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Zoofobia

La zoofobia è una fobia specifica (DSM-5-TR, categoria: “tipo animale”) caratterizzata da una paura persistente, eccessiva e irrazionale verso uno o più animali. La sola presenza o l’immagine dell’animale temuto può scatenare ansia acuta, panico o evitamento.

🐍 Esempi comuni di zoofobie specifiche

Tipo di animale Nome specifico della fobia
Cani Cinofobia
Gatti Ailurofobia
Insetti Entomofobia
Ragni Aracnofobia
Uccelli Ornithofobia
Serpenti Ofidiofobia
Topi / roditori Musofobia
Cavalli Equinofobia

Sintomi tipiciHusky, Cane, Animale Domestico, Malamute

  • Fisici: tachicardia, sudorazione, tremori, vertigini, nausea

  • Cognitivi: pensieri catastrofici (“Mi attaccherà”, “Potrei morire”)

  • Comportamentali: evitamento totale di luoghi dove potrebbe esserci l’animale

Cause principali

  • Esperienze traumatiche infantili (morsi, aggressioni, spaventi)

  • Apprendimento per osservazione (es. genitori spaventati dagli animali)

  • Rinforzo dell’evitamento: più si evitano gli animali, più la fobia si rafforza

  • Fattori evolutivi (es. paura ancestrale per serpenti, ragni)

Trattamento della Zoofobia Cat, Occhi, Animale, Presagio, Nero

Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

  • Ristrutturazione cognitiva: identificare e modificare i pensieri irrazionali

  • Esposizione graduale: progressiva esposizione all’animale, reale o virtuale

  • Tecniche di rilassamento: respirazione, rilassamento muscolare, mindfulness, ipnosi

Terapia con Realtà Virtuale (VRET)

  • Simulazioni 3D di animali in ambienti controllati

  • Permette l’esposizione senza il rischio reale

  • Studi mostrano miglioramenti rapidi in fobie animali (es. ragni, cani)

EMDR (nei casi legati a traumi specifici)

Esempio di protocollo VRET per zoofobia (es. cinofobia)

Seduta Attività
1 Valutazione clinica, gerarchia dell’ansia
2 Psicoeducazione + tecniche di gestione ansia
3–7 Esposizione VR graduale: cane da lontano → vicino
8 Esposizione in vivo assistita (se possibile)
9–10 Consolidamento + prevenzione ricadute
Follow-up Verifica dopo 1 mese

ZOOPHOBIA VR è una App di Realtà Virtuale pensato per pazienti che manifestano fobie specifiche verso gli animali. ZOOPHOBIA VR consente di esporre il cliente agli stimoli fobici in modo crescente, al fine di contro condizionare la risposta d’ansia. Il software ha un focus particolare sulla paura dei ragni e dei serpenti. Per ciascun animale sono previsti fino a 14 livelli, in cui l’attivazione è connessa a variabili quale la distanza, il movimento e il numero. In base all’andamento dell’esposizione, sarà possibile procedere verso lo step successivo, tornare al precedente, oppure interrompere la visione qualora il paziente sperimentasse disagio. In questo quadro il software si presenta come uno strumento di add-on terapeutico per il trattamento delle zoofobie, consentendo una terapia non invasiva e sicura per il paziente.

Ragno, Insetti, Natura

Fonti scientifiche 

  1. Garcia-Palacios, A., Botella, C., Hoffman, H., & Fabregat, S. (2007). Comparing acceptance and refusal rates of virtual reality exposure vs. in vivo exposure by patients with specific phobias. CyberPsychology & Behavior, 10(5), 722–724. https://doi.org/10.1089/cpb.2007.9962

  2. Miloff, A., Lindner, P., & Carlbring, P. (2020). The future of virtual reality therapy for phobias: Beyond simple exposures. Clinical Psychology: Science and Practice, 27(4), e12344. https://doi.org/10.1111/cpsp.12344

  3. Wiederhold, B. K., & Wiederhold, M. D. (2005). Virtual Reality Therapy for Anxiety Disorders: Advances in Evaluation and Treatment. Washington, DC: American Psychological Association.

