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Che cos’è la Psicopatia?

Oltre all’incapacità di amare, lo psicopatico dimostra sempre una generale povertà emotiva.Sebbene capiti che qualche volta si agiti, abbia accessi di ira, si entusiasmi, scoppi a piangere o si apra in discorsi profondi conditi di parole addolorate sulle sue disgrazie e follie, ad osservarlo attentamente ci si accorge che quella a cui siamo assistendo è più una prontezza di espressione che una forza di sentimento”. (Hervey Cleckley in The Mask of Sanity)

Il Disturbo Psicopatico (psicopatia) si caratterizza da una serie di comportamenti antisociali che iniziano durante l’infanzia. Si caratterizza per una serie di fattori interpersonali, affettivi e comportamentali specifici:

  • Loquacità/fascino superficiale: lo psicopatico è spesso un conversatore divertente e piacevole.

  • Senso grandioso del Sè: la psicopatia è caratterizzata da un’opinione elevata del proprio valore e delle proprie caratteristiche.

  • Bisogno di stimoli/propensione alla noia: lo psicopatico si annoia rapidamente e tende a ricercare la ri-attivazione comportamentale o emotiva assumendo proprio comportamenti a rischio.

  • Menzogna patologica: possiede una notevole prontezza ed abilità nel mentire.

  • Manipolatorietà: può far uso della frode per truffare, ingannare o manipolare gli altri, con la finalità di raggiungere uno scopo personale.

  • Assenza di rimorso/senso di colpa: nella psicopatia ritroviamo assenza di preoccupazione per le conseguenze negative delle proprie azioni.

  • Affettività superficiale: le emozioni sono spesso teatrali, superficiali e di breve durata con assenza di empatia.

  • Deficit del controllo comportamentale: lo psicopatico può essere collerico o irritabile, oltre che rispondere alla frustrazione con comportamenti aggressivi verbalmente o condotte violente.

  • Impulsività: nella psicopatia può essere presente la carenza di riflessione, pianificazione e premeditazione.

Gli schemi cognitivi di uno psicopatico sono spesso rigidi e inflessibili. Lo psicopatico si considera forte e autonomo, mentre l’altro è percepito debole, sfruttabile e manipolabile. Si riscontra, come nucleo centrale, un deficit dell’empatia.



I
n generale, gli psicopatici non mostrano preoccupazione riguardo gli effetti che le loro cattive azioni possono avere sugli altri, o addirittura su loro stessi. Spesso commettono crimini impulsivi e non pianificati, persino quando la probabilità di essere scoperti e puniti sono elevate. Alla base di tali comportamenti sembrerebbe esserci un’incapacità di apprendere informazioni associate alle punizioni e di rispondere in maniera appropriata ad esse.

Di solito, gli psicopatici non hanno uno schema di pensiero che agisce in base a un ragionamento di tipo causa-effetto, ma pensano solo “Lo faccio perché mi va di farlo”. Ciò dimostra che devono necessariamente raggiungere una soddisfazione immediata. Potrebbero essere persone che vivono “alla giornata”, cambiando frequentemente i loro piani. Agiscono seguendo gli impulsi e hanno un’elevata reattività nei confronti di tutto ciò che percepiscono come insulto e offesa, anche se minime.

Una valutazione approfondita della Psicopatia dovrebbe riguardare i seguenti aspetti.

Fattore 1: narcisismo aggressivo

  • Fascino superficiale;
  • Senso di sé grandioso;
  • Menzogna patologica;
  • Impostore/manipolativo;
  • Assenza di rimorso o senso di colpa;
  • Affettività superficiale;
  • Mancanza di empatia;
  • Mancanza di accettazione della responsabilità per le proprie azioni.

Fattore 2: stile di vita socialmente deviante

  • Bisogno di stimoli / propensione alla noia;
  • Stile di vita parassitario;
  • Scarso controllo comportamentale;
  • Promiscuità nel comportamento sessuale;
  • Mancanza di obiettivi realistici / a lungo termine;
  • Impulsività;
  • Irresponsabilità;
  • Delinquenza minorile;
  • Problemi comportamentali precoci;
  • Revoca della libertà condizionale;
  • Molte relazioni coniugali a breve termine;
  • Versatilità criminale.

