Mese: <span>Novembre 2017</span>

Il Cannibalismo

Il cannibalismo, fenomeno ritenuto come il frutto di una vera aberrazione della mente umana e praticato solo nel lontano passato, risulta invece diffuso universalmente anche ai nostri giorni.
L’antropofagia viene studiata non solo secondo un approccio etnologico, ma anche sotto un’ottica psicologica e psichiatrica. Vi sono, infatti, diversi tentativi odierni di confronto: dal cannibalismo come pratica di alcuni gruppi, alla triste e mostruosa realtà dei serial killers.
La Psicoanalisi considera il cannibalismo in riferimento alla fase orale dello sviluppo libidico e più specificatamente alla componente sadica, dove si assiste ad un desiderio di incorporazione dell’oggetto amato che verrà poi sostituito dall’identificazione. Altri studi hanno evidenziato che se l’atto del morsicamento può essere considerato “normale” in talune fasi dello sviluppo, un eccesso della pulsione cannibalica può sfociare nella malattia.
Secondo alcune ricerche di settore, esisterebbe un cannibalismo profano, legato cioè al concetto di carne umana come semplice alimento; un cannibalismo giuridico, praticato verso persone che hanno commesso un crimine e che sono considerati nemici; un cannibalismo magico, praticato con lo scopo di accrescere i poteri individuali attraverso il cibarsi di carne umana; il cannibalismo rituale, legato a complesse attività cerimoniali e a particolari occasioni.
Le origini del cannibalismo sono anche “studiate” attraverso l’utilizzo del linguaggio metaforico. Espressioni quali “ti mangerei di baci”, “vorrei mangiarti”, “sei buono come il pane”, “sei una persona squisita”, … sono spesso rivolte a persone che ammiriamo o che, comunque, ci piacciono. In tal caso, dovremmo parlare proprio di una forma di cannibalismo verbale o metaforico. L’utilizzo di tale fraseologia, secondo alcuni studiosi, è mossa dalla necessità di esprimere le proprie emozioni verso qualcuno. Si pensi, infatti, anche alla fraseologia tra persone innamorate o amanti.


Il cannibalismo “moderno” viene affrontato, invece, attraverso studi sui crimini violenti. Basta far riferimento ad alcuni serial killer: F.H.K. Haarmann, meglio conosciuto come il lupo mannaro di Hannover (1918-19249); Albert Fisch, uno dei peggiori cannibali di tutti i tempi (1870-1936); Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee (1960-1994); A.R. Chikatilo, il mostro russo (1936-1994); … In questi casi, l’antropofagia viene considerata una pratica psicopatologica e viene studiata in un’ottica psichiatrica.
Un semplice bisogno apre spesso le porte di un mondo complesso!

Che cos’è l’Entomologia Forense

Che cos’è l’entomologia forense.

L’entomologia forense è una branca dell’entomologia che studia i cicli vitali di quegli insetti che, sviluppandosi sui resti umani in decomposizione, sono utilizzabili ai fini della determinazione della datazione e delle cause della morte.
È quindi una disciplina di importanza rilevante nel rispondere ai quesiti giudiziali nel caso di morti violente, di rinvenimento di corpi non identificabili o in avanzato stato di decomposizione. Si suddivide in tre sottocampi: urbana, dei prodotti conservati e medico-legale.
L’entomologia forense medico-legale include il coinvolgimento degli artropodi in eventi quali l’omicidio, il suicidio e lo stupro, ma comprende anche fatti come l’abuso fisico e il contrabbando.
La Terra è un mondo abitato prevalentemente da artropodi che fanno andare avanti il Pianeta, in quanto impollinano, si nutrono di altri artropodi, di piante e alberi viventi e anche di piante e alberi morti, di vertebrati vivi e morti e delle loro deiezioni, e di molte altre cose. In questo modo eseguono un’ importante azione di riciclaggio di materiale organico nel nostro ecosistema.

Dobbiamo dare una definizione di ecosistema inteso come quell’unità che racchiude tutti gli organismi (comunità biotica) che vivono in una data area e che interagiscono con l’ambiente fisico (abiotico) determinando un flusso di energia, alimentato dall’esterno dall’energia luminosa del sole, che porta ad una struttura trofica ben definita, ad una diversità biotica e ad una ciclizzazione della materia.