Acrofobia: la paura delle altezze

L’acrofobia è una fobia specifica caratterizzata da una paura intensa e irrazionale delle altezze (es. balconi, scale, tetti, ponti, grattacieli).
Non va confusa con il normale disagio che alcune persone provano in alto: nell’acrofobia, la reazione è sproporzionata e disfunzionale.Dubai, Prospettiva, Ragazza

Sintomi tipici

  • Fisici: vertigini, nausea, sudorazione, tremori, palpitazioni, senso di instabilità

  • Cognitivi: pensieri catastrofici (“potrei cadere”, “perderò l’equilibrio”)

  • Comportamentali: evitamento di luoghi elevati (scale, balconi, sentieri di montagna)

Possibili cause

  • Esperienze traumatiche (cadute, testimoni di incidenti)

  • Predisposizione genetica all’ansia

  • Apprendimento osservazionale (es. genitori ansiosi)

  • Problemi vestibolari (in rari casi)

Trattamenti efficaci Equilibrio, Altezza, Pericoloso

 1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

  • Ristrutturazione dei pensieri irrazionali

  • Esposizione graduale all’altezza in vivo o in VR

  • Tecniche di gestione dell’ansia

2. Terapia con Realtà Virtuale (VRET)

  • Espone gradualmente il paziente a scenari virtuali in altezza

  • Ambiante sicuro, controllato, altamente efficace

  • Supporta l’esposizione in vivo se inizialmente non tollerabile

 3. Altri strumenti complementari

  • Mindfulness e Ipnosi

  • In alcuni casi: farmaci ansiolitici (solo temporaneamente)

Protocollo VR per Acrofobia (Standard)

Durata media: 6–10 sedute
Frequenza: 1–2 volte a settimana
Seduta tipo: 45–60 minuti
Approccio: CBT + VRET

La acrofobia (o paura delle altezze) è un disturbo d’ansia molto diffuso. A differenza dell’aerofobia, la paura di volare, l’acrofobia concerne una paura o un’ansia marcata, legata ad una varietà di situazioni in cui si è lontani o si perde il contatto con il suolo. AKRON è una App di Realtà Virtuale progettata e realizzata per il trattamento della paura delle altezze tramite l’esposizione del paziente a situazioni temute stimolo-crescenti. Lo scenario di AKRON prevede la possibilità di salire su un ascensore di vetro, piano dopo piano, e di monitorare il livello di attivazione per ogni piano che si raggiunge. Il software consente anche di aggiungere una barriera all’interno dell’ascensore di vetro, qualora l’attivazione dovesse essere eccessiva.

Fonti scientifiche recenti

  1. Parsons, T. D., & Rizzo, A. A. (2008). Affective outcomes of virtual reality exposure therapy for anxiety and specific phobias: A meta-analysis. Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, 39(3), 250–261. https://doi.org/10.1016/j.jbtep.2007.07.007

  2. Donker, T., Cornelisz, I., van Klaveren, C., van Straten, A., Carlbring, P., Cuijpers, P., & van der Zanden, R. (2019). Effectiveness of self-guided virtual reality therapy for acrophobia: A randomized controlled trial. Journal of Anxiety Disorders, 61, 63–74. https://doi.org/10.1016/j.janxdis.2018.07.003

  3. Lindner, P., Miloff, A., Fagernäs, S., Andersen, J., Sigeman, M., Andersson, G., & Carlbring, P. (2021). Therapist-led vs. self-led virtual reality exposure therapy for acrophobia: A randomized controlled non-inferiority trial. NPJ Digital Medicine, 4(1), 2. https://doi.org/10.1038/s41746-020-00304-7

Paure mediche

Le paure mediche sono fobie specifiche legate a situazioni sanitarie e procedure mediche. Possono interferire significativamente con la salute e la qualità della vita, portando spesso a evitamento di cure necessarie. Ecco una sintesi scientifica e clinica delle principali tipologie:

