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Il Domani è Oggi

Il Domani è Oggi. 

Introduzione

Vi sembrerà strano, ma tutti, siamo puntualmente in ritardo!
Il nostro cervello, infatti, elabora le informazioni dopo qualche frazione di secondo dalla percezione degli stimoli che provengono dal mondo circostante. Quindi, che lo vogliate o meno, il rapporto con il tempo è comunque vincolato oltre ad essere squisitamente capriccioso e soggettivo.
Lo studio sul tempo e sulla tendenza a rimandare parte qualche anno fa, quando dovevo “inventare” una tematica nuova e affascinante per discutere la mia tesi di laurea in psicologia. Ironia della sorte, trovai però un docente universitario che per quanto entusiasta e interessato rimandava sempre i miei appuntamenti e il grosso rischio, per me ovviamente, era quello di procrastinare anche la mia data di laurea.
Fortunatamente o sfortunatamente, ancora oggi non sono in grado di dirlo, avevo la sensazione che il tempo trascorreva velocemente e il mio animo forse inquieto mi diceva, invece, – lo fa imperterrito ancora – che mi dovevo sbrigare!

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È assodato dirvi che cambiai tematica e quindi anche docente universitario! La mia priorità, il mio focus era laurearmi in una data precisa e non ammettevo procrastinazione alcuna.
L’anno dopo alla mia laurea, decisi di mettere nero su bianco il materiale che avevo ricercato con tanta sensata parsimonia e pubblicai il mio primo libro da un titolo alquanto improbabile: Procrastinazione Universitaria e Disorientamento Personale. Avrei voluto dedicarlo a quel professore ma fui diplomatico e lasciati perdere.
Sicuramente, se avessi studiato al tempo meglio strategie di marketing, avrei trovato un titolo differente!
Di fatto, in meno di un centinaio di pagine illustravo le ricerche internazionali sul tema della procrastinazione, ovvero della tendenza a rimandare, sottolineando, con velata enfasi che ognuno di noi, almeno una volta nella vita ha rimandato qualcosa: una decisione, un compito, un comportamento.
Chiaramente, l’impegno di tradurre e adattare le ricerche avvenute in altri Paesi non fu semplice ma la volontà si trasformò in spietata ostinazione, poiché mi accorgevo, progressivamente, che la tematica riguardava ognuno di noi, a trecentosessanta gradi e in ogni ambito; dallo studio, alla vita privata, a quella relazione, sino a quella lavorativa.

Antistress
Da quei primi studi ho ricavato anche altre due “leggi” importantissime e strategiche per le umane esistenze e per la mia:
1. Per ottenere dei risultati differenti occorre fare cose diverse ma soprattutto cambiare, in un certo modo, la nostra forma mentis.
2. Le persone, in generale, hanno una grande difficoltà nel cambiare e soprattutto devono sapere in che modo farlo. Tale difficoltà è così radicata che spesso non vogliamo mutare abitudini difettose o comportamenti che portano da nessuna parte, quasi fossimo orientati naturalmente al masochismo.

Qualcuno, sicuramente, potrebbe inneggiare a una o più solite originali leggi della motivazione, cioè che occorre, per forza, essere sufficientemente motivati ma ho scoperto, nuovamente, tra teorie e pratiche, che in talune occasioni non è solo questione di motivazione e che non possiamo sempre aspettare la vena giusta, l’ispirazione, la spinta proficua. Occorre essenzialmente iniziare!

Procrastinazione universitaria e disorientamento personale
Qualche anno più tardi, trasformai il mio primo saggio sulla tematica, in verità unica opera in Italia scritta sino a quel momento, in un secondo libro dal testo sicuramente più originale e ammagliante: Il Domani è mai: 29 modi per smettere di rimandare.
Ebbe, sin da subito, un discreto successo, poiché era un condensato di spiegazioni e argomentazioni sull’identità del procrastinatore, delineando un vero profilo o identikit ma soprattutto suggeriva in modo velatamente sottile e persuasivo come fare a smettere di rimandare.
Il destino o fato avverso o le stelle pigre, vollero che il testo si trasformò, per qualche insensata ed oscura legge del mercato, in un oggetto introvabile! E ancora oggi lo è, tanto che mi capita di ricevere alcune email o telefonate di persone che mi chiedono disperatamente il libro e mi ritrovo, mio malgrado, a rimandare ad altri tempi la spedizione!


