armonia corporea anche con i massaggi e le arti orientali, così come la meditazione e lo yoga. Direi che occorre anche saper pensare con il corpo, perché quando esploriamo percettivamente le zone più profonde del nostro corpo esploriamo al tempo stesso le zone più profonde di noi stessi. Non basta allora la conoscenza cognitiva del corpo ma occorre un radicamento propriocettivo, ovvero una vera raccolta delle nostre sensazioni interne.
  • RELAX: significa dedicarsi ogni giorno, se pur per qualche minuto, ad attività che abbassino la nostra tensione quotidiana. Relax significa ugualmente praticare con costanza attività che fanno parte della nostra vita, senza necessariamente iscriversi ad un corso in una palestra dell’ultimo grido. Relax è anche passeggiare in mezzo alla natura e prestare attenzione consapevole agli odori, profumi, suoni, percezioni e sensazioni che investono il nostro corpo e la nostra mente. Relax può, al tempo stesso, significare molto altro: suonare uno strumento musicale, dipingere, disegnare, … Relax nel lavoro, nei rapporti interpersonali e in quelli privati, sapersi allontanare strategicamente da luoghi, situazioni e persone “nocive” che si nutrono della nostra energia. Relax è una scelta di coraggio.
  • EXPECTATIONS: smettetela di pretendere troppo da voi stessi e dagli altri. Il perfezionismo crea persone infelici. Accettate le sfumature, i colori indefiniti, le incertezze, i dubbi, le mille risonanze di voi stessi e degli altri. Evitate di aspettarvi troppo, investendo eccessivamente speranze, illusioni, aspirazioni inutili o improbabili.
  • SLEEP: il sonno è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Il sonno ristora e riequilibra il nostro organismo ed è un indicatore importante per la nostra salute mentale. Diffidate da coloro che dicono di riposare bene e di rendere meglio se dormono 2,3 ore al giorno. È un’affermazione non suffragata dalla scienza che al contrario ci dice che occorre riposare bene per almeno 7,8 ore. Preservate la qualità del sonno, anche perché, contrariamente a quanto si afferma, il sonno perso non si recupera! La deprivazione del sonno causa disturbi comportamentali e può determinare anche la morte. Il sonno e il sogno sono elementi imprescindibili per una vita serena e sana. È stato dimostrato, inoltre, che la carenza di sonno altera il metabolismo degli zuccheri e stimolo la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. Si determina anche un rallentamento del metabolismo basale e una riduzione della massa magra, facilitando il sovrappeso. Dormire solo 4,5 ore a notte aumenta la probabilità di sviluppare, nel tempo, il diabete di tipo 2.
  • SMILE: sorridete, fatelo spesso, sempre. Sorridere è un toccasana per il corpo e la mente. Sorridere crea una tempesta neurochimica e inoltre, contagia gli altri e influenza l’ambiente in cui viviamo o lavoriamo. Chi sorride irradia una forza ed una energia differente dalle persone cupe. Siate maggiormente ironici, anzi, umoristici. Per corrugare la fronte si mettono in movimento ben sessantacinque muscoli. Per sorridere solo diciannove. Quindi, fatelo, almeno per economia muscolare! Una persona che sa ridere di un problema, può anche affrontarlo e superarlo. Sembra quasi strano che oggi vi siano anche corsi di yoga della risata e che si facciano anche nelle aziende. Sorridere è un bisogno, una necessità ma rischiamo, sovente, di scordare questa arma strategica per la nostra salute e per l’armonia del nostro ambiente.

Questo è un classico esempio di combinazione tra un approccio MIND ed ACTION che vi porterà un cambiamento non solo cognitivo ma anche emotivo e motivazionale. Provate ad applicare questo metodo e perseverate per almeno 21 giorni. Otterrete grossi vantaggi e benefici.

 

TRATTO DA:

MIRCO TURCO (2017). UNIQUE ANTISTRESS EXPERIENCE, IL METODO INTERNAZIONALE PER LIBERARSI DALLO STRESS E VIVERE SERENI. PRIMICERI EDITORE, PADOVA.