Fobie mediche più comuni

Tipo di fobia Nome clinico Esempi tipici
Paura del sangue Emofobia Reazione a sangue proprio o altrui
Paura degli aghi Tripanofobia Vaccinazioni, prelievi
Paura delle iniezioni Belonefobia / Aicmofobia Iniezioni intramuscolari o endovenose
Paura dei dentisti Odontofobia Cure odontoiatriche, trapani, anestesia
Paura della sala operatoria / interventi Tomofobia Interventi chirurgici, anestesia generale
Paura dei medici / ospedali Iatrofobia Ambulatori, camici, attese

Caratteristiche cliniche comuniDentista, Operazione, I Denti, Lampada

  • Reazioni fisiologiche intense: nausea, svenimenti, tachicardia, iperventilazione

  • Ansia anticipatoria: settimane prima della visita o dell’intervento

  • Comportamenti di evitamento: rifiuto di cure, visite, analisi

  • Origini possibili: esperienze traumatiche, apprendimento osservazionale, predisposizione ansiosa

Impatto sulla salute

  • Rinuncia a cure dentistiche, operazioni salvavita o screening preventivi

  • Peggioramento di malattie croniche per mancato follow-up

  • Aumento del rischio medico (es. infezioni, tumori non diagnosticati)

Trattamenti efficaciDentista, Strumenti, Clinica, Paziente

1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

  • Esposizione graduale (reale o virtuale)

  • Ristrutturazione dei pensieri catastrofici

  • Tecniche di rilassamento e gestione dell’ansia

2. Esposizione con Realtà Virtuale (VRET)

  • Ambienti virtuali come sale operatorie, studi dentistici, ospedali

  • Simulazione progressiva, in ambiente sicuro

  • Riduzione dell’ansia anticipatoria

3. EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

  • Utile per traumi medici pregressi

MediCare è l’App in Realtà Virtuale, progettata da IDEGO, che aiuta a superare le fobie mediche attraverso esperienze immersive e tecniche di desensibilizzazione, con un approccio innovativo, efficace e sicuro. MediCare è stata sviluppata con l’obiettivo di aiutare le persone a desensibilizzare le paure legate ai contesti medici, come la paura della sala operatoria, del dentista e del prelievo del sangue.

Protocollo in base alla fobia specifica

dalle 6 alle 10 sedute

Studi recenti

  1. Ayala, E. S., Meuret, A. E., & Ritz, T. (2023). Exposure therapy for medical fears: A review and future directions. Journal of Anxiety Disorders, 94, 102679. https://doi.org/10.1016/j.janxdis.2022.102679

  2. Dibbets, P., & Schulte-Ostermann, M. A. (2023). Virtual reality exposure therapy for needle fear: A randomized controlled trial. Behaviour Research and Therapy, 163, 104235. https://doi.org/10.1016/j.brat.2022.104235

  3. Vagnoli, L., Caprilli, S., & Messeri, A. (2022). Use of distraction with VR in pediatric surgery: Effects on anxiety and pain. Paediatric Anaesthesia, 32(6), 715–722. https://doi.org/10.1111/pan.14385

Paura di guidare – Amaxofobia

La paura di guidare, o amaxofobia, è una fobia specifica caratterizzata da ansia intensa o panico legati alla guida o al solo pensiero di mettersi al volante. Può includere anche paura di incidenti, perdita di controllo o trovarsi in situazioni pericolose durante la guida.

Epidemiologia

  • Colpisce circa il 2%–6% della popolazione.

  • Più frequente nelle donne.