Identificazione di insetti e inferenze temporali.

Per cominciare, se sappiamo quanto tempo ci vuole all’insetto per raggiungere i diversi stadi della sua vita, possiamo calcolare il momento della deposizione dell’uovo.
Se la stima dell’età dell’insetto sarà corretta, sappiamo che la morte del soggetto di solito è avvenuta prima della deposizione delle uova.
Questo periodo di tempo è abbastanza variabile e dipende dalla temperatura, dall’ora in cui è avvenuta la morte, dal periodo dell’anno in cui è avvenuta la morte, se il corpo era all’aria aperta, sottoterra o immerso in acqua.
Dopo la decomposizione iniziale (2 ore circa dal momento della morte) il corpo inizia a mandare cattivo odore (cadaverina). I primi insetti ad arrivare sono i Ditteri, in particolare i mosconi verdi o Calliphoridae e le mosche della carne Sarcophagidae.
Le femmine depongono le uova sul corpo, specialmente attorno agli orifizi naturali come il naso, gli occhi, le orecchie, l’ano, il pene e la vagina e dentro eventuali ferite. Le mosche della carne, invece, non depositano uova ma larve.
Dopo circa 2 ore , variabile a seconda della specie di insetto, le uova si schiudono ed escono le larve.
Esse vivono sui tessuti morti e crescono rapidamente.
Dopo poco tempo la larva muta ed entra nel secondo stadio larvale, durante il quale si alimenta molto e muta nel terzo stadio.
Quando il moscone verde le deposita, le uova sono a uno stadio molto precoce dello sviluppo embrionale. Misurano circa 2 mm in lunghezza. Durante le prime otto ore ci sono pochi segni di sviluppo. Dopo questo tempo è possibile vedere la larva attraverso il corion dell’uovo, alla fine di questo stadio che dura circa un giorno.
Il moscone verde ha tre stadi larvali. Il primo misura circa 5 mm dopo 1,8 giorni, il secondo circa 10 mm dopo 2,5 giorni, il terzo circa 17 mm dopo 4-5 giorni. L’identificazione dello stadio è facile, e si basa sulla dimensione della larva, la misura della sua bocca e la morfologia degli stigmi posteriori: apertura ubicata in genere ai lati di un segmento toracico o addominale e comunicante con il sistema tracheale interno, attraverso la quale avvengono gli scambi gassosi con l’esterno.
Il tempo necessario a raggiungere i diversi stadi dipende molto dal microclima, per esempio temperatura e umidità.
Quando la larva è cresciuta completamente inizia a spostarsi, si trova adesso nello stadio prepupale. La prepupa muta in pupa, ma mantiene l’involucro del terzo stadio larvale, che diventa il puparium. Di solito ci vogliono da una a due settimane dallo stadio di uovo a quello di pupa. Il tempo esatto dipende dalla specie e dalla temperatura ambientale.
Alla fine del terzo stadio la larva inizia a spostarsi, e le sue dimensioni non permettono più di vederne le fatture interne. In questo stadio, quello di prepupa, la misura è di circa 12 mm. Siamo a 8-12 giorni dopo la deposizione delle uova.
La pupa si forma 18-24 giorni dalla deposizione della uova, misura circa 9 mm, e si scurisce con l’età. La presenza dei puparia vuoti dovrebbe far capire che il corpo in esame è morto da circa 20 giorni. Si può fare un’identificazione basandosi sulle rimanenti parti della bocca del terzo stadio larvale.
Un modo più preciso di determinare l’età di larve e uova è quello di allevarle.

Insetti ed esame del cadavere.

