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Paura di volare – Aerofobia, Aviophobia

Definizione

  • La fobia di volare è una specifica fobia: una paura intensa e persistente dell’atto di volare che provoca ansia sproporzionata rispetto al rischio reale, spesso con evitamento o disagio significativo.

  • Può includere paure associate: crash, eventi esterni (turbolenza, sequestro), mancanza di controllo, ambienti chiusi, altezze, separazione, ecc.

Epidemiologia

  • Si stima che tra il 7% e il 40% della popolazione nei paesi industrializzati sperimenta una qualche forma di paura di volare.

  • Alcune persone evitano del tutto di volare; altre lo fanno ma con forte ansia. https://vrphobia.eu/files/flying2.jpg

Cause / Fattori di rischio

Le origini della fobia di volare sono multifattoriali:

  1. Esperienze precedenti

    • A volte un volo particolarmente turbolento o un evento percepito come pericoloso può scatenare o peggiorare la fobia.

    • Anche se non sempre è presente un “trauma” specifico.

  2. Fattori cognitivi e percezione del rischio

    • Sovrastima del pericolo (crash, guasti, ecc.), pensieri catastrofici.

    • Scarsa conoscenza del funzionamento degli aerei o meccanismi di sicurezza.

  3. Fattori psichici correlati

    • Altre fobie (altezza, spazi chiusi, paura di malattie), predisposizione all’ansia generale, disturbi di panico, ecc.

  4. Fattori ambientali / sociali

    • Media, notizie di incidenti o attentati, percezioni culturali del volo come rischioso.

Sintomatologia

  • Sintomi fisiologici: palpitazioni, sudorazione, tremori, nausea, difficoltà respiratorie, senso di soffocamento o vertigini.

  • Sintomi cognitivi: pensieri intrusivi e catastrofici, preoccupazioni persistenti prima, durante o dopo il volo.

  • Comportamentali: evitamento (non viaggiare in aereo), uso di strategie di evitamento (scegliere rotte alternative, uso di farmaci, etc.).

  • Impatto: può interferire con lavoro, vita sociale, opportunità di viaggio.

Diagnosi / valutazionehttps://flyfright.com/wp-content/uploads/2019/12/fear-of-flying-virtual-reality.jpg

  • Spesso si utilizza l’anamnesi clinica, interviste diagnostiche per specifiche fobie secondo il DSM‐5 / ICD.

  • Questionari specifici per paura di volare: Flight Anxiety Situations (FAS), Flight Anxiety Modality (FAM).

  • Osservazione del comportamento, livello di evitamento, uso reale del volo.

Trattamenti efficaci

Secondo la letteratura:

  1. Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)

    • È considerata uno dei trattamenti principali per la fobia di volare. Cambia i pensieri disfunzionali, insegna tecniche di rilassamento, esposizione graduale. Studi mostrano che i miglioramenti si mantengono nel tempo (anche a 2–3 anni).

  2. Terapia d’esposizione

    • Esposizione diretta (per es., volo reale), oppure esposizione virtuale o simulata.

    • Esposizione virtuale (Virtual Reality Exposure Therapy, VRET) è efficace e spesso alternativa quando non è possibile l’esposizione reale.

  3. Desensibilizzazione progressiva / systematic desensitization

    • Usata insieme a CBT (o integrata) e Ipnosi.

  4. EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

    • Alcuni studi lo usano in combinazione con CBT per risultati positivi.

  5. Trattamenti di gruppo

    • Gruppi CBT o programmi intensivi (1‑2 giorni) hanno mostrato efficacia – riducono l’ansia, aumentano la probabilità di affrontare un volo.

Evidenze recenti https://images.squarespace-cdn.com/content/v1/5b85160c7c9327b00da1ccb8/f723dcc9-5695-4c10-ad2c-a3f3aeb21adc/SPC-fear-of-flying-corrie-ackland.png

  • Uno studio randomizzato ha confrontato CBT + desensibilizzazione sistematica, CBT + EMDR, CBT + VRET: tutte le combinazioni erano efficaci, con miglioramenti mantenuti ad 1 anno.

  • Un programma di intervento combinato CBT + realtà virtuale ha mostrato grandi decrementi di ansia (sia cognitiva che somatica) in vari elementi (anticipatoria, durante il volo etc.) dopo il primo volo post-trattamento.

  • Uno studio longitudinale su meccanismi cognitivi ha indicato che ridurre gli schemi cognitivi disadattivi e aumentare quelli adattivi è cruciale per il mantenimento dei miglioramenti a lungo termine.