  • Può svilupparsi dopo un incidente stradale, o per ansia generalizzata o disturbi da panico. Auto, Guida, Autista, Volante, Cintura

Sintomi

  • Palpitazioni, sudorazione, tremori

  • Respiro corto, nausea, senso di svenimento

  • Paura di perdere il controllo o di causare un incidente

  • Evitamento della guida o limitazione a percorsi brevi e noti

Cause

  • Traumi pregressi (incidenti, quasi incidenti)

  • Apprendimento per osservazione o da genitori ansiosi

  • Predisposizione genetica all’ansia

  • Distorsioni cognitive (es. catastrofismo, pensieri “tutto o nulla”)

Trattamenti efficaciTraffico, Strada, Automobili, Veicoli

1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

  • Psicoeducazione, ristrutturazione cognitiva

  • Esposizione graduale in vivo (salire in macchina, guidare in aree sicure)

  • Tecniche di rilassamento e Ipnosi

2. Terapia con realtà virtuale (VRET)

  • Simulazione di guida in ambienti controllati

  • Riduzione progressiva dell’ansia in condizioni sicure

3. Farmaci

  • In casi severi, uso temporaneo di ansiolitici o antidepressivi

DRIVER è la nostra App di Realtà Virtuale ideata per il trattamento dell’amaxofobia, ossia della paura di guidare, attraverso la riproposizione al paziente di diverse tipologie di scenari specifici: situazioni di guida in una strada cittadina, in tangenziale, in galleria. Anche in questo ambito, la Realtà Virtuale si qualifica come metodo efficace nonché incisivo, in particolar modo grazie alla possibilità di controllare l’ambiente virtuale, gestendo l’esposizione allo stimolo temuto e tramite la funzione di pause/play/rewind. L’esposizione è graduale (dal livello meno attivante a quello più minaccioso) ed è sempre guidata da uno psicoterapeuta con formazione specifica.

Protocollo VRET standard

Durata media: 6–10 sedute
Frequenza: 1–2 volte a settimana
Durata seduta: 45–60 minuti

 

1. Valutazione Iniziale (Seduta 1)

2. Psicoeducazione e Tecniche di Rilassamento (Seduta 2)

3. Esposizione Graduale in Realtà Virtuale (Sedute 3–8/9)

Simulazione immersiva progressiva di situazioni di guida con difficoltà crescente:

    • Sedersi al volante in un parcheggio vuoto

    • Avviare l’auto e guidare in parcheggio

    • Guida in strade urbane poco trafficate

    • Guida in zone trafficate

    • Guida su autostrada o strade veloci

    • Ogni scenario si ripete fino a calo significativo dell’ansia

    • Applicazione di tecniche di rilassamento durante e dopo l’esposizione

    • Ristrutturazione cognitiva post-esposizione (discutere pensieri e sensazioni)

4. Consolidamento e Generalizzazione (Sedute 9–10)

  • Ripetizione di situazioni critiche in VR con ansia ridotta

  • Supporto all’esposizione in vivo (guida reale con terapeuta o supporto)

  • Strategie di prevenzione ricadute e mantenimento dei progressi

5. Valutazione Finale

Fonti scientifiche recenti

  1. Kourtesis, P., Linnell, J., Amir, R., Argelaguet, F., & MacPherson, S. E. (2023). Cybersickness in Virtual Reality Questionnaire (CSQ-VR): A validation and comparison against SSQ and VRSQ. arXiv. https://arxiv.org/abs/2301.12591

    • Questo studio sviluppa e valida un nuovo strumento per misurare la cinetosi indotta dalla realtà virtuale, utile per monitorare gli effetti collaterali durante le sessioni di VRET.

  2. Graham, W., Drinkwater, R., Kelson, J., & Kabir, M. A. (2025). Self-guided virtual reality therapy for anxiety: A systematic review. arXiv. https://arxiv.org/abs/2501.17375

    • Una revisione sistematica che esplora l’efficacia delle terapie VR autogestite per l’ansia, evidenziando il loro potenziale nel trattamento delle fobie specifiche, inclusa la paura di guidare.

  3. Macdonald, C. (2025, marzo 15). Free online virtual reality tool helps people tackle public speaking nerves. The Guardian. https://www.theguardian.com/technology/2025/mar/15/online-vr-tool-virtual-reality-public-speaking-nerves-anxiety

 

Claustrofobia

La claustrofobia è una fobia specifica (DSM-5), caratterizzata da un’intensa e persistente paura degli spazi chiusi o ristretti, come ascensori, stanze senza finestre, tunnel, metropolitane o aerei. La persona prova ansia o panico al pensiero o all’esposizione a questi luoghi. La paura è sproporzionata rispetto al pericolo reale. Porta spesso ad evitamento o forte disagio.