E’ possibile distinguere un’ondata di successione degli insetti sul cadavere: possibile infestazione da vivo con pidocchi, zecche e ditteri; se il cadavere si trova in stadio fresco (1-2 giorni) vi sarà la presenza di mosche (Calliphoridae, Sarcophagidi) e predatori come ad esempio i Coleotteri; se il cadavere si trova in stato gassoso (2-6 giorni) vi sarà la presenza degli insetti precedenti cresciuti e di nuovi insetti; se il cadavere si trova in decomposizione avanzata attiva (5-11 giorni) noteremo che le mosche adulte lasciano il corpo, che le masse larvali presenti sono in stadio post-feeding e pupazione, e che vi sarà una seconda ondata di mosche con l’arrivo di altri predatori; se il cadavere si trova in decomposizione avanzata secondaria ( 10-25 giorni ) noteremo che le mosche finiscono il ciclo vitale e vanno via, arrivano coleotteri necrofagi e si nutrono delle parti interne, vi è l’arrivo di possibili mosche del formaggio per l’odore di acido butirrico generato dal cadavere; se il cadavere è secco (>25 giorni) vi sarà la presenza di predatori, di mosche allo stadio larvale e adulto, di coleotteri dermestidi, di artropodi predatori e occasionali, ai quali seguono COMPETITORI (coleotteri, imenotteri, lepidotteri), PARASSITI o PARASSITOIDI (imenotteri, nematodi, acari).

Secondo la classica, sempre valida, distinzione in otto squadre dei “lavoratori della morte” si possono distinguere:
Prima squadra: calliphora erytrocephala (mosca blu) e calliphora vomitoria: depongono le uova sul cadavere subito dopo la morte, le larve compaiono dopo 10 ore circa, dopo 10-20 giorni si formano le pupe; mosca domestica: anch’essa de¬pone le uova precocemente, le larve compaiono dopo 10 ore circa, le pupe si formano dopo 8 giorni.
Seconda squadra: mosche sarcofaga, lucilia e cynomya che depongono larve nella fase enfisematosa e che hanno un ciclo come le precedenti.
Terza squadra: coleotteri e lepidotteri, che intervengono qualche mese dopo la morte.
Quarta squadra: mosca del salame e del formaggio, piccoli coleotteri.
Quinta squadra: ditteri e coleotteri.
Sesta squadra: acaridi.
Settima e ottava squadra: coleotteri, che portano alla scheletrizzazione.
Da valutare, infine, sempre a fini tanato-cronologici, la presenza delle muffe, che si formano nei cadaveri esposti a temperature fresche ed umide.
L’arrivo delle ultime specie di insetti corrisponde alla scomparsa delle prime specie osservate. I diversi periodi non possono essere interpretati come una sequenza di fenomeni separati l’uno dall’altro ma si sovrappongono e combinano tra loro.
“Questa sovrapposizione è la maggiore difficoltà nell’interpretazione forense”. (Bornemissza, 1957)

Vi sono, inoltre, diversi fattori che influenzano la successione degli insetti:
• FISICI: le barriere alla colonizzazione;
• CHIMICI: contatto del corpo con la candeggina o assunzione premorte di medicinali, droghe, sostanze tossiche o altro;
• BIOLOGICI: l’attività di altri animali modifica quella degli insetti necrofagi e della carcassa stessa (predatori, competitori e parassiti);
• CLIMATICI: temperature troppo alte o troppo basse.

I siti di infestazione dei mosconi verdi su un cadavere possono essere importanti per determinare la causa di morte, o almeno per ricostruire gli eventi prima del decesso. Per esempio: se c’è stato un trauma o una mutilazione del corpo prima della morte, può esserci una forte infestazione di parti del corpo diverse da quelle che vengono infestate di solito quando la vittima non ha subito lesioni. Un entomologo forense può capire da quanto il corpo si trova in quel luogo studiando la fauna sul cadavere ma anche prelevando gli insetti che si trovano nel terreno sottostante. Se c’è una differenza nei calcoli, ovvero se l’analisi del terreno suggerisce un breve PMI mentre quella della fauna sul cadavere uno più lungo, si può sospettare che il corpo sia stato spostato.
Vengono trovati, in altri casi, cadaveri in luoghi nascosti, dove i mosconi verdi non hanno accesso: se se ne trovano vuol dire che il corpo è stato portato lì da un altro luogo.
Alcuni Calliforidi sono eliofili, che significa che preferiscono deporre le uova su superfici tiepide, il che succede quando i cadaveri si trovano in luoghi soleggiati. Altri mosconi preferiscono le zone ombreggiate. Per esempio, la specie Lucilia preferisce la luce del sole, mentre la Calliphora ricerca zone ombrose.
Alcune specie sono sinantrope (vivono con l’uomo) e si trovano nelle aree urbane, altre no e vivono in zone rurali. La Calliphora vicina è una mosca sinantropa, molto comune nelle città, mentre la Calliphora vomitoria è una specie più rurale.

