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Realtà Virtuale e Fobie

Oggi, sempre più spesso, si usa la tecnologia in ambito psicologico e psicoterapico. La realtà virtuale, ad esempio, sembra funzionare contro le fobie poiché permette di esporre gradualmente e in modo controllato la persona agli stimoli ansiogeni in un ambiente sicuro e modulabile. Questo facilita il processo di desensibilizzazione, riducendo la paura associata senza rischi reali. Inoltre, la VR può essere personalizzata per adattarsi alle reazioni individuali, migliorando l’efficacia rispetto all’esposizione tradizionale. Infine, coinvolge anche il cervello in modo multisensoriale, favorendo un apprendimento più profondo e duraturo del superamento della paura.

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Il cervello riesce a fare una differenza tra realtà e simulazione?

In gran parte, no: il cervello spesso risponde alla realtà virtuale in modo molto simile a come farebbe nella realtà “fisica”. Questo perché la VR stimola i sensi (vista, udito, a volte tatto) in modo coerente e coinvolgente, creando una esperienza immersiva che il cervello interpreta come “reale” a livello emozionale e cognitivo. Per esempio, aree cerebrali legate alla paura o al movimento si attivano durante l’esposizione a stimoli VR fobici o ambienti simulati, proprio come succederebbe nella vita reale. Tuttavia, con consapevolezza e apprendimento, il cervello può distinguere che si tratta di una simulazione e modulare la risposta (es. meno ansia se si sa di essere in VR). Ma l’impatto emozionale e neurobiologico resta significativo, rendendo la VR uno strumento efficace in terapia.

Studi sul cervello e realtà virtuale

  1. Attivazione delle aree limbiche e della paura
    Studi con fMRI (risonanza magnetica funzionale) e PET hanno dimostrato che durante l’esposizione a situazioni virtuali fobiche (es. altezze, ragni), si attivano le stesse aree cerebrali coinvolte nella paura reale, come:
  • Amigdala (gestione emozioni, paura)
  • Corteccia cingolata anteriore (controllo del dolore e emozioni)
  • Insula (consapevolezza corporeo-emozionale)
  1. Simulazione del movimento e percezione spaziale
    La VR attiva anche la corteccia parietale e i circuiti motori, che elaborano la percezione dello spazio e del movimento, rendendo l’esperienza immersiva e realistica.
  2. Risposte fisiologiche
    Durante esperienze VR, vengono osservate risposte fisiologiche reali, come:
  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Sudorazione
  • Cambiamenti nella respirazione
    simili a quelli della vita reale.
  1. Consapevolezza e modulazione
    Studi hanno anche dimostrato che con la consapevolezza di essere in VR, il cervello può modulare la risposta emotiva, diminuendo l’ansia, ma senza annullarla completamente.Hmd, Occhiali Cibernetici, Cibernetico

Seduta con visore VR per fobie: descrizione

  1. Accoglienza e briefing
    Il terapeuta spiega l’obiettivo della seduta e valuta il livello di ansia del paziente. Si stabiliscono segnali per interrompere se necessario.

  2. Preparazione tecnica
    Il paziente indossa il visore VR e, se necessario, cuffie audio. Il terapeuta controlla la calibrazione e il comfort.

  3. Esposizione graduale
    Attraverso ambienti virtuali progettati ad hoc, il paziente si confronta con lo stimolo fobico (es. altezze, insetti, spazi chiusi) in modo progressivo, partendo da situazioni meno ansiogene.

  4. Supporto e monitoraggio
    Durante l’esposizione, il terapeuta guida il paziente, suggerisce tecniche di rilassamento e valuta la risposta emotiva, adattando il livello di difficoltà.

  5. Debriefing
    Al termine, si discute l’esperienza, si annotano le sensazioni e si pianifica il percorso terapeutico successivo.

La seduta con VR permette un’esposizione sicura, realistica e personalizzata, facilitando il superamento della fobia in tempi spesso più brevi rispetto ai metodi tradizionali.

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