Conoscere e gestire lo STRESS. Consigli per Genitori e Bambini

Lo stress non è una malattia, ma una condizione necessaria nella vita ed è una forma di adattamento. Ogni volta che dobbiamo “affrontare” qualcosa di nuovo, proviamo stress. Lo stress potrebbe addirittura essere considerato “vitale” e serve per far crescere l’individuo. In fase di crescita e sviluppo è molto importante sperimentare situazioni di stress ed è sconsigliato al genitore, fare “piazza pulita”, eleminare gli ostacoli, “spalare la neve” …

L’aragosta, ad esempio, cresce grazie alle sfide dell’oceano. Esce dal suo guscio, infatti, affronta i predatori e le varie difficoltà e solo dopo edifica il suo guscio protettivo. Per crescere, nuovamente dovrà uscire dal suo guscio e affrontare i vari stress. Successivamente edificherà il nuovo guscio e così via, pian, piano …

Le cose cambiano, ovviamente, se siamo eccessivamente esposti ad uno stimolo stressante, ad una situazione pesante, ad una realtà opprimente. Lo stress, di fatto, non è questione di peso, ma di tempo. Per quanto tempo dobbiamo tollerare il peso? Quanto durerà la situazione stressante?

Occorre considerare che lo stress ha le sue fasi e in generale, ne possiamo distinguere essenzialmente 3:

  1. Una fase di allarme, in cui l’organismo attiva le sue risorse.
  2. Una fase di spinta, in cui l’organismo si mobilita.
  3. Una fase di esaurimento, in cui l’organismo abbassa le sue difese.

Conoscere lo stress significa anche e soprattutto sapere come “agisce” su di noi, sui nostri bambini, sugli altri e il mondo circostante. La domanda fondamentale, oggi, è: come ci comportiamo sotto stress?

Le situazioni di stress implicano un sovraccarico di conflittualità e tale sovraccarico determina una serie di emozioni nell’uomo. Sarà più probabile, ad esempio, vivere ansia, rabbia, tristezza, dolore, colpa, imbarazzo, noia. Si aggiungono i sentimenti di insufficienza, inferiorità, insicurezza con un incremento della dipendenza verso gli altri. Aumentano, inoltre, fastidio, frustrazione e malessere in generale.

Le situazioni di stress aumentano l’aggressività, ovvero l’esigenza di atteggiamenti e comportamenti distruttivi e punitivi. Aumenta, in generale, anche l’esigenza di movimento corporeo e di irrequietezza.

Aumenta in modo sensibile anche il bisogno di congruenza e la necessità di evitare ulteriori conflitti, così come l’intolleranza verso tutto ciò che è ambiguo, irregolare, indeterminato, complicato. La persona comincia ad avere maggiori esigenze di ordine, coerenza, chiarezza, regolarità.

Lo stress causa l’intolleranza all’incongruità e con essa si registra un innalzamento delle attribuzioni di causalità, con la tendenza a dare e accettare spiegazioni.

Sotto stress si registra un’inibizione degli aspetti creativi e immaginativi e gli stati emotivi negativi e di sofferenza che ne derivano causano comportamenti stereotipati.

Lo stress determina anche reazioni difensive poco adeguate, come ad esempio la regressione. Inoltre, la persona tende maggiormente a lamentarsi del proprio stato di salute con chiare manifestazione: palpitazioni, tachicardia, nausee, difficoltà di respiro, sudore freddo, malessere diffuso …

Nel bambino, possiamo evidenziare alcuni segnali specifici di stress, sebbene occorra sempre considerare la quantità dei sintomi e la durata:

  • Fisici: mal di testa, dolore allo stomaco, battito cardiaco accelerato, senso di stanchezza.
  • Cognitivi: difficoltà di concentrazione, preoccupazioni eccessive, pensieri irrazionali.
  • Emotivi: ansia, nervosismo al mattino, sbalzi di umore, demotivazione, scoppi di rabbia.
  • Comportamentali: minore livello di attività, difficoltà di addormentamento, comportamenti fobici o aggressivi, bulimia, scoppi di pianto.
  • Relazionali: senso di esclusione, ritiro sociale, difficoltà con compagni, insegnanti e istruttori, litigiosità familiare.

 

Cosa fare per ridurre lo stress?