Sintomi comuni

Fisici:

  • Palpitazioni, sudorazione, tremori
  • Difficoltà a respirare, senso di soffocamento
  • Nausea, vertigini

Psicologici:

  • Sensazione di “perdere il controllo”
  • Paura di morire o “impazzire”
  • Desiderio urgente di uscire o scappare

Comportamentali:

  • Evitamento di ascensori, stanze chiuse, auto, bagni pubblici, aerei, ecc. Crepa Nel Muro, Immaginare, Esplorare

Cause principali

  • Esperienze traumatiche (es. essere rimasti chiusi in uno spazio ristretto da piccoli)
  • Modello di apprendimento (vissuto di un genitore ansioso o fobico)
  • Predisposizione biologica (maggiore reattività del sistema limbico)
  • Distorsioni cognitive (esagerazione del pericolo, pensieri catastrofici)

Trattamenti efficaci

1. Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)

È il trattamento più supportato dalla ricerca.

Include:

Esposizione graduale agli spazi chiusi (in vivo o virtuale)

Ristrutturazione cognitiva

Tecniche di rilassamento e gestione dell’ansia

2. Esposizione in realtà virtuale (VRET)

Simula spazi chiusi in un ambiente controllato e sicuro.

Riduce l’evitamento ed è altamente efficace anche in poche sedute.

3. Tecniche di desensibilizzazione sistematica

Si abbina spesso alla CBT: esposizione + rilassamento progressivo e/o Ipnosi

4. EMDR

Può essere utile se la fobia ha origine da un trauma specifico.

5. Farmaci (solo in casi gravi)

Benzodiazepine o SSRI possono essere usati a supporto, non come prima scelta.

Claustrofobia e comorbidità

Spesso coesiste con: Disturbi di panico, Agorafobia ,Altre fobie specifiche, Disturbi ossessivo-compulsivi o post-traumatici, …

KLOVER è una esperienza di Realtà Virtuale pensata per aiutare chi soffre di claustrofobia. Grazie all’esposizione graduale a situazioni che generano ansia, permette di affrontare la paura degli spazi chiusi in modo sicuro e controllato. Gli scenari disponibili sono dieci: cantina, stanza da letto, metropolitana, treno, ascensore, grotta, bunker, bagno pubblico, risonanza magnetica e cinema. Ogni ambiente è suddiviso in step progressivi, che aumentano gradualmente la sensazione di disagio per favorire il superamento della paura. L’obiettivo è ridurre o eliminare la risposta d’ansia, consentendo al paziente di sentirsi più sicuro. Con KLOVER, il terapeuta ha uno strumento innovativo per aiutare il paziente a sviluppare le capacità necessarie per affrontare situazioni prima temute, ma in un ambiente protetto, come lo studio del professionista.

Ascensore, Sollevare, Scale, Passi

Tipo di Paziente Numero di Sedute VRET Note
Lieve 4–6 Ansia moderata, evita pochi spazi chiusi
Moderata 6–8 Ansia frequente, evitamento più marcato
Grave 8–10+ Panico intenso, evitamento severo, comorbidità ansiosa
Paziente con trauma associato 10–12 Integrazione con EMDR, IPNOSI o terapia aggiuntiva
Paziente altamente motivato 3–5 (intensivo) Sedute più frequenti, protocolli brevi e intensivi
Paziente con scarsa compliance 10+ Necessita rinforzi e supporto prolungato

Fonti scientifiche principali:

  • Wiederhold, B. K., & Wiederhold, M. D. (2005). Virtual Reality Therapy for Anxiety Disorders.

  • Opriș, D., et al. (2012). Virtual reality exposure therapy in anxiety disorders: A meta-analysis. Depression and Anxiety, 29(2), 85–93.

  • Botella, C., et al. (2007). Virtual reality exposure in the treatment of claustrophobia: A case report. Behavior Research and Therapy, 45(12), 2671–2678.