In verità, la presenza della maggior parte di tali caratteristiche la riscontriamo nei serial killer; in altri casi potrebbe emergere la componente narcisistica. Alcuni psicopatici potrebbero, attraverso l’omicidio, cercare di contrastare un profondo vuoto interiore, raggiungendo una sorta di fama e soddisfacendo, appunto, la componente di narcisismo patologico.

La maggior parte degli psicopatici manifesta gravi problemi comportamentali già durante il periodo evolutivo. Possiamo trovare, infatti , oltre alla menzogna e alla propensione all’inganno, furti, atti vandalici, bullismo, …

Molti psicopatici hanno vissuto in ambienti multiproblematici manifestando quasi tutti tali comportamenti e per un tempo prolungato. La crudeltà precoce nei confronti degli animali appare un denominatore comune e rappresenta un segno di gravi problemi emotivi che già da solo, dovrebbe essere oggetto di attenzione!

Ipnosi Regressiva

L’IPNOSI REGRESSIVA ha lo scopo strategico di svelare la vita, gli accadimenti, gli errori e gli “incidenti” di un passato, anche abbastanza remoto, per intuire e riapprendere verità e “lezioni” utili alla vita attuale, con la finalità di viverla più serenamente. Se sei scettico, stai tranquillo. Anche io lo ero e oltre a me, anche altri esperti internazionali, quali ad esempio il famosissimo Brian Weiss. La trance ipnotica crea in ogni caso benefici, poiché, di base, la stessa ipnosi è considerato un fenomeno psicosomatico. Inoltre, attraverso la regressione puoi sicuramente riattivare risorse e potenzialità sopite, “ricevendo” anche messaggi strategici per il tuo inconscio, pregni di significato e attivatori di consapevolezza.

Attraverso l’IPNOSI REGRESSIVA potrai:
– ricordare il tuo passato 

– acquisire informazioni e consapevolezze
– comprendere meglio la tua vita attuale
– sciogliere noti e acquisire maggiore serenità
– risolvere disagi psicofisici
– risolvere conflitti e blocchi emozionali e relazionali
– ricevere messaggi per l’Anima


L’IPNOSI REGRESSIVA viene indotta progressivamente, attraverso un procedimento simile all’ipnosi Ericksoniana. Lo scopo è raggiungere un diverso stato di coscienza, “accompagnando” la persona anche oltre i confini del tempo e dello spazio, conosciuti e sconosciuti. Lo scopo primario è sempre quello di “recuperare” informazioni e ricordi che in qualche modo condizionano il presente e la vita attuale. La persona riesce a “sbloccarsi” e a riattivare risorse e potenzialità. Tale meccanismo non può essere considerato “magia”, poiché, ad esempio, durante gli stadi di ipnosi, si registra anche una variazione delle onde cerebrali (onde Theta e Delta).

Il mondo medico rimane ancora ad una certa distanza dall’ipnosi regressiva, poiché non riesce, di fatto, a spiegarla scientificamente. Ma la pratica è sempre più diffusa e importanti centri universitari se ne occupano oggi (esistono considerevoli prove empiriche di oltre 50 anni di ricerca). Ian Stevenson, ad esempio, sostiene che l’anima può reincarnarsi in qualcuno di diversa razza, nazionalità religione, genere e può sviluppare o mantenere talenti, disagi, cicatrici, … ll Dr Tucker ha esaminato, invece, numerosi casi di bambini che avevano ricordi vividi su vite passate. In realtà le testimonianze e gli studi sono davvero tanti … (una ricerca analitica e ragionata sul web ve ne darà dimostrazione). Il dott. Tucker afferma che la coscienza è energia su un livello quantico subatomico ed è quindi contenuta nel corpo senza farne parte. Secondo la meccanica quantistica la coscienza potrebbe continuare a vivere dopo la morte poichè viene rilasciata nell’universo attraverso particelle subatomiche.  D’altra parte, Max Planck, padre della teoria dei quanti, considerava la coscienza come fondamentale e la materia come “secondaria”. La coscienza, in tale prospettiva, non sarebbe dipendente da un cervello fisico e potrebbe appunto sopravvivere!

 

Cosa ancora non sai sull’IPNOSI e su di ME

L’IPNOSI è una forma elettiva di comunicazione e non rappresenta una pratica magica come molti ancora credono. L’IPNOSI è una tecnica efficace per affrontare e gestire svariate problematiche e non solo di tipo psicologico, ma viene utilizzata anche in ambito medico. L’IPNOSI si utilizza anche come strumento per accrescere le potenzialità umane, per implementare la motivazione e per smuovere risorse utili con lo scopo strategico di raggiungere i propri obiettivi.