  1. Impegniamoci e impegniamo i bambini in attività (commitment) bandendo ogni tipo di alienazione. Fate un programma dettagliato, cercando ovviamente, di rispettare i vari punti senza procrastinare troppo. In fondo, il lavoro può continuare, così come lo studio programmato, i compiti e gli esercizi, così come cucinare, fare bricolage in casa, dedicarsi al giardinaggio, dedicarsi al proprio sport, …
  2. Esercitate un controllo su ciò che fate, sentendovi responsabili e i principali artefici, combattendo così il senso di impotenza. Fate le cose con volontà, impegno, determinazione e costanza e non “tanto per …”. Fate comprendere ai vostri bambini il perché delle cose e non solo l’obbligo, l’imposizione, la regola.
  3. Orientatevi alla sfida, contrapponendovi alla minaccia, ponendovi degli obiettivi, se pur piccoli o simbolici. Fate in egual modo con i bambini: ponete una ricompensa, un premio, un vantaggio a breve termine.
  4. Humor: non andate sempre alla ricerca di informazioni e notizie che “confermano” il periodo di stress che state vivendo insieme ai vostri bambini. Distraetevi, “staccate la spina” magari guardando un film divertente o facendo qualcosa che vi fa sorridere o ridere. Evitate il sovraccarico di informazioni. Potete decidere deliberatamente di non guardare, ad esempio, il telegiornale 1, 2 volte a settimana!
  5. Ottimismo: sebbene possa essere considerato una caratteristica personologica, guardate diversamente il mondo, il periodo, ciò che accade, sentendo pienamente e immaginando che le cose procederanno progressivamente meglio, bene. Fatelo con slancio, ma esercitatevi. Potete “rendere” i vostri bambini più ottimisti. Fateli raccontare storie a lieto fine, fate loro scrivere un bel racconto, una filastrocca, una poesia che allontani timori ed ansie. Potete procedere anche con un disegno libero o guidato, … Ricordiamo anche che l’ottimismo incide positivamente sull’autostima. Attraverso l’ottimismo le situazioni appaiono più controllabili e anche quando si vive un periodo “pesante”, si trasforma la rappresentazione che abbiamo di una situazione irrisolvibile, attenuando il senso di impotenza che possiamo provare.

Dicono di noi Unique Antistress Quality

ESERCIZIO PRATICO PER I BAMBINI E NON SOLO …

Ricordiamoci che il Gioco è una cosa Seria!

Una persona calma respira in modo calmo! Non è una banalità, ma lo stress si riduce anche attraverso delle “buone pratiche”. Rallentare il ritmo respiratorio è la prima cosa da fare, ma occorre esercizio!

“Immagina di essere un super artista di un famosissimo circo. Sei vestito con dei colori sgargianti e appena entri in scena scoppia un super applauso fragoroso.

Allarga le braccia perché stai per effettuare una camminata su una fune sospesa sopra la testa degli spettatori. (Potete, ad esempio, disporre a terra una corda, una fune, una striscia lunga qualche metro)

Comincia a rallentare il respiro. Inspira ed espira con calma, approfondendo progressivamente la respirazione.

Poni un piede dopo l’altro, con calma, piano, piano … porta in avanti il piede appoggiando delicatamente il tallone, poi la pianta, poi la punta. Continua a respirare lentamente e profondamente.

Senti il peso che si sposta progressivamente verso il piede che si trova in avanti. Fai un bel respiro, più lento e profondo.

Procedi con l’altro piede.

Ruota il busto verso la tua destra e saluta il pubblico che ti guarda. Ruota verso la parte opposta e fai lo stesso.

Senti le sensazioni che provengono dai fianchi mentre ti muovi. Concentrati sull’equilibrio e sul tuo respiro calmo e profondo.

Procedi con calma e armonia …

Sei quasi alla fine del percorso e ti accorgi che il tuo respiro è calmo e profondo, il corpo perfettamente in equilibrio. Sei attento e concentrato.

Sei alla fine. Fai un bel respiro ed esci con un bel saltello, piegando le ginocchia per atterrare con morbidezza sulla pedana.

Fai un inchino di ringraziamento e goditi gli applausi del pubblico …”

(usate l’immaginazione per modificare ed arricchire l’esercizio)

Lo STRESS è una questione di Tempo

GLI EFFETTI DELLO STRESS A BREVE TERMINE

Lo stress non è questione di “peso”, ma questione di “tempo”. Per quanto tempo devo reggere? Per quanto tempo devo tollerare questa situazione?

Occorre considerare che lo stress ha le sue fasi e, in generale, ne possiamo distinguere essenzialmente 3:

  1. Una fase di allarme, in cui l’organismo attiva le sue risorse.
  2. Una fase di spinta, in cui l’organismo si mobilita.
  3. Una fase di esaurimento, in cui l’organismo abbassa le sue difese.