  • American Psychological Association (APA) Guidelines for Exposure Therapy.

Paura di volare – Aerofobia, Aviophobia

Definizione

  • La fobia di volare è una specifica fobia: una paura intensa e persistente dell’atto di volare che provoca ansia sproporzionata rispetto al rischio reale, spesso con evitamento o disagio significativo.

  • Può includere paure associate: crash, eventi esterni (turbolenza, sequestro), mancanza di controllo, ambienti chiusi, altezze, separazione, ecc.

Epidemiologia

  • Si stima che tra il 7% e il 40% della popolazione nei paesi industrializzati sperimenta una qualche forma di paura di volare.

  • Alcune persone evitano del tutto di volare; altre lo fanno ma con forte ansia. https://vrphobia.eu/files/flying2.jpg

Cause / Fattori di rischio

Le origini della fobia di volare sono multifattoriali:

  1. Esperienze precedenti

    • A volte un volo particolarmente turbolento o un evento percepito come pericoloso può scatenare o peggiorare la fobia.

    • Anche se non sempre è presente un “trauma” specifico.

  2. Fattori cognitivi e percezione del rischio

    • Sovrastima del pericolo (crash, guasti, ecc.), pensieri catastrofici.

    • Scarsa conoscenza del funzionamento degli aerei o meccanismi di sicurezza.

  3. Fattori psichici correlati

    • Altre fobie (altezza, spazi chiusi, paura di malattie), predisposizione all’ansia generale, disturbi di panico, ecc.

  4. Fattori ambientali / sociali

    • Media, notizie di incidenti o attentati, percezioni culturali del volo come rischioso.

Sintomatologia

  • Sintomi fisiologici: palpitazioni, sudorazione, tremori, nausea, difficoltà respiratorie, senso di soffocamento o vertigini.

  • Sintomi cognitivi: pensieri intrusivi e catastrofici, preoccupazioni persistenti prima, durante o dopo il volo.

  • Comportamentali: evitamento (non viaggiare in aereo), uso di strategie di evitamento (scegliere rotte alternative, uso di farmaci, etc.).

  • Impatto: può interferire con lavoro, vita sociale, opportunità di viaggio.

Diagnosi / valutazionehttps://flyfright.com/wp-content/uploads/2019/12/fear-of-flying-virtual-reality.jpg

  • Spesso si utilizza l’anamnesi clinica, interviste diagnostiche per specifiche fobie secondo il DSM‐5 / ICD.

  • Questionari specifici per paura di volare: Flight Anxiety Situations (FAS), Flight Anxiety Modality (FAM).

  • Osservazione del comportamento, livello di evitamento, uso reale del volo.

Trattamenti efficaci

Secondo la letteratura:

  1. Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)

    • È considerata uno dei trattamenti principali per la fobia di volare. Cambia i pensieri disfunzionali, insegna tecniche di rilassamento, esposizione graduale. Studi mostrano che i miglioramenti si mantengono nel tempo (anche a 2–3 anni).

  2. Terapia d’esposizione

    • Esposizione diretta (per es., volo reale), oppure esposizione virtuale o simulata.

    • Esposizione virtuale (Virtual Reality Exposure Therapy, VRET) è efficace e spesso alternativa quando non è possibile l’esposizione reale.

  3. Desensibilizzazione progressiva / systematic desensitization

    • Usata insieme a CBT (o integrata) e Ipnosi.

  4. EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

    • Alcuni studi lo usano in combinazione con CBT per risultati positivi.

  5. Trattamenti di gruppo

    • Gruppi CBT o programmi intensivi (1‑2 giorni) hanno mostrato efficacia – riducono l’ansia, aumentano la probabilità di affrontare un volo.

Evidenze recenti https://images.squarespace-cdn.com/content/v1/5b85160c7c9327b00da1ccb8/f723dcc9-5695-4c10-ad2c-a3f3aeb21adc/SPC-fear-of-flying-corrie-ackland.png

  • Uno studio randomizzato ha confrontato CBT + desensibilizzazione sistematica, CBT + EMDR, CBT + VRET: tutte le combinazioni erano efficaci, con miglioramenti mantenuti ad 1 anno.