Probabilmente, NON SAI che:

  1. l’IPNOSI è uno “stato naturale” (il tuo cervello è predisposto ad entrare in uno stato di ipnosi ogni 90 minuti)
  2. l’IPNOSI non crea dipendenza
  3. l’IPNOSI non equivale a DORMIRE
  4. con l’IPNOSI non si perde la coscienza (in realtà si verifica un’alterazione dello stato di coscienza)
  5. non si può rimanere INTRAPPOLATI in uno stato ipnotico
  6. l’IPNOSI non è controproducente
  7. l’IPNOSI è un fenomeno psicosomatico

Ad oggi ho utilizzato l’IPNOSI per:

  • conoscenza, riduzione e gestione dello stress
  • riduzione e risoluzione problemi di ansia e panico
  • riduzione e risoluzione problemi sfera depressiva
  • riduzione e risoluzione problemi sfera alimentare
  • riduzione e risoluzione disturbi della pelle e altri problemi psicosomatici
  • riduzione e gestione balbuzie
  • riduzione, gestione e risoluzione fobie specifiche (es. temporali, guida, insetti, …)
  • gestione problemi e conflitti relazionali e affettivi
  • gestione della performance scolastica e universitaria
  • gestione della performance sportiva (equitazione, sport da combattimento, tennis)
  • gestione e risoluzione Internet Addiction e gioco patologico
  • gestione e risoluzione dipendenze (tabacco, alcool)
  • gestione del Disturbo Post Traumatico da Stress
  • implementazione motivazione
  • gestione piani alimentari e diete
  • gestione e risoluzione problemi di procrastinazione
  • gestione Sindrome di Silver Russel
  • gestione, riduzione  e risoluzione disturbi del sonno

In ambito clinico-medico:

  • analgesia e anestesia ipnotica (microinterventi chirurgici)
  • gestione del dolore post operatorio
  • emicrania muscolo-tensiva

In ambito criminologico:

  • rapine mediante ipnosi
  • vittimologia
  • interrogatorio

 

IPNOSI e REGRESSIONI

Il fenomeno della “regressione” è in realtà un’esperienza comune in uno stato profondo di ipnosi. Sovente, si verifica in modo spontaneo. In fase di “risveglio” le persone riferiscono di aver recuperato qualità e quantità di ricordi anche abbastanza datati.

La regressione è quindi un fenomeno reale? SI e in alcuni casi è molto importante per andare al “nocciolo” del problema. Ricordo il caso di una persona con una fobia specifica per l’auto (non riusciva a stare dal lato passeggero). Attraverso la regressione ha ricordato di aver subito violenza fisica da parte del padre quando era molto piccola e si trovava proprio in auto, lato passeggero. Il recupero dell’informazione è stato illuminante per la risoluzione istantanea della fobia … In un altro caso, la regressione è servita per scoprire la causa di una strana avversione al freddo e al ghiaccio (scoprimmo che la persona, quando era neonata, cadde dal passeggino mentre era in vacanza sulla neve con i propri genitori). Un altro caso interessante è quello di un ragazzo che era convinto di aver vissuto esperienze di molestie da parte di una zia quando era in tenera età. In realtà, scoprimmo che era un falso ricordo! E poi, riporto una personale esperienza: per anni ho avuto uno strano dolore alla spalla dx, non giustificato da altra causa medica. Tramite regressione ho scoperto di aver avuto un problema proprio alla spalla dx durante la nascita. Il dolore è completamente scomparso!

Esiste la Regressione a Vite Precedenti? Personalmente ho “provato sulla mia pelle” questa esperienza e sono “accadute” cose alquanto strane e affascinanti. In verità sono riuscito a “spiegarmi” alcune mie attitudini particolari o peculiarità … Negli anni ho incontrato diverse persone orientate a tale esperienza e che sono poi riuscite a risolvere situazioni e problematiche psicologiche e mediche. L’argomento richiede sicuramente un approfondimento che non mancherà e che troverete sul mio sito.

