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Innovazione, Risorse Umane e odore di fritto …

Empowerment, soft skills, commitment, engagement … e ora arriva anche il “purpose”.

Le Risorse Umane cercano persone d’altri tempi, insomma! Ovvero, individui che si impegnino nel loro lavoro, che traggano fuori il loro potenziale, che sappiano rapportarsi intelligentemente con gli altri e che utilizzino anche le emozioni. Uauu … Inoltre, scoperta del secolo, devono anche trovare il senso di ciò che fanno – il purpose appunto.

A me sembra un modo sofisticato e illusorio di parlare di banalità, di ovvietà. Il senso del non senso. Ma la risonanza di questi termini, forse, incide maggiormente, è più efficace, suona meglio diremmo … Si, perché questa è innovazione. Significa Gestione Strategica e Innovativa delle Risorse Umane! E allora mi accorgo che forse, l’unica cosa che conta davvero oggi è il controllo emotivo. La gestione sapiente delle emozioni, perché, di tanto in tanto, mi verrebbe seriamente di dire solo “ma quante c….te!!!” dite, grandi gestori delle risorse umane di grandi multinazionali? E siete anche convinti.

Dovremmo tornare, forse, a parlare normalmente, con il sano buon senso. Ci circondiamo allora di termini glamour, falsamente innovativi, diabolicamente eccentrici, fantasmagoricamente vuoti. Questione di trend, di mood. Come le moderne cucine, i ristoranti apparentemente aristocratici e gli osannati chef. Ma non sarebbe meglio parlare dell’odore scoppiettante di una frittura poco sana, ma comunque gustosa? Olio che frigge con brio, senza alcuna filosofia raffinata di base. Niente recensioni. Niente classifiche. Nessun profilo organolettico, inutile e sofisticato. Da paranoia. Come le cucine dell’ultimo grido. Innovative come le moderne Risorse Umane. Come la convinzione di una coppia di chef che incontrai tempo fa, per strada, all’angolo del loro locale stellato. Lei, appena ventenne. Pulita in viso, con un odore premestruale addosso e un normale imbarazzo dell’età. Lui, di una manciata di giorni più grande di chi ha preso da poco la patente e con una convinzione malsana e costruita. Basata sul nulla. Altro che narcisismo! In fondo, sei solo uno che cucina, avrei voluto urlargli. Se solo non avessi avuto quel barlume educativo disturbante come una invisibile palla al piede. Chef stellato, decantato come un prezioso vino. Come un Chateau Cheval Blanc del 1947, da 22 mila sterline, per essere banalmente francesi. Convinzioni. Periodi in cui si da valore alla banalità. Nelle aziende, nelle grandi multinazionali, nella P.A., come in cucina! Ed è quella stessa etica del buon senso che ti blocca nel dire che la sua cucina, fa banalmente schifo e che l’azoto liquido, può usarlo solo per bruciare le verruche ai piedi! “Noi non facciamo cucina. Regaliamo emozioni”, mi disse quel giorno. Togliti quel ghigno del c… da dosso e questo pietoso spirito poetico che non avevo neanche in scuola elementare! Spostati. Ci penso io a prepararti un fritto malsano, furioso e scoppiettante. Ti garantisco che le tue arterie svolgeranno la loro funzione con maggior motivazione e ti ringrazieranno. Come la tua compagna, se la lasci in mia compagnia per il tempo sufficiente per confonderla. Diciamo così! Questa è comunicazione efficace. Questa è gestione strategica delle risorse umane … Ma l’educazione fa nuovamente eco. Bussa in testa e frena intenzioni e spirito. Il controllo. È sempre il controllo che ci differenzia dagli altri esseri animali. È sempre il controllo che ci fotte! Ma quel fritto te lo mangeresti comunque. Anche bollente. E ti frega poco di bruciarti. È troppo seduttivo! E vorresti che le stesse aziende, multinazionali, grandi imprese si riempissero proprio di quella nuvoletta oleosa e affascinante. Altro che innovative purpose

E poi, te ne torni a casa, dopo aver passeggiato per due chilometri, con il tuo sigaro che ti consola e un mix di intenzioni e delusioni, mentre ti accorgi che il tuo maglioncino in lana nero, ha un’inspiegabile, magico e diabolico retrogusto di fumo, cortisolo, fritto ed estrogeni. Questa è innovazione!

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