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Ipnosi Regressiva

L’IPNOSI REGRESSIVA ha lo scopo strategico di svelare la vita, gli accadimenti, gli errori e gli “incidenti” di un passato, anche abbastanza remoto, per intuire e riapprendere verità e “lezioni” utili alla vita attuale, con la finalità di viverla più serenamente. Se sei scettico, stai tranquillo. Anche io lo ero e oltre a me, anche altri esperti internazionali, quali ad esempio il famosissimo Brian Weiss. La trance ipnotica crea in ogni caso benefici, poiché, di base, la stessa ipnosi è considerato un fenomeno psicosomatico. Inoltre, attraverso la regressione puoi sicuramente riattivare risorse e potenzialità sopite, “ricevendo” anche messaggi strategici per il tuo inconscio, pregni di significato e attivatori di consapevolezza.

Attraverso l’IPNOSI REGRESSIVA potrai:
– ricordare il tuo passato 

– acquisire informazioni e consapevolezze
– comprendere meglio la tua vita attuale
– sciogliere noti e acquisire maggiore serenità
– risolvere disagi psicofisici
– risolvere conflitti e blocchi emozionali e relazionali
– ricevere messaggi per l’Anima


L’IPNOSI REGRESSIVA viene indotta progressivamente, attraverso un procedimento simile all’ipnosi Ericksoniana. Lo scopo è raggiungere un diverso stato di coscienza, “accompagnando” la persona anche oltre i confini del tempo e dello spazio, conosciuti e sconosciuti. Lo scopo primario è sempre quello di “recuperare” informazioni e ricordi che in qualche modo condizionano il presente e la vita attuale. La persona riesce a “sbloccarsi” e a riattivare risorse e potenzialità. Tale meccanismo non può essere considerato “magia”, poiché, ad esempio, durante gli stadi di ipnosi, si registra anche una variazione delle onde cerebrali (onde Theta e Delta).

Il mondo medico rimane ancora ad una certa distanza dall’ipnosi regressiva, poiché non riesce, di fatto, a spiegarla scientificamente. Ma la pratica è sempre più diffusa e importanti centri universitari se ne occupano oggi (esistono considerevoli prove empiriche di oltre 50 anni di ricerca). Ian Stevenson, ad esempio, sostiene che l’anima può reincarnarsi in qualcuno di diversa razza, nazionalità religione, genere e può sviluppare o mantenere talenti, disagi, cicatrici, … ll Dr Tucker ha esaminato, invece, numerosi casi di bambini che avevano ricordi vividi su vite passate. In realtà le testimonianze e gli studi sono davvero tanti … (una ricerca analitica e ragionata sul web ve ne darà dimostrazione). Il dott. Tucker afferma che la coscienza è energia su un livello quantico subatomico ed è quindi contenuta nel corpo senza farne parte. Secondo la meccanica quantistica la coscienza potrebbe continuare a vivere dopo la morte poichè viene rilasciata nell’universo attraverso particelle subatomiche.  D’altra parte, Max Planck, padre della teoria dei quanti, considerava la coscienza come fondamentale e la materia come “secondaria”. La coscienza, in tale prospettiva, non sarebbe dipendente da un cervello fisico e potrebbe appunto sopravvivere!

 

Cosa ancora non sai sull’IPNOSI e su di ME

L’IPNOSI è una forma elettiva di comunicazione e non rappresenta una pratica magica come molti ancora credono. L’IPNOSI è una tecnica efficace per affrontare e gestire svariate problematiche e non solo di tipo psicologico, ma viene utilizzata anche in ambito medico. L’IPNOSI si utilizza anche come strumento per accrescere le potenzialità umane, per implementare la motivazione e per smuovere risorse utili con lo scopo strategico di raggiungere i propri obiettivi.

Probabilmente, NON SAI che:

  1. l’IPNOSI è uno “stato naturale” (il tuo cervello è predisposto ad entrare in uno stato di ipnosi ogni 90 minuti)
  2. l’IPNOSI non crea dipendenza
  3. l’IPNOSI non equivale a DORMIRE
  4. con l’IPNOSI non si perde la coscienza (in realtà si verifica un’alterazione dello stato di coscienza)
  5. non si può rimanere INTRAPPOLATI in uno stato ipnotico
  6. l’IPNOSI non è controproducente
  7. l’IPNOSI è un fenomeno psicosomatico

Ad oggi ho utilizzato l’IPNOSI per:

  • conoscenza, riduzione e gestione dello stress
  • riduzione e risoluzione problemi di ansia e panico
  • riduzione e risoluzione problemi sfera depressiva
  • riduzione e risoluzione problemi sfera alimentare
  • riduzione e risoluzione disturbi della pelle e altri problemi psicosomatici
  • riduzione e gestione balbuzie
  • riduzione, gestione e risoluzione fobie specifiche (es. temporali, guida, insetti, …)
  • gestione problemi e conflitti relazionali e affettivi
  • gestione della performance scolastica e universitaria
  • gestione della performance sportiva (equitazione, sport da combattimento, tennis)
  • gestione e risoluzione Internet Addiction e gioco patologico
  • gestione e risoluzione dipendenze (tabacco, alcool)
  • gestione del Disturbo Post Traumatico da Stress
  • implementazione motivazione
  • gestione piani alimentari e diete
  • gestione e risoluzione problemi di procrastinazione
  • gestione Sindrome di Silver Russel
  • gestione, riduzione  e risoluzione disturbi del sonno

In ambito clinico-medico:

  • analgesia e anestesia ipnotica (microinterventi chirurgici)
  • gestione del dolore post operatorio
  • emicrania muscolo-tensiva

In ambito criminologico:

  • rapine mediante ipnosi
  • vittimologia
  • interrogatorio

 

IPNOSI e REGRESSIONI

Il fenomeno della “regressione” è in realtà un’esperienza comune in uno stato profondo di ipnosi. Sovente, si verifica in modo spontaneo. In fase di “risveglio” le persone riferiscono di aver recuperato qualità e quantità di ricordi anche abbastanza datati.

La regressione è quindi un fenomeno reale? SI e in alcuni casi è molto importante per andare al “nocciolo” del problema. Ricordo il caso di una persona con una fobia specifica per l’auto (non riusciva a stare dal lato passeggero). Attraverso la regressione ha ricordato di aver subito violenza fisica da parte del padre quando era molto piccola e si trovava proprio in auto, lato passeggero. Il recupero dell’informazione è stato illuminante per la risoluzione istantanea della fobia … In un altro caso, la regressione è servita per scoprire la causa di una strana avversione al freddo e al ghiaccio (scoprimmo che la persona, quando era neonata, cadde dal passeggino mentre era in vacanza sulla neve con i propri genitori). Un altro caso interessante è quello di un ragazzo che era convinto di aver vissuto esperienze di molestie da parte di una zia quando era in tenera età. In realtà, scoprimmo che era un falso ricordo! E poi, riporto una personale esperienza: per anni ho avuto uno strano dolore alla spalla dx, non giustificato da altra causa medica. Tramite regressione ho scoperto di aver avuto un problema proprio alla spalla dx durante la nascita. Il dolore è completamente scomparso!