Nel libro, suggerivo, inoltre, in modo ludico ma professionale, almeno 29 modi per combattere la problematica. La gente è attratta dai numeri o dalle statistiche, danno un senso di maggiore efficacia e stabilità!
Quando la gente mi chiedeva perché 29 modi? Bhè, perché ne avevo trovati 29 sino a quel momento e se avessi perfezionato meglio sempre il fatidico marketing, lo avrei sottolineato diversamente, magari con 69 sfumature per smettere di rimandare!
Sono giunto quindi alla conclusione di dover scrivere un nuovo libro, partendo proprio da quelli precedenti, ampliandone in modo pragmatico le argomentazioni e le soluzioni.

Il Domani è Oggi presume arricchire il versante cognitivo, emotivo e motivazionale del lettore che si trova, suo malgrado, a identificarsi proprio con il procrastinatore.
È un libro ugualmente utile agli altri, a tutti, poiché enfatizza una costante della vita, ovvero il tempo, nella sua percezione oggettiva e soggettiva, nel suo vissuto e nel suo scorrere creativo, indeciso o convinto.
Per quanto la fisica, da Einstein in poi, consideri il tempo un’illusione ostinata, la ricerca neuroscientifica ci dice che tutti gli esseri viventi possiedono un “senso” del tempo ed è proprio questo che conta ed ha, indiscutibilmente, un immenso valore magico.

In fondo, il tempo è proprio una cosa buffa! Oggi c’è e domani pure ma, a volte, non c’è né oggi né ci sarà domani.
Dove andrà mai? Cosa mai avrà da fare? Strana sorte quella del tempo. A volte, è poco, altre volte troppo; è mutevole… cambia e cambia ancora, gioca, si ferma, corre, si eclissa, riparte.
Forse, un giorno, ce ne sarà abbastanza per comprendere che era con noi e per noi ma che, ormai… si è perso!

Il tempo

PSICOLOGIA

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Quando il domani diventa mai.

QUANDO IL DOMANI DIVENTA MAI

Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo rimandato qualcosa: un’idea, un’operazione, un compito, una decisione. Possiamo rinviare una decisione se non siamo o se non ci sentiamo pronti; possiamo rimandare un compito se, ad esempio, non siamo preparati e possiamo rimandare decisioni e comportamenti, semplicemente, per “cattive abitudini”. Altre volte, procrastinare, ovvero rinviare ad un altro momento, appare anche vantaggioso. In altre occasioni, invece, il rimandare può diventare disfunzionale e assume connotati patologici.

La procrastinazione è indipendente dalle abilità o dall’intelligenza della persona ed è spesso legata ad una errata gestione del tempo. Inoltre, quando assume caratteristiche croniche, è legata al timore del fallimento, alla nevroticità e alla mancanza di coscienziosità. I procrastinatori risultano, sovente, sopraffatti dall’ansia e sono tendenzialmente perfezionisti. Hanno una bassa self-efficacy (autoefficacia) e palesano un’eccessiva autocritica. La procrastinazione può sicuramente diventare patologica, celando conflitti interni profondi. Inoltre, essa può essere anche legata ad altri disturbi mentali e ad alcuni disturbi di personalità.

Al momento, in Italia, esistono pochi studi specifici sull’argomento. Nel 2004 cominciai un primo studio esplorativo sul fenomeno, soprattutto analizzando il fenomeno della procrastinazione universitaria, ovvero il rimandare in maniera “cronica” gli esami. In realtà, il fenomeno, riguarda lo studio, così come il lavoro e altre sfaccettature della vita.

In effetti, la maggior parte della ricerca internazionale si è concentrata sulla procrastinazione accademica. Studi specialistici indicano che il fenomeno è molto diffuso tra gli studenti. Circa il 70% degli studenti hanno procrastinato almeno una volta, e circa il 30% è un procrastinatore cronico (patologico). Gli studenti procrastinano gli esami perché spesso temono il fallimento e desiderano proteggere la loro autostima. Alcuni si lasciano sopraffare da distrazioni, quindi risultano molto distraibili; altri sono sopraffatti dall’ansia da esame. Alcuni studenti mostrano problematiche nell’organizzazione dei tempi e dei materiali e mancano di energia sufficiente per affrontare le sfide universitarie; altri ancora risultano demotivati.