 

AVION è una App di Realtà Virtuale progettata e realizzata per il trattamento della paura di volare tramite l’esposizione del paziente a situazioni temute stimolo-crescenti. Ciascuna delle 4 situazioni di AVION: pista di decollo, decollo, turbolenze e atterraggio, si susseguono con il fine è di decondizionare fobie connesse a spazi chiusi, altezza e agorafobia: componenti della paura di volare. L’esperienza di esposizione allo stimolo crescente deve essere ripetuta fino al raggiungimento dell’estinzione, o ad una tollerabile riduzione, della risposta d’ansia da parte del paziente.

PROTOCOLLO

Tipo di paziente Sedute VRET medie
Paura lieve/moderata 3–6 sedute
Paura marcata con evitamento 6–8 sedute
Fobia con comorbidità ansiosa 8–12 sedute
Trattamento intensivo 1–2 sessioni lunghe

Bibliografia 

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Realtà Virtuale e Fobie

Oggi, sempre più spesso, si usa la tecnologia in ambito psicologico e psicoterapico. La realtà virtuale, ad esempio, sembra funzionare contro le fobie poiché permette di esporre gradualmente e in modo controllato la persona agli stimoli ansiogeni in un ambiente sicuro e modulabile. Questo facilita il processo di desensibilizzazione, riducendo la paura associata senza rischi reali. Inoltre, la VR può essere personalizzata per adattarsi alle reazioni individuali, migliorando l’efficacia rispetto all’esposizione tradizionale. Infine, coinvolge anche il cervello in modo multisensoriale, favorendo un apprendimento più profondo e duraturo del superamento della paura.

Xr, Sig, Realtà Mista, Realta Virtuale

Il cervello riesce a fare una differenza tra realtà e simulazione?

In gran parte, no: il cervello spesso risponde alla realtà virtuale in modo molto simile a come farebbe nella realtà “fisica”. Questo perché la VR stimola i sensi (vista, udito, a volte tatto) in modo coerente e coinvolgente, creando una esperienza immersiva che il cervello interpreta come “reale” a livello emozionale e cognitivo. Per esempio, aree cerebrali legate alla paura o al movimento si attivano durante l’esposizione a stimoli VR fobici o ambienti simulati, proprio come succederebbe nella vita reale. Tuttavia, con consapevolezza e apprendimento, il cervello può distinguere che si tratta di una simulazione e modulare la risposta (es. meno ansia se si sa di essere in VR). Ma l’impatto emozionale e neurobiologico resta significativo, rendendo la VR uno strumento efficace in terapia.

Studi sul cervello e realtà virtuale

  1. Attivazione delle aree limbiche e della paura
    Studi con fMRI (risonanza magnetica funzionale) e PET hanno dimostrato che durante l’esposizione a situazioni virtuali fobiche (es. altezze, ragni), si attivano le stesse aree cerebrali coinvolte nella paura reale, come:
  • Amigdala (gestione emozioni, paura)
  • Corteccia cingolata anteriore (controllo del dolore e emozioni)
  • Insula (consapevolezza corporeo-emozionale)
  1. Simulazione del movimento e percezione spaziale
    La VR attiva anche la corteccia parietale e i circuiti motori, che elaborano la percezione dello spazio e del movimento, rendendo l’esperienza immersiva e realistica.
  2. Risposte fisiologiche
    Durante esperienze VR, vengono osservate risposte fisiologiche reali, come:
  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Sudorazione
  • Cambiamenti nella respirazione
    simili a quelli della vita reale.
  1. Consapevolezza e modulazione
    Studi hanno anche dimostrato che con la consapevolezza di essere in VR, il cervello può modulare la risposta emotiva, diminuendo l’ansia, ma senza annullarla completamente.Hmd, Occhiali Cibernetici, Cibernetico

Seduta con visore VR per fobie: descrizione

  1. Accoglienza e briefing
    Il terapeuta spiega l’obiettivo della seduta e valuta il livello di ansia del paziente. Si stabiliscono segnali per interrompere se necessario.

  2. Preparazione tecnica
    Il paziente indossa il visore VR e, se necessario, cuffie audio. Il terapeuta controlla la calibrazione e il comfort.

  3. Esposizione graduale
    Attraverso ambienti virtuali progettati ad hoc, il paziente si confronta con lo stimolo fobico (es. altezze, insetti, spazi chiusi) in modo progressivo, partendo da situazioni meno ansiogene.

  4. Supporto e monitoraggio
    Durante l’esposizione, il terapeuta guida il paziente, suggerisce tecniche di rilassamento e valuta la risposta emotiva, adattando il livello di difficoltà.

  5. Debriefing
    Al termine, si discute l’esperienza, si annotano le sensazioni e si pianifica il percorso terapeutico successivo.

La seduta con VR permette un’esposizione sicura, realistica e personalizzata, facilitando il superamento della fobia in tempi spesso più brevi rispetto ai metodi tradizionali.

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