Esiste la Regressione a Vite Precedenti? Personalmente ho “provato sulla mia pelle” questa esperienza e sono “accadute” cose alquanto strane e affascinanti. In verità sono riuscito a “spiegarmi” alcune mie attitudini particolari o peculiarità … Negli anni ho incontrato diverse persone orientate a tale esperienza e che sono poi riuscite a risolvere situazioni e problematiche psicologiche e mediche. L’argomento richiede sicuramente un approfondimento che non mancherà e che troverete sul mio sito.

IPNOSI ISTANTANEA e NON VERBALE

Oltre all’IPNOSI Ericksoniana classica, che parte da uno stato progressivo di rilassamento, esiste anche un’IPNOSI che utilizza il linguaggio non verbale e quello simbolico. Inoltre, attraverso questa forma di ipnosi, si può raggiungere uno stato di trance anche in pochi istanti. Anche in tal caso non è un procedimento magico, ma si agisce istantaneamente sull’inconscio della persona e sulla fisiologia, “stimolando” strategicamente alcune zone cerebrali (ad es. l’amigdala).

Forse, NON SAI ANCORA che l’IPNOSI si può applicare anche durante la conversazione (ipnosi conversazionale) e che rappresenta non solo una strategia terapeutica, ma anche una forma di persuasione molto potente. Alcune tecniche, infatti, possono essere “insegnate” nell’ambito della Comunicazione Strategica, nella Risoluzione dei Conflitti e della Negoziazione.

Ipnosi e Studio

Può l’ipnosi migliorare la performance scolastica?

Può l’ipnosi influire strategicamente sulla memoria e la concentrazione?

Può l’ipnosi aumentare il processo creativo?

Già nel 2006 fu dimostrato (Columbia University) che l’ipnosi agisce profondamente sui processi cognitivi.  Sembra che in stato di ipnosi, alcuni stimoli appresi vengano assorbiti con maggior vividezza rispetto ad uno stato di veglia normale. Ciò influisce direttamente sulla memoria. Inoltre, durante lo stato ipnotico si verifica una maggior attivazione di aree cerebrali deputate alla concentrazione.

Ulteriori studi hanno dimostrato che in stato ipnotico la persona è in grado di migliorare l’elaborazione semantica e di accedere più facilmente al pensiero creativo. Ciò si verificherebbe anche con maggior “velocità e accuratezza nella risposta”.

L’ipnosi agisce migliorando la memoria, la concentrazione, la creatività, ma non solo. Favorisce un maggior controllo delle proprie risorse cognitive ed è sicuramente utile per migliorare la performance nello studio. Un ulteriore studio illuminante a questo proposito ha dimostrato che i voti di alcuni studenti che partecipavano a delle sedute di gruppo di ipnosi sono migliorati rispetto ai gruppi di controllo. Ciò fa emergere che l’ipnosi è un ottimo strumento anche in situazioni di gruppo.

L’ipnosi è un utile strumento anche per affrontare e gestire il problema complesso della procrastinazione, ovvero la tendenza a rimandare. Si calcola, infatti, che la procrastinazione accademica sia molto diffusa (70% circa). Essa, inoltre, è connessa ad altre problematiche dello studente, come la gestione del tempo e delle priorità e la distraibilità. (cfr articoli specifici sul sito)

Fame nervosa? Prova con l’Ipnosi

Durante alcune fasi dello sviluppo è probabile che possano insorgere delle problematiche legate all’alimentazione. Tra queste, sicuramente l’anoressia e la bulimia sono quelle più note e diffuse.
L’anoressia nervosa è caratterizzata  da un rifiuto persistente del cibo e dalla paura ossessiva di ingrassare .  La bulimia, invece, è un disturbo dell’alimentazione che presenta fasi caratterizzate dall’assunzione di grandi quantità di cibo seguite da fasi in cui vengono attuati diversi metodi (per esempio il vomito autoindotto), per riuscire a non acquisire peso.
Attraverso alcuni studi recenti, si è rilevata una significativa diminuzione del volume di materia grigia nelle pazienti affette da anoressia, specie nel lobo parietale (inferiore e superiore). Tale area sarebbe collegata  alla costruzione e alla modifica delle immagini mentali e soprattutto alla rappresentazione mentale del sé.

Utilizzare l’ipnosi con pazienti affetti da disturbi alimentari non è cosa semplice, soprattutto perchè tali pazienti presentano numerosi comportamenti di controllo. Ciò si registra soprattutto in caso di anoressia. Nel caso della bulimia, invece, differenti studi evidenziano la maggior efficacia dell’ipnosi. Il tipico stato di dissociazione durante alcuni attacchi di fame nervosa, infatti, può essere considerato simile a quello riscontrato durante un procedimento ipnotico.

Tra i disturbi alimentari, c’è anche il  Binge Eating Disorder, detto anche disturbo da alimentazione incontrollata, caratterizzato da mangiare rapidamente una grande quantità di cibo, anche in assenza di appetito o fame; sentirsi spiacevolmente pieni; mangiare in solitudine e sperimentare senso di colpa e vergogna. Il disturbo sembra essere connesso a rabbia, ansia, noia e frustrazione. Sebbene esistano pochissime evidenze scientifiche sulla validità dell’ipnosi e il BED, essa può essere strategica soprattutto per gestire i sentimenti di autosvalutazione della persona e per comprendere le ragioni delle abbuffate. In tal senso, l’ipnosi “lavora” molto non solo sul piano comportamentale, ma anche emozionale.

Oltre alle evidenze cliniche e ai disturbi brevemente descritti, l‘ipnosi viene utilizzata anche per gestire diete e piani alimentari, lì dove la persona “ricada” sempre e comunque in vecchie abitudini o non riesca a seguire la nuova alimentazione. Con l’ipnosi, infatti, si possono “smuovere”  volontà e  motivazione del cliente, oltre  a creare condizionamenti negativi nei confronti di alcuni cibi (es. cliente goloso di dolci che attraverso l’ipnosi, sperimenta una sensazione di sgradevolezza nei confronti degli stessi).

Come al solito, prima di procedere all’utilizzo dell’ipnosi nell’ambito della sfera alimentare, è opportuno procedere ad un’indagine approfondita su altre problematiche e situazioni cliniche eventuali che possano interferire con la situazione della persona.