IPNOSI ISTANTANEA e NON VERBALE

Oltre all’IPNOSI Ericksoniana classica, che parte da uno stato progressivo di rilassamento, esiste anche un’IPNOSI che utilizza il linguaggio non verbale e quello simbolico. Inoltre, attraverso questa forma di ipnosi, si può raggiungere uno stato di trance anche in pochi istanti. Anche in tal caso non è un procedimento magico, ma si agisce istantaneamente sull’inconscio della persona e sulla fisiologia, “stimolando” strategicamente alcune zone cerebrali (ad es. l’amigdala).

Forse, NON SAI ANCORA che l’IPNOSI si può applicare anche durante la conversazione (ipnosi conversazionale) e che rappresenta non solo una strategia terapeutica, ma anche una forma di persuasione molto potente. Alcune tecniche, infatti, possono essere “insegnate” nell’ambito della Comunicazione Strategica, nella Risoluzione dei Conflitti e della Negoziazione.

Internet Addiction e Ipnosi

La dipendenza di internet non è un fatto recente, sebbene, solo nel 2013, nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) si parli di Internet Gaming Disorder, ovvero di un disturbo caratterizzato dall’eccessivo uso di videogiochi con componenti online.
La dipendenza da internet, in realtà, si manifesta anche  sotto altre forme: dalla pornografia online,  al gioco d’azzardo, sino allo shopping compulsivo.Oggi, infatti, il DSM-V parla di IAD, Internet Addiction Disorder (Disturbo della dipendenza da Internet).

Le persone che sperimentano tali disturbi “vivono” al pari di chi ha un’altra dipendenza, come quella da sostanze e soffrono di veri e propri sintomi di astinenza.

L’ipnosi viene utilizzata da tempo per il trattamento delle dipendenze, inoltre, agisce sulle capacità cognitive della persona, favorendo l’apprendimento. Ne consegue che essa trova spazio anche nelle nuove forme di dipendenza, soprattutto lì dove si riscontri una sproporzione in termini di utilizzo del mezzo informatico/tecnologico.

Per comprendere  bene tale disturbo, soprattutto in termini di utilizzo disfunzionale, si può fare riferimento ad una serie di sintomi:

1. necessità di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per trarne soddisfazione;

2. bisogno di navigare per periodi più lunghi di quelli pianificati trascurando gli impegni della vita reale.

Ciò che risulta complicato però è la fase della disconnessione. Quando la persona si trova a dover “spegnere” il tutto, sperimenta sovente ansia, depressione, agitazione psicomotoria, pensieri ossessivi. Si manifestano, inoltre, sintomi fisici quali emicrania, crampi, sudorazione eccessiva, tachicardia, …

L’ipnosi, nel caso dello IAD, agisce sul piano cognitivo, emotivo e comportamentale e come sempre su un piano psicosomatico.

 

Ipnosi e Studio

Può l’ipnosi migliorare la performance scolastica?

Può l’ipnosi influire strategicamente sulla memoria e la concentrazione?

Può l’ipnosi aumentare il processo creativo?

Già nel 2006 fu dimostrato (Columbia University) che l’ipnosi agisce profondamente sui processi cognitivi.  Sembra che in stato di ipnosi, alcuni stimoli appresi vengano assorbiti con maggior vividezza rispetto ad uno stato di veglia normale. Ciò influisce direttamente sulla memoria. Inoltre, durante lo stato ipnotico si verifica una maggior attivazione di aree cerebrali deputate alla concentrazione.

Ulteriori studi hanno dimostrato che in stato ipnotico la persona è in grado di migliorare l’elaborazione semantica e di accedere più facilmente al pensiero creativo. Ciò si verificherebbe anche con maggior “velocità e accuratezza nella risposta”.

L’ipnosi agisce migliorando la memoria, la concentrazione, la creatività, ma non solo. Favorisce un maggior controllo delle proprie risorse cognitive ed è sicuramente utile per migliorare la performance nello studio. Un ulteriore studio illuminante a questo proposito ha dimostrato che i voti di alcuni studenti che partecipavano a delle sedute di gruppo di ipnosi sono migliorati rispetto ai gruppi di controllo. Ciò fa emergere che l’ipnosi è un ottimo strumento anche in situazioni di gruppo.