  • Un programma di intervento combinato CBT + realtà virtuale ha mostrato grandi decrementi di ansia (sia cognitiva che somatica) in vari elementi (anticipatoria, durante il volo etc.) dopo il primo volo post-trattamento.

  • Uno studio longitudinale su meccanismi cognitivi ha indicato che ridurre gli schemi cognitivi disadattivi e aumentare quelli adattivi è cruciale per il mantenimento dei miglioramenti a lungo termine.

 

AVION è una App di Realtà Virtuale progettata e realizzata per il trattamento della paura di volare tramite l’esposizione del paziente a situazioni temute stimolo-crescenti. Ciascuna delle 4 situazioni di AVION: pista di decollo, decollo, turbolenze e atterraggio, si susseguono con il fine è di decondizionare fobie connesse a spazi chiusi, altezza e agorafobia: componenti della paura di volare. L’esperienza di esposizione allo stimolo crescente deve essere ripetuta fino al raggiungimento dell’estinzione, o ad una tollerabile riduzione, della risposta d’ansia da parte del paziente.

PROTOCOLLO

Tipo di paziente Sedute VRET medie
Paura lieve/moderata 3–6 sedute
Paura marcata con evitamento 6–8 sedute
Fobia con comorbidità ansiosa 8–12 sedute
Trattamento intensivo 1–2 sessioni lunghe

Bibliografia 

  • Cleveland Clinic. (2023). Aerophobia (fear of flying). Cleveland Clinic.
    https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/22431-aerophobia-fear-of-flying

  • Van Gerwen, L. J., Diekstra, R. F. W., Arondeus, J. M., & Wolfger, R. (2004). Fear of flying treatment programs for passengers: An international update. Travel Medicine and Infectious Disease, 2(1), 27–35.
    https://doi.org/10.1016/j.tmaid.2003.11.003

  • Opriș, D., Pintea, S., García-Palacios, A., Botella, C., Szamosközi, Ș., & David, D. (2012). Virtual reality exposure therapy in anxiety disorders: A quantitative meta-analysis. Depression and Anxiety, 29(2), 85–93.
    https://doi.org/10.1002/da.20910

  • Mühlberger, A., Wiedemann, G., & Pauli, P. (2006). Efficacy of a one-session virtual reality exposure treatment for fear of flying. Psychotherapy Research, 16(3), 263–272.
    https://doi.org/10.1080/10503300500485544

  • Triscari, M. T., Faraci, P., D’Angelo, V., Urso, A., & Catalisano, D. (2015). Effectiveness of EMDR in the treatment of specific phobias: A case study of fear of flying. Journal of EMDR Practice and Research, 9(3), 150–160.
    https://doi.org/10.1891/1933-3196.9.3.150

  • Wiederhold, B. K., & Wiederhold, M. D. (2003). Three-year follow-up for virtual reality exposure for fear of flying. CyberPsychology & Behavior, 6(4), 441–445.
    https://doi.org/10.1089/109493103322278844

  • Rothbaum, B. O., Hodges, L. F., Smith, S., Lee, J. H., & Price, L. (2000). A controlled study of virtual reality exposure therapy for the fear of flying. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 68(6), 1020–1026.
    https://doi.org/10.1037/0022-006X.68.6.1020

  • Cardeña, E., & Spiegel, D. (1993). Fear of flying treatment programs: Review and critique. American Journal of Psychotherapy, 47(4), 528–538.