Procedure, tecniche di raccolta e analisi.

Una tecnica passiva per raccogliere esemplari di insetti adulti sulla scena di un crimine è quella di usare trappole alla colla con una sostanza adesiva che si asciuga lentamente. Queste trappole sono fatte di cartoncino cerato con una tendina posta ad un angolo di 60° e materiale appiccicoso su entrambi i lati esposti. Una rete per insetti può essere usata per catturare quelli che volano. Uova, larve, pupe e adulti sulla superficie di resti umani dovrebbero essere raccolti e conservati per dimostrare lo stato dei dati entomologici al momento della scoperta.
Gli insetti all’interno del corpo non dovrebbero essere raccolti prima dell’autopsia. Se ci sono abbastanza insetti, campioni di uova, larve e pupe dovrebbero essere prelevati vivi e messi in un mezzo nutriente, tipo fegato bovino crudo.
Allevarli fino all’età adulta ne rende l’identificazione più facile, e può dare indizi fondamentali per la stima del PMI. È importante che la temperatura nel contenitore di mantenimento sia più costante possibile, tra i 20 e i 27°C. E’ assolutamente necessario registrare la temperatura nel contenitore.
In laboratorio, tutti i campioni, sia gli esemplari vivi che quelli morti, dovrebbero essere esaminati più rapidamente possibile. Gli esemplari vivi sono messi in incubatrici con temperatura e umidità controllate. Bisogna osservare questi contenitori diverse volte al giorno, e annotare ogni cambiamento come la schiusa delle uova o delle larve, la metamorfosi in pupa o in insetto adulto. Deve essere annotata l’ora precisa.
Possono essere scattate delle fotografie da presentare a un’eventuale giuria.
Ogni tipo di larva e adulto dovrebbe, se possibile. essere classificata con genere e specie. Può anche essere necessario condurre esperimenti all’aperto vicino alla scena del crimine per ricreare le condizioni ambientali delle larve e stimare il PMI.

TRATTO DA :

Insegnare il Successo con Grinta, Passione e Ottimismo

Insegnare il Successo con Grinta, Passione e Ottimismo.

Quanto contano grinta, passione e perseveranza? E l’ottimismo ha un suo affascinante e pragmatico potere? Cosa “insegnare” ai giovani, ai nostri figli, agli studenti, agli atleti nascenti?
Domande che, in realtà, potrebbero interessare ognuno di noi, almeno una volta nella vita. Di certo, una cosa è il nostro potenziale, un’altra è ciò che ne facciamo!

Gli esseri umani non differiscono molto dell’intelletto, almeno su un piano statistico, ma soprattutto nello zelo e nel duro lavoro. Di fatto, il famoso talento è la somma di più fattori: doni innati, abilità, nozioni, esperienza, intelligenza, senno, atteggiamento, carattere e iniziativa. Ma se da un lato il talento può essere innato, l’agilità si sviluppa con l’esercizio e questo non solo su un piano sportivo. Senza l’impegno allora, il talento ha poco senso!
La grinta è una variabile essenziale per il Successo ed ha 2 componenti fondamentali: la passione e la perseveranza. È la continuità nel corso del tempo a fare la differenza. L’entusiasmo è, infatti, una cosa comune, la durata è rara.

Insegnate un interesse. Le persone sono estremamente più soddisfatte in un lavoro che corrisponda alla loro inclinazione personale. Le persone che hanno trovato un lavoro corrispondente ai loro interessi sono anche generalmente più soddisfatte della vita. Rendono meglio sul lavoro quando a quest’ultimo sono interessate.
Sebbene gli interessi possano essere un qualcosa di squisitamente personale, essi si scoprono solo parzialmente con l’introspezione. Si scoprono, in realtà, attraverso le interazioni con il mondo esterno. Senza sperimentazione è impossibile capire quali interessi siano destinati a durare e quali no. Gli interessi devono anche incontrare il sostegno da parte degli adulti significativi: genitori, insegnanti, compagni, allenatori, … Lo sviluppo di un interesse, quindi, richiede del tempo. Non abbiate fretta.