Un ruolo importante è giocato dal perfezionismo. Alcuni studenti risultano mossi da un perfezionismo socialmente prescritto, legato cioè al timore del fallimento e all’ansia sociale. Pur essendo preparati, allora, si autoconvincono del loro fallimento e perdono il controllo della situazione. Ciò genera, a catena, un circuito vizioso che influisce sull’autostima, sull’umore e sulla successiva performance. Di conseguenza il procrastinatore sperimenterà ulteriori insicurezze nei confronti dei rapporti interpersonali e può sentirsi depresso.

Identikit del procrastinatore cronico:

  • Rimanda spesso una decisione, un compito, un comportamento
  • Ha un rapporto alterato con il tempo o meglio con la gestione del tempo e delle priorità
  • È un perfezionista perché ha paura di fallire
  • Ha un’autostima labile
  • È un soggetto ansioso
  • Razionalizza eccessivamente le cose, ovvero, giustifica i suoi fallimenti
  • Si pone obiettivi spesso non realistici e a lungo termine
  • Spesso le conversazioni sono ricche di particolari irrilevanti e inutili. Può sembrare logorroico
  • Teme il giudizio altrui
  • Appare molto permaloso
  • Attribuisce i risultati a fattori esterni (locus of control esterno) o poco controllabili
  • Conduce analisi dei rischi e delle possibilità troppo macchinose
  • Procede a valutazioni negative o catastrofiche degli eventi
  • Ha un pensiero “tutto o nulla”
  • Può avere scarsa concentrazione e facile distraibilità
  • Ha poca autonomia
  • Eccede nell’ autocritica
  • Prova spesso vergogna
  • Ricerca molte alternative prima di una possibile decisione

È ovvio che il procrastinatore cronico non vive una vita facile e anche se all’inizio queste caratteristiche possono sembrare in sintonia con l’io della persona, spesso il problema diventa egodistonico.

La procrastinazione può essere affrontata in svariato modo. Ovviamente, esistono terapie e tecniche indicate a seconda della persona e della gravità del problema. La terapia di gruppo sembra essere efficace, soprattutto per affrontare il problema dell’ansia correlato e le alterazioni sociali derivanti dal procrastinare. Terapie cognitive comportamentali hanno anche la loro efficacia, così come anche approcci psicodinamici. Tra le terapie più eclettiche, efficaci e pragmatiche, da annoverare l’ipnosi, poiché agisce in modo profondo ma anche sul piano comportamentale e sovente, non richiede molto tempo. Inoltre, consente di lavorare bene anche su altri aspetti personologici del procrastinatore (autostima, immagine, motivazione, autoefficacia, perfezionismo, ansia).

Esistono però anche altri approcci o se vogliamo alcune linee guida che io definisco “popolari”, soprattutto se il problema non è profondo o radicato ad altri aspetti della persona e non è quindi cronico:

  • affrontare il problema secondo un metodo a “pezzi”, ovvero scomporre il compito, l’operazione, un esame in più parti e affrontarle in tempi stabiliti e differenti;

  • stabilire delle ricompense a obiettivo raggiunto e fissare apertamente intenzioni e obiettivi;

  • lavorare sulle proprie giustificazioni e sul pensiero realistico, ovvero, evitare troppe giustificazioni;

  • abolire il pensiero tutto o nulla; un compito, un esame, possono essere superati anche accettando votazioni intermedie e non necessariamente il massimo:

  • adottare la “ tecnica dell’elefante”, ovvero, un elefante si può mangiare un boccone la volta!

Questi interventi vengono suggeriti strategicamente anche da diverse ricerche condotte presso università e centri di orientamento stranieri ( Texas, Virginia, Cambrige).

Nel mio libro “Il Domani è mai: 29 modi per smettere di rimandare” suggerisco, in effetti, strategie ben congeniate e adattabili per tutti. L’approccio principale parte sempre da un “motto” o convinzione, se vogliamo: “Do it now” – fallo ora! Il procrastinatore necessita di lavorare molto sulla percezione del tempo, poiché, così come spesso accade, sottostima il momento presente e sovrastima quello futuro. Ma il domani, diventa mai!

Il fenomeno procrastinazione, molto complesso, necessiterebbe di ulteriori approfondimenti scientifici. L’ordine di nascita sembra avere un peso rilevante nella procrastinazione. Inoltre, approfondire le differenze di genere sarebbe molto interessante. Da considerare, poi, che in Italia, oltre ad un mio primo tentativo o ad altri in fase di definizione, non esistono strumenti (test, questionari) per la valutazione della problematica. Ciò potrebbe essere molto rilevante sul piano della ricerca e dei possibili interventi.

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