Mirco Turco - Ipnosi

IPNOSI: Guida Pratica

L’Ipnosi non è:

-Una forma di manipolazione mentale
-Uno stato di sonno profondo
-Una forma di persuasione
-Uno stato di completa impotenza

L’Ipnosi è:

-UNO STATO NATURALE
-UNA STRATEGIA PER MOBILITARE LE RISORSE INCONSCE
-UNA FORMA ELETTIVA DI COMUNICAZIONE

-La maggioranza delle persone può essere ipnotizzata.
-Indipendentemente dalle applicazioni, l’ipnosi è rigenerante.
-La persona non può rimanere “intrappolata” nello stato di ipnosi.
-La persona non perde coscienza.
Utilità e Applicazioni.
-La maggior parte dei disturbi psicosomatici  (Disturbi della pelle, Algie, Gastriti, …)
-Stress e Ansia
-Paure, panico, fobie
-Disturbi nella sfera alimentare
-Stati depressivi
-Comportamenti viziosi (fumo, alcool, iperfagia, diete, …)
-L’ipnosi si utilizza anche in ambito medico
Come funziona?
L’Ipnosi può essere indotta attraverso un progressivo stato di rilassamento. Solitamente, la persona è comodamente seduta su una poltrona. Può avvenire però anche in modo “dinamico”, in una posizione “ortostatica” (in piedi).
Durata:
La durata è variabile (da pochi minuti ad ore). OGNUNO DI NOI HA UNA SUA PERSONALE SUSCETTIBILITA’ IPNOTICA
Teorie di riferimento:
-Alterazione della coscienza (senso di irrealtà, percezioni strane, pesantezza e/o leggerezza, …)
-Teoria Socio-cognitiva (rapporto tra ruoli)
-Teoria della Relazione arcaica (modalità paterne-materne)
-Teoria Neurobiologica (modificazioni)
  • Ogni 90 m circa abbiamo un calo dell’attenzione e tendiamo a sviluppare dei fenomeni ipnotici spontanei … In quei momenti la mente divaga, fantastica, si “svuota” …
Segni esteriori:
1Sospensione della mobilità
2Movimenti riflessi
3Prevalenza di movimenti del lato non dominante del corpo
4Barcollamento
5Catalessia
6Riduzione tono muscolare
7Arrossamento tessuti
8Maggiore visibilità vene
9Contrazioni
10Cedimenti delle ginocchia
11Reclinamento della testa
12Atonia e inespressività del volto
13Impallidimento
14Attenuazione pieghe del volto
15Simmetria
16Broncio
17Decontrazione della mascella
18Schiudersi delle labbra
19Tremolii e tic alle labbra
20Assenza o attenuazione reazioni d’allarme
21Vibrazione palpebre
22Riduzione drastica deglutizione
Indici al risveglio:
-Disorientamento
-Difficoltà di equilibrio
-Passività
-Sonnolenza
-Confusione
-Alterazione senso del tempo
-Esperienze riferite alterazione coscienza
Facciamo chiarezza. Che cos’è quindi l’Ipnosi?
Lo stato ipnotico è una realtà neurofisiologica che non può essere ottenuta nè con l’immaginazione guidata nè tanto meno con la simulazione controllata. I dati raccolti derivano da osservazioni umane, strumentali indirette (EEG), e strumentali dirette (neuro- imaging, PET, risonanza magnetica, ecc.). L’ipnosi può essere considerato “uno stato” particolare, esclusivo e profondo di relazione. L’ipnosi è una forma elettiva di comunicazione e interazione e consente un più facile “accesso” all’inconscio della persona.
Cosa accade durante l’Ipnosi?
“In quei momenti le persone (…) tendono a fissare lo sguardo (…) possono chiudere gli occhi, immobilizzare il corpo, reprimere certi riflessi e sembrano momentaneamente dimentiche di tutto ciò che le circonda, sino a quando non abbiano completato la loro ricerca interiore” (M. Erickson)
Durante la fase induttiva si verifica un cambiamento dello stato di coscienza. Si riscontrano variazioni sull’elettroencefalogramma. Si ha un rallentamento ed una variazione di altre attività (respiro, pulsazioni cardiache, …). In generale, in base alla “profondità della trance”, si possono distinguere:
1. stati ipnoidi (pesantezza, rilassamento, chiusura delle palpebre);
2. trance leggera (catalessi);
3. trance media (amnesie, anestesie, …);
4. trance profonda (amnesia e anestesia completa, sonnambulismo, allucinazioni).
Fenomeni riscontrabili:
regressione o avanzamento di età; amnesia; analgesia; anestesia; comportamento automatico; dissociazione; catalessi; allucinazioni; ipermnesia; risposte ideomotorie e/o ideosensorie; distorsione del tempo; …
Eventuali difficoltà:
Le difficoltà che si possono riscontrare nell’applicare l’ipnosi possono essere svariate, ma sovente, sono legate al rapporto tra ipnotista e ipnotizzato. In genere, infatti, tutti siamo ipnotizzabili, pur se si registra una percentuale di soggetti resistenti. Altre difficoltà sono legate alla personalità del soggetto che si intende ipnotizzare e/o all’eventuale presenza di psicopatologie conclamate di tipo psicotico (pur se esistono ricerche sull’ipnosi applicata con soggetti schizofrenici).  L’alterazione dovuta a sostanze psicotrope è, inoltre, quasi sempre incompatibile con la tecnica ipnotica.
!!! In ogni caso, affidati sempre ad uno specialista del settore (Psicologo o Medico).

Paura dei Temporali? Prova con l’Ipnosi

La paura intensa dei temporali è una paura abbastanza diffusa, indipendentemente dall’età o dall’ambiente di provenienza.

Si parla di Ceraunofobia, paura dei fulmini e di Brontofobia, ovvero paura dei tuoni. Sovente, la persona è in preda ad un vero e proprio attacco di ansia, che sfocia in un vero panico, caratterizzato da tachicardia, sudorazione eccessiva, nausea, vomito, sino a tremori. Tale fobia, può essere sostanzialmente invalidante per la persona e quindi, non è da sottovalutare.

Nonostante possa essere un’esperienza comune soprattutto quando si è bambini, sovente, si manifesta anche in età adulta e crea, oltre all’evidente disagio, anche un vissuto di vergogna. È importante, quindi, fare chiarezza e dare opportuni suggerimenti per comprenderla, affrontarla e gestirla. Ancora una volta, l’ipnosi può essere uno strumento strategico, oltre ad altri approcci (terapia cognitivo-comportamentale ad esempio).

Un primo “approccio razionale” potrebbe già essere utile. Ovvero, sin da subito, suggerirei alla persona con tale fobia di informarsi maggiormente sulla natura dei temporali. Fare una vera e propria ricerca scientifica ha lo scopo è di appurare che, in realtà, è raro che un temporale possa essere particolarmente pericoloso per l’individuo.

Accade però, come nel resto delle fobie, che la razionalità aiuti relativamente! Cercare rassicurazione e supporto da qualcuno (un familiare, ad esempio) è una delle prime soluzioni più ricercate, ma potrebbe essere solo un “tamponamento” parziale del problema. È da considerare, inoltre, che la “paura per i rumori forti e improvvisi” è una delle paure più ancestrali!

Attraverso l’ipnosi si può “sciogliere” strategicamente tale fobia, eliminando, ad esempio, la causa scatenante e/o creando nuove associazioni e quindi condizionamenti.