Oltre ad “insegnare” un interesse, occorre alimentare una passione. Le persone animate da una forte passione si applicano molto più a lungo delle altre e sono spinte verso il miglioramento continuo. Kaizen è il termine giapponese per indicare la resistenza contro il rischio di arenarsi, una volta raggiunto il plateau della curva di apprendimento.

Occorre, inoltre, prospettarsi degli obiettivi, via, via, crescenti e dedicare più tempo a quelle aree di “debolezza” o di miglioramento. A volte, la routine è fondamentale quando si tratta di fare cose difficili. Programmare la giornata, dunque, non è poi cosa tanto negativa.

In questa non facile corsa verso l’obiettivo, sarà normale incappare in errori. Ciò è quasi obbligatorio. Quindi, insegnate anche a sbagliare. Quando si compiono errori, l’insegnante, il genitore, l’ Istruttore, non dovrebbero perdere mai la calma. Anzi, all’inizio, dovrebbero incappare anche loro stessi in errori, sorridendo ed esclamando … hnnn, mi sono sbagliato! Sgridare, urlare o lanciare occhiatacce potrebbe far sperimentare la vergogna e la vergogna non serve a migliorare le cose.

 

Un altro passo è importante per creare il Successo. A tre muratori fu chiesto: cosa state facendo?
Il primo risponde: “ tiro su un muro”.
Il secondo risponde: “costruisco una chiesa”.
Il terzo risponde: “edifico la Casa del Signore”.
Qual’è la differenza? Il primo muratore ha un mestiere, il secondo una carriera, il terzo una vocazione.

Insegniamo anche la speranza. La speranza che anima le persone appassionate e determinate non ha niente a che fare con la buona sorte. “Sento che domani andrà meglio” è tutt’altra cosa da “Ho intenzione di migliorare il domani”. L’ottimismo può essere comunque appreso. Lavorare per edificare l’ottimismo è altra tappa importante. Gli ottimisti sono meno esposti a depressione e ansia, hanno migliori voti a scuola e all’ università e raramente interrompono gli studi. Da adulti, godono di migliore salute, hanno una più lunga aspettativa di vita e sono generalmente più soddisfatti delle loro relazioni.
Praticare l’ottimismo anche con le parole e con il dialogo interno. Esiste un insieme di aree nel sistema limbico che si attivano in risposta allo stress. Queste strutture sono regolate da aree superiori del cervello, come la corteccia prefrontale. Quindi, basta una valutazione, un pensiero, una convinzione per attivare queste strutture che inviano il messaggio “calma, niente panico, posso farcela”.

Oggi, forse, i bambini conoscono magari cosa è il successo, perché lo vivono direttamente o in modo indiretto, ne sentono parlare anche in TV ma il problema è che non sanno affrontare il fallimento. E allora, i no è le frustrazioni con le difficoltà che aiutano a crescere costituiscono una vera prescrizione o tappa obbligata. Diventano illuminanti e risonanti, quindi, quelle sfide che possono tirare fuori il meglio di noi stessi. Non è esporci ad un pericolo ma banalmente alla vita.

Infine, insegniamo e applichiamo la formula della mentalità di crescita: messaggi ottimistici + perseveranza nelle avversità, senza scordare l’importanza degli altri, del gruppo, dell’appartenenza e della competizione. Competere è un termine con accezione implicitamente positiva. Significa, infatti, “sforzarsi insieme”.

Come adulti siamo quindi anche “responsabili” del Successo dei nostri figli ma ricordate, sempre e comunque, che “i figli non sono mai molto bravi ad ascoltare i genitori, ma sono bravissimi ad imitarli”. (James Baldwin).

Tratto da: Grinta, il potere della passione e della perseveranza. Angela Duckworth. Giunti. 2017

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