  • Wiederhold, B. K., Jang, D. P., Kim, S. I., & Wiederhold, M. D. (2002). The treatment of fear of flying: A controlled study of virtual reality therapy. CyberPsychology & Behavior, 5(4), 329–335.
    https://doi.org/10.1089/109493102760147177

  • Wiederhold, B. K., & Riva, G. (2014). Virtual reality therapy: Emerging topics and future challenges. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 17(1), 1–2.
    https://doi.org/10.1089/cyber.2013.1500

Realtà Virtuale e Fobie

Oggi, sempre più spesso, si usa la tecnologia in ambito psicologico e psicoterapico. La realtà virtuale, ad esempio, sembra funzionare contro le fobie poiché permette di esporre gradualmente e in modo controllato la persona agli stimoli ansiogeni in un ambiente sicuro e modulabile. Questo facilita il processo di desensibilizzazione, riducendo la paura associata senza rischi reali. Inoltre, la VR può essere personalizzata per adattarsi alle reazioni individuali, migliorando l’efficacia rispetto all’esposizione tradizionale. Infine, coinvolge anche il cervello in modo multisensoriale, favorendo un apprendimento più profondo e duraturo del superamento della paura.

Xr, Sig, Realtà Mista, Realta Virtuale

Il cervello riesce a fare una differenza tra realtà e simulazione?

In gran parte, no: il cervello spesso risponde alla realtà virtuale in modo molto simile a come farebbe nella realtà “fisica”. Questo perché la VR stimola i sensi (vista, udito, a volte tatto) in modo coerente e coinvolgente, creando una esperienza immersiva che il cervello interpreta come “reale” a livello emozionale e cognitivo. Per esempio, aree cerebrali legate alla paura o al movimento si attivano durante l’esposizione a stimoli VR fobici o ambienti simulati, proprio come succederebbe nella vita reale. Tuttavia, con consapevolezza e apprendimento, il cervello può distinguere che si tratta di una simulazione e modulare la risposta (es. meno ansia se si sa di essere in VR). Ma l’impatto emozionale e neurobiologico resta significativo, rendendo la VR uno strumento efficace in terapia.

Studi sul cervello e realtà virtuale

  1. Attivazione delle aree limbiche e della paura
    Studi con fMRI (risonanza magnetica funzionale) e PET hanno dimostrato che durante l’esposizione a situazioni virtuali fobiche (es. altezze, ragni), si attivano le stesse aree cerebrali coinvolte nella paura reale, come:
  • Amigdala (gestione emozioni, paura)
  • Corteccia cingolata anteriore (controllo del dolore e emozioni)
  • Insula (consapevolezza corporeo-emozionale)
  1. Simulazione del movimento e percezione spaziale
    La VR attiva anche la corteccia parietale e i circuiti motori, che elaborano la percezione dello spazio e del movimento, rendendo l’esperienza immersiva e realistica.
  2. Risposte fisiologiche
    Durante esperienze VR, vengono osservate risposte fisiologiche reali, come:
  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Sudorazione
  • Cambiamenti nella respirazione
    simili a quelli della vita reale.
  1. Consapevolezza e modulazione
    Studi hanno anche dimostrato che con la consapevolezza di essere in VR, il cervello può modulare la risposta emotiva, diminuendo l’ansia, ma senza annullarla completamente.Hmd, Occhiali Cibernetici, Cibernetico

Seduta con visore VR per fobie: descrizione

  1. Accoglienza e briefing
    Il terapeuta spiega l’obiettivo della seduta e valuta il livello di ansia del paziente. Si stabiliscono segnali per interrompere se necessario.

  2. Preparazione tecnica
    Il paziente indossa il visore VR e, se necessario, cuffie audio. Il terapeuta controlla la calibrazione e il comfort.

  3. Esposizione graduale
    Attraverso ambienti virtuali progettati ad hoc, il paziente si confronta con lo stimolo fobico (es. altezze, insetti, spazi chiusi) in modo progressivo, partendo da situazioni meno ansiogene.

  4. Supporto e monitoraggio
    Durante l’esposizione, il terapeuta guida il paziente, suggerisce tecniche di rilassamento e valuta la risposta emotiva, adattando il livello di difficoltà.

  5. Debriefing
    Al termine, si discute l’esperienza, si annotano le sensazioni e si pianifica il percorso terapeutico successivo.

La seduta con VR permette un’esposizione sicura, realistica e personalizzata, facilitando il superamento della fobia in tempi spesso più brevi rispetto ai metodi tradizionali.

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