Solitamente, l’approccio ipnotico è dunque pratico e pragmatico, ma parallelamente, (a seconda della persona) suggerisco anche “una riflessione” sugli aspetti simbolici e/o sulle immagini archetipiche, che potrebbero contenere verità interessanti, risuonanti e illuminanti …

Il tuono, ad esempio, ci rimanda ad una manifestazione degli dei più temuti (Thor, Zeus, Indra, Baal, …) e può essere considerato espressione di collera. Si narra, che Prajapati, il padre cosmico, istruì la sua discendenza servendosi di tre boati identici che dei, uomini e demoni interpretarono in maniera diversa in relazione alla loro natura. “Domandatevi” udirono gli dei indisciplinati; “Date” disse il tuono agli uomini avidi; “Siate compassionevoli” ordinò ai crudeli demoni.

Il tuono, nel Grande Libro dei Mutamenti (I Ching) rappresenta un grande shock fisico o psicologico, ma anche qualcosa che stimola la riflessione e l’introspezione. Il tuono evoca il solenne brontolio della psiche, un boato che risveglia la nostra attenzione, ma è anche sinonimo di liberazione e movimento. Talune volte, rappresenta, invece, una “involuzione” a livello psichico.

Tutto ciò che è “tuonante” trascende il normale rumore dell’esistenza e scuote la nostra memoria, proprio come gli zoccoli che rimbombano, i cannoni di guerra, gli applausi scoscianti …

Anche il fulmine ha la sua valenza simbolica e ancestrale. È qualcosa di rapido che colpisce, presagio di un “brutto tempo”, ma al contempo, può anche essere illuminazione, insight, idee nuove che balenano.

Lo sciamanesimo conosce “l’esperienza mistica del lampo” che mette in contatto con l’inconscio e apre le porte del regno psichico della chiaroveggenza. Il lampo è un avvertimento ed è la natura che si fa strada dentro di noi …

Un tale approccio, oltre ad essere notevolmente affascinante e persuasivo, diventa, in taluni casi, molto strategico. Sicuramente, attraverso l’ipnosi e il linguaggio ipnotico, si possono utilizzare anche metafore, parole, immagini e frasi che sottolineano proprio tale simbolismo, “scuotendo” l’inconscio della persona. Parallelamente, si agirà associando al temporale, nuovi rumori, melodie, suoni, luci ed altri stimoli rilassanti o tranquillizzanti …

 

Cfr. Il Libro dei Simboli. Riflessioni sulle immagini archetipiche. The Archive for research in achetypal symbolism. Taschen ed.

Analgesia e Anestesia Ipnotica

Analgesia e Anestesia Ipnotica in Phacoemulsification. Ricerca intervento presentata al XVI KMSG International Congress – Nice – Hotel Nice Plaza, sabato 16 giugno 2012 nella sessione Cataract surgery & IOLs, Nice. Articolo pubblicato in Notiziario Ordine Psicologi Regione Puglia, n. 9, dic. 2012.

Introduzione.

L’ipnosi e la terapia ipnotica appaiono approcci strategici per la risoluzione di svariate problematiche psicologiche ed al contempo costituiscono anche strumenti elettivi nella pratica medica in generale e in medicina di urgenza, chirurgia, ostetricia, odontoiatria, malattie gravi. Questo versante però è ancora poco conosciuto e diffuso in Italia. Esistono, inoltre, evidenze sull’applicabilità dell’ipnosi nella terapia antalgica, nell’analgesia e nell’anestesia (Antonelli, 2003; De Benedittis e Poggi, 1989; Derbyshire et al, 2004; Elkins et al, 2006; Feldman, 2004; Hilgard e Hilgaard, 1994; Hofbauer et al, 2001; Luchetti, 2004; Porter, Davis e Keefe, 2007; Price, 1996; Turco, 2011; Wik et al, 1999).

Scopo del presente lavoro è illustrare come in ambito microchirurgico si possa incidere positivamente sui livelli di ansia e stress pre-operatorio e si possano far condurre interventi peculiari, attraverso analgesia e anestesia ipnotica. Nello specifico, è stata applicata la tecnica di analgesia ed anestesia ipnotica nella phacoemulsification. Per phacoemulsification si intende un tipo di chirurgia della cataratta, attraverso irrigazioni, ultrasuoni ed aspirazioni. Di norma, per la procedura di facoemulsificazione la tecnica anestesiologica più utilizzata è la anestesia topica che può essere associata a quella intracamerulare.

La maggior paura per i pazienti che si sottopongono ad intervento di cataratta è rappresentata dalla possibilità di sentire dolore, di muovere l’occhio, di non riuscire a stare fermi per un tempo sufficiente

Durante la procedura i pazienti sperimentano spesso le seguenti sensazioni: no light perception (4.6%), light perception (97.7%), one or more colours (95.5%), flashes of light (77.3%), movements (90.9%), instruments (61.4%), surgeon’s hands/fingers (56.8%), surgeon (47.7%) and change in brightness of light (90.9%). Il senso di disagio e paura può aumentare significativamente per l’intervento del secondo occhio. Anche se quasi tutti i pazienti riferiscono al chirurgo di aver paura di provare quelle sensazioni durante il secondo intervento e un counseling pre-operatorio potrebbe servire a ridurre questo stato di ansia, soltanto una piccolissima, quasi nulla, percentuale di chirurghi mette in atto questo sistema.

Il presente lavoro sottolinea, ancora nuovamente, le possibilità strategiche e pragmatiche di un supporto di tipo psicologico in contesti ospedalizzati o prettamente di tipo medico.

Antistress

Precisazioni etimologiche ed evidenze scientifiche.

 

L’ipnosi è modificazione transitoria di stati fisiologici e di sensazioni, di percezioni, pensieri, memorie e comportamenti. Durante l’ipnosi si assiste ad una modificazione temporanea e funzionale delle sensazioni, delle percezioni, dei pensieri, della consapevolezza, della memoria e dei comportamenti. La trance ipnotica è strettamente correlata alla fisiologia ed alla struttura del sistema nervoso centrale ed autonomo ed è connessa con tratti personologici, con le aspettative del soggetto, con il contesto e con la qualità della relazione con l’ipnotista (Arnold, 1988; De Benedittis, 1980; Del Castello e Casilli, 2007, Erickson e Rossi, 1982; Loriedo et al, 2002; Pacori, 2009; Rossi, 1989; Turco, 2011).

L’ipnosi svolge un ruolo attivo e pragmatico nel controllo del dolore, ad esempio, a partire da strategie di defocalizzazione dell’attenzione. La condizione ipnotica sarebbe in grado di modulare dei sistemi sensoriali afferenti, sopprimendo anche alcuni riflessi segmentari locali. Essa è, comunque, legata al livello di ipnotizzabilità del soggetto. L’ipnosi sarebbe idonea per alleviare la componente sensoriale discriminativa dell’esperienza dolorosa oltre alla componente affettiva (Antonelli, 2003; De Benedittis e Poggi, 1989; Derbyshire et al, 2004; Elkins et al, 2006; Feldman, 2004; Hilgard e Hilgaard, 1994; Hofbauer et al, 2001; Luchetti, 2004; Porter, Davis e Keefe, 2007; Price, 1996; Turco, 2011; Wik et al, 1999).