Conoscere lo stress significa anche e soprattutto sapere come “agisce” su di noi, sugli altri e il mondo circostante. La domanda quindi è: come ci comportiamo sotto stress?

Le situazioni di stress implicano un sovraccarico di conflittualità e tale sovraccarico determina una serie di emozioni nell’uomo: ansia, rabbia, tristezza, dolore, colpa, imbarazzo, noia. Si aggiungono i sentimenti di insufficienza, inferiorità, insicurezza con un incremento della dipendenza verso gli altri. Aumentano, inoltre, fastidio, frustrazione e malessere in generale.

Le situazioni di stress aumentano l’aggressività, ovvero l’esigenza di atteggiamenti e comportamenti distruttivi e punitivi. Aumenta, in generale, anche l’esigenza di movimento corporeo e di irrequietezza.

Aumento in modo sensibile il bisogno di congruenza e la necessità di evitare ulteriori conflitti. Aumenta l’intolleranza verso tutto ciò che è ambiguo, irregolare, indeterminato, complicato. La persona comincia ad avere maggiori esigenze di ordine, coerenza, chiarezza, regolarità.

Lo stress causa l’intolleranza all’incongruità e con essa si registra un innalzamento delle attribuzioni di causalità, con la tendenza a dare e accettare spiegazioni.

Sotto stress si registra un’inibizione degli aspetti creativi e immaginativi e gli stati emotivi negativi e di sofferenza che ne derivano causano comportamenti stereotipati.

Lo stress determina anche reazioni difensive poco adeguate, come ad esempio la regressione. Inoltre, la persona tende maggiormente a lamentarsi del proprio stato di salute con chiare manifestazione: palpitazioni, tachicardia, nausee, difficoltà di respiro, sudore freddo, malessere diffuso …

COSA FARE?

Impegniamoci in attività (commitment) bandendo ogni tipo di alienazione. Fare un programma dettagliato potrebbe essere già una strategia, cercando, ovviamente, di rispettare i vari punti senza procrastinare troppo. In fondo, il lavoro può continuare, così come cucinare, fare bricolage in casa, dedicarsi al giardinaggio, …

Esercitate un controllo su ciò che fate, sentendovi responsabili e i principali artefici, combattendo così il senso di impotenza. Fate le cose con volontà, impegno, determinazione e costanza e non “tanto per …”.

Orientatevi alla sfida, contrapponendovi alla minaccia, ponendovi degli obiettivi, se pur piccoli o simbolici.

Humor: non andate sempre alla ricerca di informazioni e notizie che “confermano” il periodo di stress che state vivendo. Distraetevi, “staccate la spina” magari guardando un film divertente o facendo qualcosa che vi fa sorridere o ridere. Evitate i sovraccarico di informazioni …

Ottimismo: sebbene possa essere considerato una caratteristica personologica, guardate diversamente il mondo, il periodo, ciò che accade, sentendo pienamente e immaginando che le cose procederanno progressivamente meglio, bene. Fatelo con slancio, ma esercitatevi.

Occhio allo STRESS

PSICOLOGIA, BENESSERE

Lavorare fa male … e la Felicità salverà le Organizzazioni

 

Vi sembrerà strano, ma nelle Organizzazioni moderne e in quelle future, ciò che conta e conterà sarà la Felicità!
Sembra un’affermazione romantica o lontana dal concetto di Business, ma vi assicuro che non è affatto così …
Per lavorare bene, per prosperare, per raggiungere risultati, le organizzazioni e le persone che ne fanno parte devono, banalmente, sentirsi bene, soddisfatte, protette e valorizzate. Al bando, quindi, ogni forma di stress!
Un po’ di numeri e percentuali daranno un primo quadro di ciò che sto illustrando:
– L’87% dei lavoratori è demotivato
– 500 miliardi di euro sono sprecati per mancanza di produttività
– Il 33% del calo di fatturato è dovuto al basso livello di engagement
– Si registra un aumento del 37% di assenteismo a causa dello stress
– Si registra una percentuale in aumento di incidenti sul lavoro (+49%) e il 60% è dovuto a errore umano


Questi dati europei potrebbero essere già sufficientemente allarmanti, ma forse non basta … Sembra che nei Paesi dove si lavora meno, ci sia meno disoccupazione e maggior ricchezza individuale e felicità (es. Francia e Germania). Si direbbe, quindi, che, spesso, si lavora troppo e male!
E ancora … in Europa, 40 milioni di lavoratori soffrono di stress lavorativo e 84 milioni hanno almeno un disagio psicologico. Nel 2020 la depressione sarà la patologia più diffusa!

