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L’Ipnosi nella Fibromialgia

La Fibromialgia è considerata una sindrome dolorosa cronica complessa, caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso con iperalgesia. La qualità della vita viene notevolmente compromessa e il dolore è sovente associato ad una “stanchezza cronica” oltre ad altri sintomi psicopatologici (ansia, depressione, disturbi della personalità).

L’International Classification of Diseases (ICD-10), definisce la Fibromialgia come una Sindrome somatica funzionale. Essa viene spesso sottostimata e misconosciuta, pur se recentemente si è segnalato un drammatico incremento dell’incidenza, con prevalenza femminile.

Nel 2016, Wolfe et al. hanno rivisitato i criteri di identificazione per la Fibromialgia che attualmente prevede:

  • presenza di dolore generalizzato
  • sintomi presenti per almeno 3 mesi
  • indice di dolore diffuso (18 aree somatiche dolorose) e scala di severità dei sintomi (>13 punti)
  • la diagnosti è valida indipendentemente da altre diagnosi

La genesi della Fibromialgia si ritiene riferibile ad alterazioni morfo-funzionali, con ipersensibilizzazione del Sistema Nervoso Centrale. Fattori psicologici, neurobiologici, genetici possono contribuire alla sua eziopatogenesi. In modo particolare, i fattori psicologici, gli eventi stressanti e lo stile di vita rappresentano un aspetto importante. Eventi avversi della vita, così come l’abuso emotivo, fisico e sessuale sono considerati come potenziali fattori eziologici nella Fibromialgia.

Su un piano delle terapie, molti sono i farmaci utilizzati, ma la maggioranza di essi risulta essere scarso o comunque poco efficace nella cura. In particolare, ci si riferisce alla classe di farmaci antidepressivi, antiepilettici ed oppioidi.

Le terapie fisiche risultano essere utili per modulare il dolore e migliorare la qualità della vita, così come alcune terapie psicologiche. Risultati positivi si ottengono attraverso attività quali yoga, tai chi, meditazione, biofeedback, idroterapia, ipnosi. Quest’ultima risulta particolarmente indicata come strumento ausiliario per gestire il dolore cronico e i sintomi disfunzionali nei pazienti con Fibromialgia.

Si può suggerire un vero e proprio “protocollo ipnotico” costituito da una sessione di ipnosi settimanale per un periodo minimo di 3 mesi, con due sessioni mensili per i tre mesi successivi. Ai pazienti viene poi anche prescritto di praticare l’autoipnosi. Sono previste suggestioni e suggerimenti multisensoriali e di rilassamento, oltre a induzioni indirette di tipo ericksoniano per modulare il dolore. La personalizzazione della terapia, ovviamente, è da considerare sempre, sottolineando in ogni caso le tecniche dissociative, di progressione dell’età, di amnesia post-ipnotica.

Un esempio pratico può essere il Rapid Induction Fibromialgia Relief (RIFR), un’induzione che si focalizza su:

  • rilassamento progressivo
  • approfondimento della trance
  • luogo sicuro
  • suggestioni di sinestesia
  • ristrutturazione cognitiva
  • implementazione dell’autostima e dell’immagine corporea
  • riduzione dell’affaticamento
  • amnesia post-ipnotica

La Fibromialgia è una malattia degenerativa pervasiva e persistente. I sintomi, se non ben trattati, tendono al peggioramento e influiscono progressivamente e negativamente sulla qualità della vita. Un trattamento elettivo non esiste attualmente, ma l’ipnosi, insieme ad un approccio combinato, può sicuramente dare dei buoni risultati.

 

L’Ipnosi nel controllo del dolore

L’ipnosi agisce sulle componenti del dolore, ovvero sulla componente fisiologica e su quella emotiva. Inoltre, numerosi studi dimostrano l’efficacia nell’aumentare la tolleranza al dolore, alleviando la componente sensoriale-discriminativa dell’esperienza e la componente motivazionale-affettiva. L’effetto analgesico dell’ipnosi è considerato specifico e non rappresenta semplice suggestione o effetto placebo! Sul piano neurochimico, inoltre, l’analgesia ipnotica non sembra essere mediata né dagli oppiacei endogeni né dall’ACTH.

Tali considerazioni importanti provengono da una serie di studi specialistici e ricerche di settore (ivi comprese le attività di ricerca- intervento e sperimentazione condotte dal sottoscritto in materia di analgesia e anestesia ipnotica in microchirurgia. cfr articoli nel presente sito), oltre ad approfondimenti diagnostici effettuati con svariate tecniche (SPECT, PET, RM, RMN, …). L’ipnosi, pertanto, agirebbe sul flusso ematico cerebrale di alcune zone cerebrali specifiche, sulla modificazione dell’attività di alcune strutture cerebrali, sui meccanismi spinali, oltre a quelli automatici e periferici.

L’ipnosi è in grado di “manipolare” con una certa chirurgica selettività le diverse componenti dell’esperienza dolorosa e se è indicata per il dolore acuto, lo è ancora di più per quello cronico. Essa veniva usata già nell’800 come unico anestetico in chirurgia generale. Oggi, però, è ancora limitata per scarse conoscenze e ostinato e inutile scetticismo!

Trova impiego nel dolore post-operatorio, nel dolore da parto, nel dolore odontoiatrico, nel dolore dei grandi ustionati, … è nel dolore cronico però che trova grande spazio, modulando anche positivamente i concomitanti risvolti psicopatologici (ansia, depressione), nonché la qualità del sonno e della vita in generale. Si può affermare con una certa convinzione scientifica che l’ipnosi, da sola o in associazione con altri farmaci, è in  grado di controllare la maggior parte delle sindromi dolorose croniche. Evidenze cliniche dimostrano l’efficacia dell’ipnosi mediamente nel 75% dei pazienti con dolore acuto e cronico, con applicazioni importanti non solo nel dolore post-operatorio, ma an che in quello “procedurale”, ovvero legato ad interventi invasivi e cruenti. Inoltre, si può utilizzare anche per una varietà di sindromi dolorose, che vanno dalla cefalee, all’artrite, ai disturbi gastrointestinali (cfr colon irritabile), al dolore neuropatico da Sclerosi Multipla, alla fibromialgia.

L’ipnosi non va considerata una panacea, ma comunque rappresenta uno strumento versatile preziosissimo per la gestione e il controllo del dolore, offrendo al contempo un valido aiuto alla soluzione delle complesse problematiche del paziente.

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