Altri studi specialistici (Antonelli e Marini, 1992; Antonelli, 2005; De Benedittis e Sironi, 1986; Ecclestone t al, 2002; Faymonville et al, 2003; Farrel, Laird e Egan, 2005; hilgard, 1994; Hofbaueret al, 1994; Luchetti, 2006; pagano, Akots e Wall, 1988; Petrovic e Ingvar, 2002; Price, 1996; Rainville et al, 1997; 1999; rainville e Price, 2003Singer et al, 2004; Turco, 2011; Wik et al, 1999) raggruppano gli effetti prodotti dall’anelgesia/anestesia ipnotica: dissociazione funzionale centrale sul neopallio , anzi, doppia dissociazione, a livello sia della corteccia somatosensoriale primaria, sia delle classiche aree limbiche corticali, come suggerito dalla variazione degli EEG in analgesia ipnotica a livello di onde gamma (32-100 Hz) relative allo scalpo prefrontale; inibizione spinale discendente sul riflesso nocicettivo R-III, inibito per 2/3, con percezione del dolore ridotta a 1/4; reinterpretazione cognitiva dell’esperienza dolorosa; disattivazione autonomica centrale, evidenziata in pupillometria ;inibizione delle capacita’ propriocettive generali, come il senso della posizione ; alterazione della mappa del dolore, con modifica sia della percezione dello stimolo algogeno sia della sua localizzazione; effetto soverchiante il placebo, e basato su meccanismi neurali differenti da quelli implicati nei processi di distrazione o di riduzione dell’attenzione; variazioni del flusso ematico a livello corticale e cingolare (subcorticale), come rivelato dalla PET su pazienti ipnotizzati sofferenti di fibromialgia; coinvolgimento dei centri corticali cingolati nella modulazione del dolore acuto e cronico; coinvolgimento corticale anteriore e cerebellare posteriore se si usano suggestioni di aspettativa e di certezza nell’analgesia; coinvolgimento corticale mediano e ippocampale se si usano suggestioni ansiogene di incertezza sul dolore.

Evidenze elettroencefaliche mostrano come la condizione ipnotica produce una riduzione dell’attività funzionale emisferica sinistra ed una implementazione di quella emisferica destra. La riduzione dell’attività corticale prefrontale sembra essere una caratteristica di tutti gli stati alterati di coscienza. L’ipnosi, quindi, non è solo suggestione.

Gli studi, le ricerche e le sperimentazioni condotte negli ultimi cinquant’anni, dimostrano che l’ipnosi è in grado di ridurre o eliminare un vasto numero di dolori, sia sperimentalmente (dolore ischemico, da pressione, da freddo, da caldo, da stimolazione elettrica), che clinicamente.

Tipologia di intervento.

 

Lo studio condotto mira sostanzialmente ad evidenziare che la pratica ipnotica è frutto soprattutto di abilità relazionali e comunicative e che le stesse possono generare delle sensibili modificazioni dello stato di coscienza, tali da produrre una vera e propria “fenomenologia” ipnotica (Erickson e Rossi, 1982; Pacori, 2009; Turco, 2011). Da rilevare anche che i pazienti che si sottopongono ad un intervento di cataratta, palesano un certo stato di ansia, riscontrabile attraverso feedback neuro-comportamentali (es. agitazione psicomotoria, stress, aggressività verbale, irrequietezza ecc) e che tale stato, attraverso induzioni ipnotiche tende sostanzialmente a ridursi.

Lo stesso studio mira, inoltre, a dimostrare che l’ipnosi funziona anche se non si parla di ipnosi. La scelta velata e strategica di non parlare di procedura ipnotica è giustificata soprattutto dalla considerazione del fattore culturale e dall’età media dei pazienti. Parlare di ipnosi in soggetti che hanno mediamente 70 anni, con un livello di scolarità medio-bassa, avrebbe prodotto un ulteriore stato di agitazione.

Tale procedura “contraria”, poiché, solitamente si asserisce che già parlare dell’ipnosi e dei fenomeni ipnotici produrrebbe già dei cambiamenti o favorirebbe una certa predisposizione, palesa nuovamente che la pratica ipnotica non è solo suggestione.

 

Campione di riferimento e caratteristiche.

 

I pazienti scelti per la procedura ipnotica e per l’intervento con anestesia ipnotica sono stati selezionati attraverso alcune risposte ipnotiche palesate che hanno evidenziato un livello sufficiente di suscettibilità ipnotica (fissazione dello sguardo, catalessia, automatismi, ritardo nelle risposte) o di assorbimento.

Il gruppo sottoposto a procedura di anestesia ipnotica è composto da 17 pazienti: 12 maschi e 5 femmine. Media età maschi: 72 anni. Media età femmine: 71 anni. Il 50% del campione di riferimento ha avuto già precedente esperienza operatoria dello stesso tipo all’altro occhio (cataratta). In soli 3 pazienti si è ridotto la quantità di anestetico. Nel restante campione non è stato assolutamente utilizzato.

 

Descrizione della procedura.

 

Fase di selezione durante le operazioni di vestizione, preparazione e attesa. Nella stanza il gruppo di persone in fase pre-operatoria è mediamente composto da 5 persone. Osservazione, primo contatto e prime procedure di induzione ipnotica attraverso comunicazione verbale e coerenza comunicativa non verbale. Utilizzo di rapport, calibrazione e guida. Utilizzo di un linguaggio abilmente vago o Milton Model e utilizzo di comandi nascosti e suggestioni ipnotiche di tipo “ecologico”. Utilizzo dei truismi e delle metafore. In tal senso, pur partendo da una procedura standard definita «analgesia a guanto ( Del Castello e Casilli, 2007) si è proceduto sempre tenendo conto della soggettività e della singolare esperienza. Durata delle prime induzioni: circa 15 minuti.

In una fase successiva, i pazienti, transitano in un altro ambiente nel quale sostano circa 10 minuti ulteriori prima dell’intervento. Accompagnati a sedersi attendono in silenzio. In tale fase “delicata” si “rinforzano” le suggestioni ipnotiche anche e soprattutto attraverso comunicazione non verbale o “ancore”.

Ultima fase: passaggio nella sala operatoria e assunzione della posizione per l’intervento. In tale fase la presenza dell’ipnotista è solo da “spettatore”. La presenza dello stesso è però palesata e percepita dal paziente.

A fine intervento (durata media 10 minuti), i pazienti vengono riaccompagnati in sala di attesa per ricevere istruzioni sulla cura e ultime informazioni. In tale fase si registra una significativa fenomenologia ipnotica.

Risultati.

