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Il Cannibalismo

Il cannibalismo, fenomeno ritenuto come il frutto di una vera aberrazione della mente umana e praticato solo nel lontano passato, risulta invece diffuso universalmente anche ai nostri giorni.
L’antropofagia viene studiata non solo secondo un approccio etnologico, ma anche sotto un’ottica psicologica e psichiatrica. Vi sono, infatti, diversi tentativi odierni di confronto: dal cannibalismo come pratica di alcuni gruppi, alla triste e mostruosa realtà dei serial killers.
La Psicoanalisi considera il cannibalismo in riferimento alla fase orale dello sviluppo libidico e più specificatamente alla componente sadica, dove si assiste ad un desiderio di incorporazione dell’oggetto amato che verrà poi sostituito dall’identificazione. Altri studi hanno evidenziato che se l’atto del morsicamento può essere considerato “normale” in talune fasi dello sviluppo, un eccesso della pulsione cannibalica può sfociare nella malattia.
Secondo alcune ricerche di settore, esisterebbe un cannibalismo profano, legato cioè al concetto di carne umana come semplice alimento; un cannibalismo giuridico, praticato verso persone che hanno commesso un crimine e che sono considerati nemici; un cannibalismo magico, praticato con lo scopo di accrescere i poteri individuali attraverso il cibarsi di carne umana; il cannibalismo rituale, legato a complesse attività cerimoniali e a particolari occasioni.
Le origini del cannibalismo sono anche “studiate” attraverso l’utilizzo del linguaggio metaforico. Espressioni quali “ti mangerei di baci”, “vorrei mangiarti”, “sei buono come il pane”, “sei una persona squisita”, … sono spesso rivolte a persone che ammiriamo o che, comunque, ci piacciono. In tal caso, dovremmo parlare proprio di una forma di cannibalismo verbale o metaforico. L’utilizzo di tale fraseologia, secondo alcuni studiosi, è mossa dalla necessità di esprimere le proprie emozioni verso qualcuno. Si pensi, infatti, anche alla fraseologia tra persone innamorate o amanti.


Il cannibalismo “moderno” viene affrontato, invece, attraverso studi sui crimini violenti. Basta far riferimento ad alcuni serial killer: F.H.K. Haarmann, meglio conosciuto come il lupo mannaro di Hannover (1918-19249); Albert Fisch, uno dei peggiori cannibali di tutti i tempi (1870-1936); Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee (1960-1994); A.R. Chikatilo, il mostro russo (1936-1994); … In questi casi, l’antropofagia viene considerata una pratica psicopatologica e viene studiata in un’ottica psichiatrica.
Un semplice bisogno apre spesso le porte di un mondo complesso!

SE IL CLOWN IT POTESSE PARLARE …

Se il clown It potesse parlare …

Mi sento inquietante, a tratti, angosciante e perturbante. Il mio aspetto è strano, direi ambiguo. È difficile per voi sapere cosa penso effettivamente o quale sarà la mia prossima mossa. Mi muovo “diversamente”, eppure, sono umano! Ho contorni sfumati, accentuati, simil distonici. Divento incoerente, bizzarro e soprattutto imprevedibile … forse, è soprattutto questo che vi allarma.
Rappresento il chiaro esempio di una “valle perturbante”*! Certo è che trovare il nome specifico della vostra fobia (coulrofobia) nei miei riguardi, poco servirà e comunque alimenterà il mio potere!
Negli individui è sovente l’ambivalenza a creare un certo “brivido”, attivando reazioni primitive, la fuga come la paralisi.


Mi sento un personaggio lungo una linea di confine, tra ciò che intrattiene e diverte e ciò che può essere ambiguamente seducente e maligno. Nel circo, come nella letteratura e nel cinema ho avuto il mio ruolo ma il vissuto è sempre di chi mi guarda!
Allora, esaspero il dubbio costante sull’identità degli individui, che possono trasformarsi improvvisamente in qualcosa di diverso da come normalmente appaiono.
È un improvviso sovvertimento, in cui si mescolano desideri e paure profonde e segrete. Colui che mi osserva, al contempo, può addentrarsi in territori in cui angoscia e piacere non sono rigidamente separati e dove la percezione del mostruoso arreca turbamento e ugual soddisfazione. Siete costretti, allora, a confrontarvi con il potere degli archetipi …
Le grandi emozioni, utili alla sopravvivenza, cambiano schema in me, mutando senso, camuffandosi, comprendosi, nascondendosi, trasformandosi e quindi ingannandovi. Questa mia “capacità” scuote il vostro inconscio, spingendosi verso ciò che diventa spaventosamente affascinante.

 

 

*“La sensazione di familiarità e di piacevolezza generata in un campione di persone da robot e automi antropomorfi, aumenta al crescere della loro somiglianza con la figura umana, fino ad un punto in cui l’estremo realismo rappresentativo, produce però un brusco calo delle reazioni emotive positive, destando sensazioni spiacevoli come repulsione e inquietudine, paragonabili al perturbamento”.

 

Strane storie di Anime Dannate

Strane storie di anime dannate.

Qualche tempo fa, lessi una descrizione di un caso, molto peculiare, fuori dal “clinico ordinario” …
( …) la paziente negava l’esistenza di alcuni parti del corpo, ma anche della realtà esterna, di Dio e del Diavolo; riteneva di non avere lo stomaco e, di conseguenza, di non avere bisogno di nutrirsi. L’ammalata sviluppò, successivamente, la convinzione di non poter più morire di morte naturale e di essere “dannata” per l’eternità.
L’immortalità era concepita dalla paziente con un significato negativo di condanna e pena. A volte, riteneva di non avere un nome, di non essere mai nata e di non avere avuto mai un padre o una madre. Nella fase finale della malattia, la paziente sembrava distaccarsi progressivamente da tali deliri e raccontava i propri vissuti senza alcuna partecipazione affettiva. L’esito finale era una sorta di cronicizzazione e di deterioramento mentale.
Tale descrizione non esce da un film originale, ma è la sintomatologia di un disturbo grave chiamato “delirio di negazione” o “delirio nichilistico” o sindrome di Cotard, dal nome di un neurologo francese che la studiò. E’ una rara condizione clinica, identificata e diagnosticata, ad oggi, appena un centinaio di volte, in cui i pazienti negano l’esistenza del proprio corpo e, a volte, della propria anima, o del proprio nome o dell’età. Sostengono di esseri morti, di sentire l’odore della propria carne in putrefazione, … La negazione si estende sovente alla realtà esterna, al mondo e all’universo. I pazienti affetti da tale patologia sono realmente convinti delle loro affermazioni! Dopo un primo momento di forte angoscia, segue una fase di impoverimento, nella quale le proprie visioni o i propri deliri non sortiscono più alcuna reazione di tipo emotivo.
La sindorme di Cotard può manifestarsi nella depressione, in alcune forme di schizofrenia o a causa di problematiche di tipo neuro-psicologico.
Oltre a tale condizione “bizzarra”, possono esistere altre alterazioni simili quali la sindrome di Capgras, caratterizzata dalla convinzione che una persona familiare sia stata sostituita da un sosia; la sindrome di Fregoli, che consiste nel riconoscere in estranei la stessa persona; l’intermetamorfosi, in cui il paziente crede che le persone a lui vicine, cambino spesso identità mantenendo però lo stesso aspetto; la sindrome del doppio o paramnesia duplicativa, in cui il malato può ritenere, ad esempio, che la casa dove lui abita, non sia la sua, ma una identica.
… Strane cose accadono, a volte, dentro di noi e intorno a noi!

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