Dall’altro lato, c’è il concetto di Benessere o la politica antistress che molte organizzazioni cercano di applicare. Io parlerei meglio di  wellbeing culture.
Già negli anni 20, lo studio Happy Productive Worker aveva dimostrato che il benessere dei dipendenti porta ad un aumento della produttività e dei profitti e gli studi di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni da allora, si sono moltiplicati e ad oggi sono numerosissimi. La produttività aumenterebbe del 30% e l’innovazione del 300%, inoltre si registra una riduzione del turnover del 55% e una diminuzione del burnout pari al 125%, con un’ulteriore riduzione del 66% dell’assenteismo per malattia!

Questi dati sono ovviamente incoraggianti, ma non sufficienti ancora per un cambiamento repentino di rotta, per un reale change management e per un effettivo mutamento della cultura del lavoro.
Insomma, non ci stancheremo mai di dire che lo stress lavorativo determina danni ingenti e se ancora non è sufficiente, il costo totale per disagi mentali collegati allo stress lavorativo è pari a 240 miliardi l’anno, con un 43% di costi diretti per spese sanitarie e 57% di perdita di produttività.

In Italia trascorriamo in media 1725 ore l’anno al lavoro. Circa il 30% della nostra vita attiva! A livello individuale, lavoriamo 243 ore più dei francesi e 354 ore più dei tedeschi! In aziende ad alto livello di stress, le spese di assistenza sanitaria sono quasi il 50% maggiori rispetto ad altre organizzazioni …
Il Center for American Progress stima che rimpiazzare un singolo collaboratore costa circa il 20% del suo salario, mentre in Italia, 11 milioni di persone usano psicofarmaci a causa dello stress lavoro correlato.

Dopo questa overdose di numeri e percentuali che spero rimbombino ossessivamente nella mente dei dirigenti o di chi si occupa di cultura organizzativa, ritorniamo al principio: qual è il ruolo della Felicità?
Il World Happiness Report è un’indagine storica sullo stato della felicità globale, che raggruppa 156 Paesi per il mondo in cui i loro cittadini si sentono felici. Il Paese più felice non è l’Italia ovviamente. Quest’anno risulterebbe essere quel tratto di terra che va da Helsinki alla Lapponia.
Gli indicatori principali sembrano quasi banali: sauna all’aria aperta; amore verso gli altri e l’ambiente circostante, uso appropriato di internet. Nella top ten rimangono nazioni come la Finlandia, la Danimarca, la Norvegia, l’Islanda, l’Olanda, la Svizzera, la Svezia, la Nuova Zelanda, il Canada e l’Austria. L’Italia è al 36° posto! Negli Stati Uniti, invece, aumenta l’infelicità a causa di un’epidemia di dipendenze (sostanze, gioco d’azzardo, media digitali).


Un’altra considerazione che sorprenderà: utilizzo della tecnologia, ma con moderazione! In Italia e in altri Paesi, invero, si parla già di “telepressione del luogo di lavoro” (wokplace telepressure) che aumenterebbe il livello di esaurimento fisico e mentale nel lavoratore. Insomma, non sappiamo usare saggiamente neanche il progresso tecnologico …
Ancora alcuni numeri a tal proposito:
– Un’interruzione di 2.8 secondi (tempo necessario per leggere un breve messaggio su watsapp) può raddoppiare il tasso di errore anche su compiti semplici.
– Un’interruzione di 4,4 secondi (tempo necessario per inviare un messaggio) può triplicare il rischio di commettere errori.
– Un impiegato d’ufficio controlla mediamente le email 30 volte l’ora.
– Ogni volta che un lavoratore si distrae, impiega una media di 25 minuti per ritornare a concentrarsi su ciò che stava facendo.
– Il 67% dei proprietari di uno smartphone controlla il suo dispositivo anche quando non riceva alcuna notifica.
– Il 44% dorme con il cellulare accanto al letto.
– Il 29% non riesce ad immaginare una vita senza uno smartphone.
– Il 55% dei lavoratori dichiara di controllare le email dopo le 23.

Sarà sufficiente? Bhè, la felicità richiede anche, talune volte, di fermarsi a riflettere e se pensate di non avere tempo poiché lavorate troppo, questo articolo è proprio per voi …

EMDR – Movimento degli occhi e Trauma

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Il Protocollo EMDR

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