 

In primis, il 100% del campione sperimenta analgesia/anestesia ipnotica. Nessuno ha percepito il dolore durante l’intervento. Il 50% sperimenta una contrazione temporale. Il tempo medio percepito dell’intervento è cioè ridotto. Ritardo temporale ed economia nei movimenti sono le altre risposte più frequenti registrate.

 

 

Riflessioni conclusive.

 

L’ipnosi è uno stato naturale, uno strumento utile nella pratica clinica psicologica e medica, una forma elettiva di comunicazione e al contempo, una strategia pragmatica e poliedrica.

Le applicazioni dell’ipnosi in ambito medico trascendono, inoltre, la mera applicazione clinica. La presenza di un professionista in campo psicologico, infatti, di un esperto di comunicazione e ipnosi, ha permesso di constatare, un netto miglioramento del “clima ospedaliero” attraverso un approccio di de-medicalizzazione del rapporto con gli utenti/pazienti. Anche questa non sembra una scoperta eccezionale per quanti si occupano di psicologia ma è sorprendente come gli specialisti oculisti coinvolti nella sperimentazione abbiano colto in modo inequivocabile tale miglioramento.

Contrariamente alle aspettative e ad alcune riflessioni, l’ipnosi è applicabile anche con persone anziane, soprattutto se consideriamo, nel caso specifico, l’età media dei 70 anni. Anzi, in un certo senso, le induzioni ipnotiche sono state facilitate e dunque “ancorate” tenendo conto proprio del vissuto degli utenti stessi, ricco di esperienze, sensazioni, ricordi, vissuti.

Oltre ad ovvi ed opportuni approfondimenti, in un immediato futuro, la pratica ipnotica dovrebbe trovare senza dubbio una maggiore applicazione, poiché procedura preziosa per il benessere psicofisico, poiché forma elettiva e strategica di comunicazione e soprattutto perché “stato naturale” che non comporta in alcun modo effetti nocivi o collaterali.

 

L'ottimismo del diavolo - Mirco Turco

L’Ottimismo del Diavolo

L’Ottimismo del Diavolo, il romanzo di Mirco Turco, psicologo leccese, pubblicato da Primiceri Editore, uscito in luglio 2019, sembra già aver colpito nel segno.

Definito già da molti lettori un thriller imperdibile, sorprendente e geniale, da “divorare” in pochissimo tempo. La critica lo incornicia come un giallo che soddisfa tutti i requisiti (cosa non facile) con stile ironico e ottime capacità espressive dell’autore che mostra, al contempo, stile accattivante e originale. C’è chi sostiene, invece, che nel romanzo ci sia tutto il DNA puro dell’autore, un autentico esploratore dell’animo umano e del comportamento, capace di trasformare le sue grandi conoscenze psicologiche e criminologiche ini scrittura romanzata.

L’Ottimismo del Diavolo è, insomma, un libro da leggere, se non fosse anche per la prima recensione fatta dalla nota Criminologa Roberta Bruzzone, che parla di un “imperdibile viaggio nella parte più oscura e profonda dell’animo umano che è presente in ognuno di noi magistralmente descritta da Mirco Turco. La trama è una continua sfida che rende inevitabile affrontare i peggiori demoni interiori che popolano la vita del protagonista. Un libro imperdibile”.

I personaggi e le storie del romanzo di Mirco Turco sono, di fatto, reali, con opportuni camuffamenti e sfumature fantasy, mentre gli scenari sono descrizioni realistiche di zone e Paesi conosciuti e visitati: dalla Sardegna, all’Europa dell’est, sino alla Francia.

Mirco Turco lo descrive come un romanzo terapeutico, poiché ricco di tematiche che possono riguarda tutti e pregno di riflessioni, tra psicologia, terapie, ipnosi, filosofia e simbolismo. Non è un caso che si faccia riferimento a Jung, Hillman, Erickson, Carotenuto, …

È un libro ugualmente misterioso e affascinante e si presta a riletture poiché cela, sapientemente, particolari non casuali che potrebbero sfuggire al lettore. Quindi, un vero invito all’investigazione!

Il titolo è apparentemente casuale. Deriva, infatti, dalla lettura di una frase dello scrittore K. Kraus, il quale affermava: “Il diavolo è ottimista se pensa di poter peggiorare gli uomini”. Qui, il senso dell’intero romanzo, ma non solo, soprattutto considerando un finale sorprendentemente imprevisto e retroscena inaspettati.

L’Ottimismo del Diavolo è dunque un “vero gioiello” come sostiene qualcuno, un libro da leggere con oculata attenzione, mentre qualcuno sospetta che il dottor Daimon, apparente protagonista del romanzo, sia molto simile allo stesso autore. Il diavolo sembra essere proprio nei dettagli e l’autore sembra sicuramente saperne una più del diavolo!

L’ottimismo del Diavolo

Romanzo, Thriller

Le rapine mediante IPNOSI

Investigazione e Analisi in materia di Rapine mediante Ipnosi: riflessioni cliniche e forensi.  

“Una definizione di ipnosi non è semplice o, probabilmente, sarebbe alquanto pragmatico partire da ciò che non è ipnosi … “ (Turco, 2011). L’ipnosi non rappresenta un fenomeno suggestivo e non è neanche una semplice alterazione dello stato di coscienza. “È una forma elettiva di comunicazione profonda e autentica, attraverso la quale la persona accede più facilmente a parti di sé altrimenti sopite, taciute, strategicamente velate.”. (Turco, 2011). Da Braid, alle precisazioni psicosomatiche, da Freud a Fromm, da Erickson sino ai recenti contributi di neuropsicologia.

Lo stato ipnotico è una realtà neurofisiologica che non può essere ottenuta ne’ con l’immaginazione guidata ne’ tanto meno con la simulazione controllata. I dati raccolti derivano da osservazioni umane, strumentali indirette (EEG), e strumentali dirette (neuro- imaging, PET, risonanza magnetica, ecc.).

Così si esprime M. Erickson, il più grande ipnotista moderno: “In quei momenti le persone (…) tendono a fissare lo sguardo (…) possono chiudere gli occhi, immobilizzare il corpo, reprimere certi riflessi e sembrano momentaneamente dimentiche di tutto ciò che le circonda, sino a quando non abbiano completato la loro ricerca interiore” .

Durante una qualsiasi induzione ipnotica si assiste, in effetti, ad una serie di cambiamenti dei parametri fisiologici: respirazione, pulsazioni cardiache, conducibilità elettrica della pelle, ecc e si possono produrre con una certa frequenza alcuni fenomeni tipici: regressione; amnesia; analgesia; anestesia; comportamento automatico; dissociazione; catalessi; allucinazioni; ipermnesia; risposte ideomotorie e/o ideosensorie; distorsione del tempo.

In generale, in base alla “profondità della trance” si possono distinguere:

  • stati ipnoidi (pesantezza, rilassamento, chiusura delle palpebre);
  • trance leggera (catalessi);
  • trance media (amnesie, anestesie, …);
  • trance profonda (amnesia e anestesia completa, sonnambulismo, allucinazioni).