L’ipnosi è un utile strumento anche per affrontare e gestire il problema complesso della procrastinazione, ovvero la tendenza a rimandare. Si calcola, infatti, che la procrastinazione accademica sia molto diffusa (70% circa). Essa, inoltre, è connessa ad altre problematiche dello studente, come la gestione del tempo e delle priorità e la distraibilità. (cfr articoli specifici sul sito)

Fame nervosa? Prova con l’Ipnosi

Durante alcune fasi dello sviluppo è probabile che possano insorgere delle problematiche legate all’alimentazione. Tra queste, sicuramente l’anoressia e la bulimia sono quelle più note e diffuse.
L’anoressia nervosa è caratterizzata  da un rifiuto persistente del cibo e dalla paura ossessiva di ingrassare .  La bulimia, invece, è un disturbo dell’alimentazione che presenta fasi caratterizzate dall’assunzione di grandi quantità di cibo seguite da fasi in cui vengono attuati diversi metodi (per esempio il vomito autoindotto), per riuscire a non acquisire peso.
Attraverso alcuni studi recenti, si è rilevata una significativa diminuzione del volume di materia grigia nelle pazienti affette da anoressia, specie nel lobo parietale (inferiore e superiore). Tale area sarebbe collegata  alla costruzione e alla modifica delle immagini mentali e soprattutto alla rappresentazione mentale del sé.

Utilizzare l’ipnosi con pazienti affetti da disturbi alimentari non è cosa semplice, soprattutto perchè tali pazienti presentano numerosi comportamenti di controllo. Ciò si registra soprattutto in caso di anoressia. Nel caso della bulimia, invece, differenti studi evidenziano la maggior efficacia dell’ipnosi. Il tipico stato di dissociazione durante alcuni attacchi di fame nervosa, infatti, può essere considerato simile a quello riscontrato durante un procedimento ipnotico.

Tra i disturbi alimentari, c’è anche il  Binge Eating Disorder, detto anche disturbo da alimentazione incontrollata, caratterizzato da mangiare rapidamente una grande quantità di cibo, anche in assenza di appetito o fame; sentirsi spiacevolmente pieni; mangiare in solitudine e sperimentare senso di colpa e vergogna. Il disturbo sembra essere connesso a rabbia, ansia, noia e frustrazione. Sebbene esistano pochissime evidenze scientifiche sulla validità dell’ipnosi e il BED, essa può essere strategica soprattutto per gestire i sentimenti di autosvalutazione della persona e per comprendere le ragioni delle abbuffate. In tal senso, l’ipnosi “lavora” molto non solo sul piano comportamentale, ma anche emozionale.

Oltre alle evidenze cliniche e ai disturbi brevemente descritti, l‘ipnosi viene utilizzata anche per gestire diete e piani alimentari, lì dove la persona “ricada” sempre e comunque in vecchie abitudini o non riesca a seguire la nuova alimentazione. Con l’ipnosi, infatti, si possono “smuovere”  volontà e  motivazione del cliente, oltre  a creare condizionamenti negativi nei confronti di alcuni cibi (es. cliente goloso di dolci che attraverso l’ipnosi, sperimenta una sensazione di sgradevolezza nei confronti degli stessi).

Come al solito, prima di procedere all’utilizzo dell’ipnosi nell’ambito della sfera alimentare, è opportuno procedere ad un’indagine approfondita su altre problematiche e situazioni cliniche eventuali che possano interferire con la situazione della persona.

Ipertrofia dell’Io e Leadership

Sulla leadership si è scritto tanto e si continua a farlo. Forse, sempre nello stesso modo! Una lettura diversamente profonda è quella che si legge in  Umberto Galimberti (Paesaggi dell’anima. Feltrinelli. pp. 138 e segg. Rif.to Prefazione di Gian Piero Quaglino, all’edizione italiana del libro di M.F.R. Kets de Vries, Leader, giullari e impostori. Sulla psicologia della leadership.) che si riporta in modo semi integrale per evitare che alcuni concetti chiave possano essere persi o distorti. Sicuramente, ci fornisce un’ottica non comune e una risonanza peculiare che mi auguro possa echeggiare in molti leader o ritenuti tali.

