Chi è il Profiler
Chi è il PROFILER.
Il Profiler è un professionista speciale, come direbbe Picozzi, ed è immerso in un mondo sostanzialmente articolato, ricco di sfumature e risonanti risvolti. Naviga in un mare complesso, poiché si occupa di comportamento umano e di comportamento criminale.
Oggi, più che mai, è necessario fare chiarezza, soprattutto considerando il proliferare di corsi e pseudoformazione nel settore criminologico ed investigativo.
Studiare criminologia applicata e diventare dei professionisti del settore non è “questione di seminari formativi”, ma è “questione di una vita” … Studiare e conoscere le dinamiche criminali, gli aspetti psicopatologici, le sfaccettature dei reati non può essere solo una passione. È questione di studio e applicazione costante!
Per diventare profiler occorre, in primis, una laurea specifica (discipline psicologiche e medico-psichiatriche). Successivamente, un perfezionamento e/o specializzazione in alcuni settori. Il profiler deve avere una conoscenza vasta ed “enciclopedica”.
L’Edipo re di Sofocle appare, senza dubbio, la narrazione di uno dei più perfetti dei delitti … e rappresenta, al contempo, un esempio calzante della “sorte di un investigatore moderno” e anche di un profiler. L’investigatore, infatti, ignora di stare cercando se stesso e la sua missione di ridare ordine ad un mondo sconvolto da crimini, si scontra con il sacrificio di farsi carico di alcune colpe (parricidio e incesto), sopportando la dolorosa esperienza dell’esilio. Il profiler ha dunque una “vocazione tragica”.
Senza dubbio, oltre a tali sfumature suggestive di una professione affascinante, il profiler deve essere anzitutto un conoscitore appassionato di “storia del crimine” e delle vere basi criminologiche, che vanno dalla fisiognomica, alla frenologia, all’antropologia di Lombroso, sino alle prime classificazioni di Kretshmer. Ma è nel Giulio Cesare di Shakespeare che troviamo già un primo riferimento al profiling: “Quel Cassio ha un aspetto magro e famelico; pensa troppo; di rado sorride: tali uomini sono pericolosi, non hanno mai l’animo tranquillo …”
In verità, attività di profiling, probabilmente, sono insite nella natura umana. Molte persone e noi stessi processiamo informazioni ed elaboriamo profili. “ … Papà, tu sei molto fisico e deciso … ogni tanto fai quegli occhi così … fai paura …”. Così, si esprimeva mia figlia Greta, quando aveva 7 anni!
Il primo grande successo di profiling è senza dubbio quello che vedrà la cattura di George Meteski, il 20 gennaio 1957, grazie proprio al profilo redatto da Brussel.
“L’attentatore è un maschio. Storicamente i dinamitardi sono maschi. Egli ha motivi di rivendicazione nei confronti dell’azienda Con Edison. Egli crede di essere stato danneggiato dalla compagnia ed è in cerca di vendetta (lettere minatorie); l’attentatore è un classico esempio di paranoide; ha circa 50 anni (la paranoia ha un esordio intorno ai 35 ed egli è attivo da 16 anni); l’attentatore è ben curato, meticoloso; è ipersensibile alla critica; è sufficientemente istruito; ha un irrisolto complesso edipico (forma fallica degli ordigni; forma lettera W curata evoca i seni femminili) … quando lo catturerete vestirà elegante, probabilmente in doppio petto!!!”
Dal 1970 in poi, il profiling diviene oggetto di osservazione e studio, tanto che L’FBI crea il programma di profilo criminale e nasce il Centro di Psicologia Criminale Applicata: 1972: Behavioral Science Unit (BSU); 1976: Ressler e Douglas (studiano i Serial killer); 1992: Crime Classification Manual.
PROFILING significa profilo, ovvero chiara e breve biografia che descrive le caratteristiche più salienti di un soggetto. Nel gergo, spesso, si usano: Criminal Profiling, Behavior Profiling, Criminal Personality Profiling, Criminal Investigative Analysis, Forensic Profiling, Psychological Profili.
Assunto principale del profiling:
- L’offender durante l’esecuzione di un crimine esibisce un determinato modello di comportamento.
- Il modello di comportamento lascia delle tracce.
- L’individuazione e lo studio di quel modello permette di inferire alcune caratteristiche bio-psicologiche dell’autore del crimine.
- Nella suspect-list alcuni soggetti presenteranno tali caratteristiche e saranno oggetto di ulteriore attenzione.
Un profiler deve “studiare bene” le azioni criminali, ma soprattutto ciò che c’è dietro. Non è un caso che si parli anche di Analisi Comportamentale.
Un profiler deve conoscere anche tutto ciò che riguarda una scena del crimine. Una scena del crimine è un luogo in cui è avvenuto almeno un fatto criminoso e dove in spazi e tempi specifici e definiti, più attori si trovano coinvolti in determinate dinamiche mosse da almeno una motivazione. Essa comprende l’area nella quale possono essere recuperate alcune prove da parte della polizia scientifica e dagli scienziati forensi. (Turco, Lodeserto, Bruscella, 2016).
Deve essere necessariamente anche un esperto di comunicazione ed interrogatorio. Tecniche, procedure, metodi e tecnologie possono essere di supporto in tale aspetto. Deve, quindi, possedere una certa flessibilità cognitiva e apertura mentale. L’intelligenza relazionale ed emotiva diventano prerequisiti strategici.
Un profiler è anche un esperto di vittimologia.
La vittimologia riguarda lo studio completo e la ricostruzione della storia della vittima, che include lo stile di vita, i tratti di personalità, l’occupazione, … Domande essenziali sono: Perché la vittima è divenuta bersaglio dell’offender? Come è stata scelta la vittima? In quale mondo l’offender si è avvicinato alla vittima? Quale è stata la reazione della vittima? Ricordiamo che la vittimologia è una disciplina specifica. In tale ambito, occorre anche molta preparazione in caso di morte sospetta, Equivocal Death.
Il profiler è anche un esperto di sicurezza, poiché il suo scopo è anche far vivere la gente senza preoccupazioni, attenta e senza che la paura condizioni …
LO STUDIO DEL CRIMINE COMINCIA CON LA CONOSCENZA DI SE STESSI …
(H. Miller)
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