Le difficoltà che si possono riscontrare nell’applicare l’ipnosi possono essere svariate, ma sovente, sono legate al rapporto tra ipnotista e ipnotizzato. In genere, infatti, tutti siamo ipnotizzabili, pur se si registra una percentuale di soggetti resistenti.

Altre difficoltà sono legate alla personalità del soggetto che si intende ipnotizzare e/o all’eventuale presenza di psicopatologie conclamate di tipo psicotico ( pur se esistono ricerche sull’ipnosi applicata con soggetti schizofrenici). L’alterazione dovuta a sostanze psicotrope è, inoltre, quasi sempre incompatibile con la tecnica ipnotica.

L’Ipnosi Forense.

Il velo di mistero dell’ipnosi è spesso giustificato dalla scarsa conoscenza del fenomeno, dalla difficoltà degli studi e delle applicazioni nel settore specifico e da problematiche inerenti alla legislazione italiana. L’attuale Codice di Procedura Penale non contiene riferimenti espliciti all’utilizzazione dell’ipnosi come mezzo probatorio, pur se la dottrina prevalente appare fondamentalmente “contraria” all’uso dell’ipnosi nell’interrogatorio dell’imputato o del testimone: “Non possono essere utilizzati, neppure con il consenso della persona interessata, metodi o tecniche idonei ad influire sulla libertà di autodeterminazione ovvero ad alterare la capacità di ricordare o valutare i fatti”.

Negli anni e in altri Paesi dove l’ipnosi è consentita nell’ambito forense, è stata applicata per:

  • riconoscere eventuali simulazioni di malattie;
  • ottenere confessioni;
  • suscitare ricordi;
  • indagare sulla volontà criminosa;
  • diagnosticare la capacità di intendere e di volere;
  • terapie in criminologia e in vittimologia.

L’uso della testimonianza mediante ipnosi ha facilitato, nella stragrande maggioranza dei casi, l’ottenimento di informazioni difficilmente raggiungibili con il semplice interrogatorio.

Anche la Polizia Israeliana ha stabilito l’ammissibilità come prova processuale delle deposizioni rese in stato di ipnosi.

Rimane quasi scontato precisare che l’ipnosi può essere solo utilizzata da personale altamente esperto e qualificato.

Tecniche di Ipnosi.

Ipnosi Ericksoniana Mirco Turco

Da un punto di vista prettamente operativo è possibile utilizzare due principali tecniche ipnotiche e tale distinzione è rilevante soprattutto per fare chiarezza sul fenomeno delle rapine mediante ipnosi:

  • l’ipnosi eriksoniana, conosciuta anche come ipnosi “dolce”;
  • l ‘ipnosi dinamica, o “attiva”, che si rifà agli studi di Stefano Benemeglio.

L’Ipnosi Eriksoniana, si basa essenzialmente sul “sovraccaricare” l’emisfero sinistro attraverso “confusione” con l’intento di renderlo spettatore silenzioso. In tal modo, la razionalità cede progressivamente passo alla parte inconscia. Tale tecnica utilizza in modo magistrale il linguaggio, specie di tipo metaforico. L’approccio Eriksoniano con i paradossi, le metafore, la confusione ha come scopo principale quello di cambiare il quadro di riferimento percettivo e cognitivo riassociando e riorganizzando le risorse del cliente.

L’Ipnosi Dinamica è, invece, un modello di ipnosi basato soprattutto sull’uso di segnali non verbali. Si considerano indispensabili tutti gli stimoli che aumentano la tensione nel soggetto.

Una volta calibrato il carico emotivo si può “spendere” tale potenziale per la risoluzione di alcuni problemi o patologie o per superare alcuni limiti.

La sicurezza dell’ipnosi è sancita e nota ormai da tempo, addirittura dal 1958 quando il Council of Mental Health of the American Association approvò l’ipnosi come pratica sicura e priva di effetti collaterali data la sua intrinseca natura fisiologica. L’ipnosi non è controproducente, non crea dipendenza, né provoca alcun tipo di problematica fisiologica e/o emotiva (International Society of Hypnosis ). Non si può rimanere intrappolati in un “sonno ipnotico” così come molti temono né è possibile compiere atti contrari alla propria moralità.

Le rapine mediante ipnosi.

Il fenomeno delle rapine mediante ipnosi pone delle questioni sostanziali in termini di conoscenza dell’ipnosi stessa e delle sue tecniche e anche in termini di impatto sociale.

Alcuni articoli giornalistici e testate online hanno riportato in passato titoli simili ai seguenti:

“Rapina con ipnosi: mostra l’ anello magico e porta via 10 milioni; Rapina con ipnosi al supermercato; Dopo aver ipnotizzato un impiegato gli hanno richiesto la somma di 500 euro, e si sono fatti pure ricaricare il telefonino; …”.

Uno studio interessantissimo su tale fronte è quello presentato da alcuni studiosi dell’università di Milano e pubblicati su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis (Clerici et all, 2009). Lo studio raccoglie i casi segnalati soprattutto dalla stampa nell’arco di svariati anni.

Di recente, mi sono occupato di condurre un’indagine esplorativa sul fenomeno rapine mediante ipnosi in Puglia. Il campione di riferimento è minimo (N=100). Emerge, sostanzialmente, come le persone intervistate conoscano il fenomeno ipnosi ma non ne sanno dare effettivamente una definizione precisa.

Il 63% del campione pensa, inoltre, che le rapine mediante ipnosi, siamo fattibili e possibili e che sono legate anche e soprattutto a grandi abilità dell’ipnotizzatore.

Interessante notare che i soggetti vittima di presunte rapine mediante ipnosi o che hanno avuto una testimonianza indiretta si riferiscono soprattutto a modalità non verbali di comunicazione, ad uso eccessivo della prossemica e all’utilizzo di suoni, parole, rumori senza apparente significato.

Le vittime parlano, inoltre, di confusione o paura derivante dalla situazione subita.

Si è chiesto poi, al campione di riferimento, se era possibile compiere mediante ipnosi anche altri crimini. L’87% delle persone intervistate ha risposto affermativamente.

Altre statistiche in tale ambito mostrano che in Italia si registrano circa 4 casi all’anno di rapine, truffe o furti perpetrati utilizzando tecniche ipnotiche. Nel 75% dei casi denunciati, i malviventi sono due.

Una prima riflessione in merito a tale fenomeno è legato al vissuto emotivo e al sovraccarico cognitivo della vittima di una rapina. Infatti, non occorre parlare necessariamente di stato di ipnosi per riferirci a reazioni quali “paralisi” o “obbedienza al rapinatore”. Tali reazioni, atteggiamenti e comportamenti sono conseguenze plausibili di un qualsiasi evento fortemente stressogeno o frustrante. L’altra riflessione è legata ai meccanismi di protezione dell’autostima. In effetti, può capitare che per evitare di dire di essere stati raggirati o truffati possiamo difenderci attraverso altre giustificazioni di tipo “magico” o comunque straordinario.