… “Per essere seria e non velleitaria, la ricerca del potere deve avere quel tanto di patologico che è tipico di tutte le funzioni compensatorie che risolvono fuori di noi i conflitti che non siamo riusciti a comporre dentro di noi … a ciò si accompagna uno smisurato bisogno di attenzione e di affetto non riscosso da bambino, che induce il leader a quella necessità coatta a comparire per riscuotere consenso, seguito e approvazione, nel tentativo di compensare quella scarsa stima di sé che ogni leader profondamente avverte e continuamente rimuove per poter sopravvivere …

Privo di un sé interiore, è costretto a cercare nel riconoscimento esterno il rimedio all’angoscia. Il sogno mortificato da piccolo diventa allora qualcosa da inseguire a tutti i costi da grande. Un sogno che diventa bi-sogno …

I leader di oggi però non si adornano di giullari, che un tempo servivano a non prendere decisioni insensate e non conoscono neanche l’autoironia, prendendosi troppo sul serio, confondendo l’ironia con l’umorismo in una spregiudicata ovvietà e banalità e in un chiassoso senso comune, anziché ricercare e percorrere il senso della vita.

… Costretto nel suo ruolo, il leader stenta a trovare le radici profonde del suo vero Io e quel posto lasciato vuoto viene ricoperto da un impostore, dalla sua apparente imperturbabilità, desolante impersonalità e assenza di un qualsiasi moto d’anima. Costretto com’è a compensare con la stima attestatagli dagli altri l’assoluta disistima di sé, e con la dipendenza cieca e assoluta dagli altri l’assoluta mancanza di indipendenza, il leader, al pari di un mendicante, è costretto  a vivere di carità pubblica … 

L’anima del leader è a brandelli e la scarsa identità lo rende adatto alle esigenze del mercato, così come la sua sottomissione alle regole di un’organizzazione … L’idealizzazione del potere lo rende propenso a sacrificare per intero i residui della propria personalità. Il leader allora affronta progressivamente un’incapacità empatica, una sorta di alessitimia, ritrovandosi nell’indifferenza, nella noia e nella frustrazione. Sanno, infatti, di essere amati per ciò che non sono … Ma è proprio la povertà della loro anima interiore che eviterà confusioni sulle decisione da prendere in quella esterna, poiché è l’unica cosa che interessa alle organizzazioni.

Subordinati di tutto il mondo, non abbiate paura dei vostri leader: non sono dio, sono meno di un uomo.”

 

Stress e Salute

In generale, lo stress, non viene considerato una malattia, ma può far insorgere disturbi psicofisici molto rilevanti. Inoltre, scoperte recenti, indicano che livelli elevati di stress possono causare anche la modificazione del DNA.

Possiamo distinguere le seguenti manifestazioni dello stress:

1. MANIFESTAZIONI FISIOLOGICHE: le reazioni di stress sono una preparazione alla lotta o alla fuga. Le reazioni fisiologiche tipiche diventano allora: aumento della pressione arteriosa, accelerazione della coagulazione sanguigna, tachicardia o aritmia, tensione muscolare con conseguenti algie a carico del collo, del capo e delle spalle, produzione eccessiva di succhi gastrici. Vengono interessati conseguentemente tutti gli organi e gli apparati.
2. MANIFESTAZIONI EMOTIVE: reazioni di ansia e depressione, senso di disperazione e impotenza. Lo stato temporaneo può diventare più profondo e prolungato e superare i limiti della norma, sfociando nella patologia.
3. MANIFESTAZIONI COGNITIVE: in condizioni di stress, molti lavoratori hanno difficoltà a concentrarsi, a ricordare e memorizzare, ad apprendere nuove cose, a essere creativi e a prendere decisioni. Anche in questo caso, superate certe soglie, le suddette reazioni possono comportare uno stato disfunzionale.


4. MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI: l’esposizione allo stress porta il lavoratore a comportamenti di “automedicamento” quali l’abuso di alcool e fumo. Altri lavoratori cercano conforto nel cibo, aumentando così il rischio di obesità e di conseguenti patologie cardiovascolari e diabete. Un’altra valvola di sfogo è l’abuso di sostanze psicoattive e il conseguente aumento del comportamento antisociale. Fra gli esiti clinici connessi allo stress sul lavoro, figurano (Unione Europea): le malattie cardiovascolari, il cancro, le affezioni respiratorie e le “cause esterne” (infortuni e suicidi). Esse determinano circa il 75% di tutti i decessi.

In Europa oltre il 34% delle donne e il 41% degli uomini di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono fumatori abituali. Uno dei motivi che inducono a iniziare a fumare o che impediscono di smettere di fumare è lo stress legato all’attività lavorativa.             L’elevata assunzione di alcol aumenta il rischio di carcinoma epatico primario e di tumori a carico del tratto digestivo superiore, oltre che di infortuni e comportamenti suicidari e antisociali. Anche in questo caso, lo stress sul lavoro è uno dei fattori che determinano il consumo elevato di alcolici. Circa il 63% dei giovani dell’Unione Europea ammette di essersi ubriacato almeno due volte. E’ lecito temere che essi ricorrano agli alcolici se e quando, nella loro vita, non riusciranno a trovare lavoro, oppure dovranno far fronte a situazioni di stress lavorativo.

Cardiopatia e Ictus.

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nei Paesi dell’Unione Europea. La combinazione di elevati livelli di impegno psicologico, la scarsa autonomia decisionale e il controllo, si traducono in uno stato di tensione che aumenta il rischio di morbilità o mortalità cardiovascolare.

La percentuale di malattie cardiovascolari dovute allo stress lavorativo e pari al 20% circa. Se il lavoro è particolarmente sedentario, la percentuale sale vertiginosamente sino al 50% circa. Riguardo all’ictus, le evidenze sperimentali sono meno univoche ma i fattori di rischio sono simili a quelli segnalati per la cardiopatia ischemica, il fumo, l’ipertensione, l’alimentazione inadeguata e il diabete.

Cancro.

Un terzo di tutti gli uomini e un quarto di tute le donne nell’UE si ammalano di cancro prima dei 75 anni. Un uomo su cinque e una donna su dieci muore di cancro prima di aver raggiunto tale età.

Lo stress lavorativo, in sé, non provoca probabilmente il cancro ma, può sostanzialmente contribuire a una serie di comportamenti da stress che aumentano il rischio di essere colpiti da tale malattia. I più importanti sono il fumo, la sovralimentazione e l’eccessivo consumo di grassi, la promiscuità.

Patologie osteomuscolari.

La combinazione di tensione muscolare e traumi multipli a carico di alcune parti dell’apparato locomotore possono determinare sintomi dolorosi ricorrenti che comportano una limitazione della funzionalità a carico degli arti superiori, del collo e del tratto lombale. Grande attenzione va data, quindi, all’ergonomia sul posto di lavoro.

Patologie gastroenteriche.

Lo stress lavorativo può comportare dispepsie non accompagnate da ulcere e sindromi del colon irritabile.

Disturbi d’ansia.

L’ansia è un comune segnale dello stress lavorativo. Tra i disturbi d’ansia figurano maggiormente il disturbo da stress acuto, caratterizzato da ansia e dissociazione e il disturbo post-traumatico che deriva da particolari eventi traumatici. Nel campo lavorativo basti pensare ad eventi quali incendi, rapine, infortuni gravi.

Disturbi depressivi.

Particolari condizioni e situazioni della vita lavorativa, in correlazione con eventi della sfera privata, che provocano una particolare lesione dell’autostima nel soggetto, possono generare una depressione clinica. I disturbi depressivi, diversamente intesi e classificati a seconda di specifici criteri, possono comportare, in associazione, altri disturbi cognitivi ed emotivi.

 

 

 

Mirco Turco - Ipnosi

IPNOSI: Guida Pratica

L’Ipnosi non è:

-Una forma di manipolazione mentale
-Uno stato di sonno profondo
-Una forma di persuasione
-Uno stato di completa impotenza

L’Ipnosi è:

-UNO STATO NATURALE
-UNA STRATEGIA PER MOBILITARE LE RISORSE INCONSCE
-UNA FORMA ELETTIVA DI COMUNICAZIONE

-La maggioranza delle persone può essere ipnotizzata.
-Indipendentemente dalle applicazioni, l’ipnosi è rigenerante.
-La persona non può rimanere “intrappolata” nello stato di ipnosi.
-La persona non perde coscienza.
Utilità e Applicazioni.
-La maggior parte dei disturbi psicosomatici  (Disturbi della pelle, Algie, Gastriti, …)
-Stress e Ansia
-Paure, panico, fobie
-Disturbi nella sfera alimentare
-Stati depressivi
-Comportamenti viziosi (fumo, alcool, iperfagia, diete, …)
-L’ipnosi si utilizza anche in ambito medico
Come funziona?
L’Ipnosi può essere indotta attraverso un progressivo stato di rilassamento. Solitamente, la persona è comodamente seduta su una poltrona. Può avvenire però anche in modo “dinamico”, in una posizione “ortostatica” (in piedi).
Durata:
La durata è variabile (da pochi minuti ad ore). OGNUNO DI NOI HA UNA SUA PERSONALE SUSCETTIBILITA’ IPNOTICA
Teorie di riferimento:
-Alterazione della coscienza (senso di irrealtà, percezioni strane, pesantezza e/o leggerezza, …)
-Teoria Socio-cognitiva (rapporto tra ruoli)
-Teoria della Relazione arcaica (modalità paterne-materne)
-Teoria Neurobiologica (modificazioni)
  • Ogni 90 m circa abbiamo un calo dell’attenzione e tendiamo a sviluppare dei fenomeni ipnotici spontanei … In quei momenti la mente divaga, fantastica, si “svuota” …
Segni esteriori:
1Sospensione della mobilità
2Movimenti riflessi
3Prevalenza di movimenti del lato non dominante del corpo
4Barcollamento
5Catalessia
6Riduzione tono muscolare
7Arrossamento tessuti
8Maggiore visibilità vene
9Contrazioni
10Cedimenti delle ginocchia
11Reclinamento della testa
12Atonia e inespressività del volto
13Impallidimento
14Attenuazione pieghe del volto
15Simmetria
16Broncio
17Decontrazione della mascella
18Schiudersi delle labbra
19Tremolii e tic alle labbra
20Assenza o attenuazione reazioni d’allarme
21Vibrazione palpebre
22Riduzione drastica deglutizione
Indici al risveglio:
-Disorientamento
-Difficoltà di equilibrio
-Passività
-Sonnolenza
-Confusione
-Alterazione senso del tempo
-Esperienze riferite alterazione coscienza
Facciamo chiarezza. Che cos’è quindi l’Ipnosi?
Lo stato ipnotico è una realtà neurofisiologica che non può essere ottenuta nè con l’immaginazione guidata nè tanto meno con la simulazione controllata. I dati raccolti derivano da osservazioni umane, strumentali indirette (EEG), e strumentali dirette (neuro- imaging, PET, risonanza magnetica, ecc.). L’ipnosi può essere considerato “uno stato” particolare, esclusivo e profondo di relazione. L’ipnosi è una forma elettiva di comunicazione e interazione e consente un più facile “accesso” all’inconscio della persona.
Cosa accade durante l’Ipnosi?
“In quei momenti le persone (…) tendono a fissare lo sguardo (…) possono chiudere gli occhi, immobilizzare il corpo, reprimere certi riflessi e sembrano momentaneamente dimentiche di tutto ciò che le circonda, sino a quando non abbiano completato la loro ricerca interiore” (M. Erickson)
Durante la fase induttiva si verifica un cambiamento dello stato di coscienza. Si riscontrano variazioni sull’elettroencefalogramma. Si ha un rallentamento ed una variazione di altre attività (respiro, pulsazioni cardiache, …). In generale, in base alla “profondità della trance”, si possono distinguere:
1. stati ipnoidi (pesantezza, rilassamento, chiusura delle palpebre);
2. trance leggera (catalessi);
3. trance media (amnesie, anestesie, …);
4. trance profonda (amnesia e anestesia completa, sonnambulismo, allucinazioni).
Fenomeni riscontrabili:
regressione o avanzamento di età; amnesia; analgesia; anestesia; comportamento automatico; dissociazione; catalessi; allucinazioni; ipermnesia; risposte ideomotorie e/o ideosensorie; distorsione del tempo; …
Eventuali difficoltà:
Le difficoltà che si possono riscontrare nell’applicare l’ipnosi possono essere svariate, ma sovente, sono legate al rapporto tra ipnotista e ipnotizzato. In genere, infatti, tutti siamo ipnotizzabili, pur se si registra una percentuale di soggetti resistenti. Altre difficoltà sono legate alla personalità del soggetto che si intende ipnotizzare e/o all’eventuale presenza di psicopatologie conclamate di tipo psicotico (pur se esistono ricerche sull’ipnosi applicata con soggetti schizofrenici).  L’alterazione dovuta a sostanze psicotrope è, inoltre, quasi sempre incompatibile con la tecnica ipnotica.
!!! In ogni caso, affidati sempre ad uno specialista del settore (Psicologo o Medico).

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