Analizzando la letteratura di riferimento, le indagini esplorative, i filmati presenti, le testimonianze dirette e/o indirette possiamo comunque specificare che le rapine o truffe perpetrate utilizzano modalità e tecniche che riguardano anche l’ipnosi ma che non costituiscono e non rappresentano l’ipnosi.

Una di queste tecniche è quella della confusione e del sovraccarico cognitivo. In modo quasi matematico, non possiamo gestire più di un certo numero di informazioni contemporaneamente, superate le quali andiamo in stress e confusione. La ripetitività ritmica di alcuni gesti non verbali e l’uso di un tono della voce variabile rinforzerebbe tale confusione.

Un’altra modalità può essere quella della rottura dello schema. “Rompere” o destrutturare una sequenza normale di azioni che compiamo per fare un qualcosa, indurrebbe la persona bersaglio a confondersi e a ricercare in modo immediato una soluzione a tale dissonanza e stress. La vulnerabilità diventa l’esito di tali manovre che non possono essere confuse però con l’ipnosi.

L’altro punto è l’utilizzo di “segnali forti” (dalla fisionomia, ad un profumo intenso, alla presenza di simboli come un anello vistoso, barba lunga, …). In tal senso, anche il fattore culturale ha il suo peso e la sua rilevanza.

Conclusioni.

L’Ipnosi è un metodo terapeutico riconosciuto e verificato sperimentalmente da oltre un secolo. In Italia non è però ancora molto conosciuto e praticato nonostante l’efficacia in ambito psicologico-clinico e medico.

L’ Art. 613 del codice penale punisce “chiunque mediante suggestione ipnotica … ponga una persona … in stato di incapacità di intendere e di volere …”. L’ipnosi non è però suggestione.

L’ Art. 728 del codice penale parla di “… stato di narcosi o ipnotismo … che sopprima la coscienza o la volontà … se dal fatto deriva pericolo per l’incolumità della persona …”. L’ipnosi non sopprime la coscienza né tantomeno la volontà delle persone.

Interessante il dialogo professionale e amicale tra alcuni esperti del settore in Italia (G.Gulotta e C. Loriedo, 2010): “L’ipnosi può servire per convincere una ragazza a venire a cena con te?”.

Erickson diceva: “Sì, ma un Martini è meglio”. “Certo, un Martini è meglio … e senza Bacco si raffredda Venere …”.

Certamente l’ipnosi in ambito forense potrebbe trovare le sue pragmatiche applicazioni soprattutto in ambito vittimologico e nel settore della psicologia della testimonianza. Diversi sono, infatti, i contributi sull’utilizzo dell’ipnosi e la memoria, pur evidenziando la natura ricostruttiva e non riproduttiva della stessa. Probabilmente, le questioni dovrebbero maggiormente concentrarsi, ad esempio, sulle così dette domande suggestive. Tali domande alterano la capacità di ricordare.

Recuperare un’informazione, un dettaglio, un elemento anche molto importante è legato a diversi fattori e quindi, probabilmente, dovremmo anche approfondire gli studi sull’intelligenza linguistica e dunque sulla effettiva preparazione di chi per mestiere, pone domande ai fini della ricerca della o delle Verità.

L’intervista cognitiva che riscontra molto successo in termini di ottenimento di informazioni è considerata ugualmente metodica che interferisce con la qualità e la quantità del ricordo? M. Erickson era solito, da piccolo salire su un albero per imparare le poesie. Aveva, dunque, costruito tale associazione. Anche questo dovrebbe rappresentare un esempio di “alterazione”. Ovvio e indubbio però il vantaggio!

 

Bibliografia essenziale.

 

Clerici, C.A., Veneroni L. et all. (2009). “Robbery by Hypnosis” in Italy: A Psycho-Criminological Analysis of the Phenomenon Based on 20 Years of Newspaper Articles (1988-2007). International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis.

Erickson M.(1982). Opere vol. I, II, III, IV. Astrolabio, Roma.

Gulotta G. e Loriedo C. (2010). Dialogo su questioni forensi e cliniche dell’Ipnosi. Convegno Crociera FIAP, 16-20 aprile 2010.

Gulotta G. (1980). Ipnosi. Aspetti psicologici, clinici, legali , criminologici. Giuffrè editore.

Provenzano A., Turco M. et all. (2012). Phacoemulsification in hypnotic analgesia. XVI KMSG International Congress – Nice – Hotel Nice Plaza, sabato 16 giugno 2012 nella sessione Cataract surgery & IOLs, Nice.

S.I.A.R.E.D. (2009). Ipnosi nella pratica clinica. Atti del Congresso S.I.A.R.E.D. – Ferrara 2009

Turco M. (2011). Ipnosi medica: aspetti neuropsicologici nell’ Analgesia e nell’ Anestesia ipnotica. Notiziario Ordine Psicologi Regione Puglia. N. 6, dic. 2011.

Turco M. (2012). Analgesia e Anestesia Ipnotica in Phacoemulsification. Notiziario Ordine Psicologi Regione Puglia, n. 9, dic. 2012.

Ipnosi a Distanza

Durante gli anni ’20 e ’30 il fisiologo Vasiliev, dell’Università di Leningrado, condusse svariati esperimenti, effettuando induzioni ipnotiche a distanza!
I soggetti bersaglio erano, sovente, chiusi e isolati in delle stanze schermate. Tali studi, insieme a quelli condotti presso la Duke University, ad opera di J.B. Rhine, sono tra i migliori ad avere prodotto dati convincenti.


Il libro di Vasiliev, Experiments in Mental Suggestion, pubblicato in Inghilterra nel 1963 e ripubblicato nel 2002, riassume quarant’anni di studi nel campo dell’uomo di presso l’Istituto per la Ricerca sul Cervello di Leningrado.
Le ricerche sovietiche si sono anche concentrate sull’induzione del dolore e sulle manipolazioni del comportamento a distanza. Vasiliev fornì all’occidente la prima prova che né la distanza, né la schermatura elettromagnetica, riducevano l’accuratezza o l’affidabilità del funzionamento medianico.

Le ricerche sui fenomeni in questione furono sovvenzionate dal governo sovietico intorno agli anni ’60, ma dopo il libro di Vasiliev, il chimico Dean, del Newark College of Engineering, mostrò in modo decisivo, che il sistema nervoso autonomo di soggetti in laboratorio, rispondeva direttamente ai pensieri di una persona a distanza.

William Braud, dell’Institute of Transpersonal Psychology di Palo Alto, lavorando per oltre trent’anni su tali fenomeni, afferma che molti esperimenti sono ripetibili. Inoltre, sostiene che è possibile influenzare a distanza i pensieri, le immagini, le sensazioni, i comportamenti e le attività fisiologiche di altre persone e altri organismi viventi, anche quando esistono grandi distanze!

To Be Continued …

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