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Alla ricerca della Verità …

Alla ricerca della verità, o forse della menzogna! Intervento del Dott. Mirco Turco

Secondo una versione alquanto complicata e giocosa della vita, il linguaggio sarebbe stato inventatoin modo da dare la possibilità alla gente di nascondersi reciprocamente ciò che pensa veramente! È alquanto certo, allora, che occorra molta cautela nel considerare le parole, le frasi, i discorsi di noi esseri umani, tra l’altro, senza scomodare ugualmente O.

 

Chi è il Narcisista Patologico

Chi ama troppo sé stesso non può avere rivali!

Non occorre scomodare Shakespeare per comprendere che l’eccesso di “qualsiasi cosa” può essere un problema! D’altra parte, il concetto di salute mentale è sovente di tipo quantitativo. Tuttavia, distinguere quale sia la dose giusta, a volte, è complicato, proprio come nel caso del narcisismo. Potremmo anche dire che un minimo di narcisismo, quando coincide con l’autostima, è anche cosa auspicabile.

Alla fine degli anni Settanta, qualcuno sosteneva che la cultura del narcisismo avrebbe invaso le nostre vite, soprattutto in risposta ad una devozione servile al mondo digitale. Se aggiungiamo poi anche lo straripante impatto dei social, il risultato è alquanto scontato!

Il Time Magazine definisce la generazione del nuovo millennio come “generazione io, io, io”, ma basta saper osservare ed ascoltare per comprendere che molti giovani sono cresciuti e continuano a crescere con una arrogante pretesa di diventare famosi e ben pagati, senza alcun tipo di sforzo o impegno. Sono anche cresciuti e rinforzati con un pubblico virtuale che che è pronto a offrire gratificazioni immediate 24 su 24 e non stop! Questo è valido anche per gli adulti o per tutte quelle “bombe inesplose”…

Individui narcisisti e fortemente disturbati possono in verità avere un grande successo in certi ambienti lavorativi, così come negli affari, nella politica, nello sport; ma possiamo avere anche individui che si approcciano superficialmente ad una professione e che comunque ricercano e reclamano ugualmente l’applauso e la notorietà.

La caratteristica fondamentale di coloro che hanno un disturbo narcisistico di personalità, che rappresenta anche la loro tragedia, è l’incapacità di amare, nonostante atteggiamenti, promesse e parole. Questo accade perché l’individuo narcisista si accosta agli altri trattandoli come oggetti da usare o abbandonare a seconda dei bisogni. Sono quindi noncuranti dei sentimenti altrui!

Spesso, appaiono persone arroganti, presuntuose e vistose nei modi e negli atteggiamenti , poiché necessitano di una costante e ossessiva ammirazione.

I problemi subentrano quando smettete di ammirarli e soprattutto quando cominciate a “smascherarli”! Si apre in loro una ferita troppo grande che non riescono a gestire in modo normale o equilibrato. Di conseguenza, altri tratti diventeranno più vistosi e la forma diventerà anche più ingombrante: mancanza di rimorso, manipolazione interpersonale, rabbia, aggressività. Quest’ultima può esplodere, soprattutto nel tipo “grandioso/maligno”.

Livelli di aggressività elevati portano il narcisista ad assumere un comportamento distruttivo o a rovinare e appunto distruggere gli altri e ciò che gli altri hanno.

Il loro mondo interiore è pervaso dal vuoto e da una cronica invidia e tali individui sono incapaci di provare rimorso. Per certi versi, sono simili agli individui con disturbo antisociale di personalità.

Nonostante descrivere il disturbo narcisistico di personalità sia complesso e articolato, il DSM-5 fornisce alcuni criteri che possono fornire una vera e propria “guida”:

– senso grandioso di importanza;

– eccesso di fantasie di potere, fascino, bellezza;

– convinzione di essere “speciale” e/o unico;

– richieste di eccessiva ammirazione;

– senso di diritto ovvero irragionevole aspettativa di speciali trattamenti di favore o soddisfazione immediata;

– sfruttamento dei rapporti interpersonali;

– mancanza di empatia;

– invidia verso gli altri o crede che gli altri lo invidino;

– atteggiamenti arroganti, presuntuosi.

Ipnosi Rapida

“Niente è Ipnosi e tutto è Ipnosi”. Potremmo così esordire per sottolineare il grande ipnotista Erickson, ma oggi possiamo sicuramente vantare di altri studi e ricerche nel panorama strabiliante dell’Ipnosi. In tal senso, ci riferiamo a metodi e procedure che possono “velocizzare” il fenomeno ipnotico.

Due elementi però sono imprescindibili quando parliamo di ipnosi rapida: le aspettative e la motivazione. Infatti, occorre effettuare una prima analisi sul cliente/paziente considerando queste chiavi di lettura. Potemmo addirittura parlare di ipno-educazione. Quindi: cosa conosce la persona dell’ipnosi? Cosa si aspetta dall’ipnosi? La sua motivazione a utilizzare questo metodo è almeno sufficiente? Ricordiamoci quindi che, a volte, è proprio l’aspettativa a decidere!

L’ipnosi rapida prevede un primo colloquio pre-induttivo in cui occorre:

  • creare un buon rapporto ipnotista-soggetto
  • creare un clima collaborativo di fiducia e di positività
  • lavorare sulle aspettative, eventualmente correggendole
  • alimentare la motivazione

L’ipnosi è sempre una “cornice speciale” che va creata con la persona, a seconda delle sue peculiarità e della richiesta.

Successivamente, procederemo all’induzione ipnotica, valutando anche la suscettibilità del soggetto e le sue “risposte”. Ovviamente, possiamo trovare persone che sono refrattarie o hanno dei dubbi. In tal caso, utilizzeremo delle strategie per rimodulare tali percezioni e aspettative.

L’ipnosi rapida segue fondamentalmente 3 fasi:

  1. Chiusura degli occhi
  2. Rilassamento fisico
  3. Approfondimento

In termini temporali, l’induzione  è molto più breve rispetto ad altre metodiche classiche (alcuni minuti o addirittura secondi). La fase di rilassamento che segue e poi quella di approfondimento dipendono ovviamente dalla problematica o dallo scopo dell’ipnosi.

 

 

 

Capacità nascoste della mente e Intelligence

RENDE (10.12.2022) – “Intelligence e spionaggio psichico durante la guerra fredda” è il tema della lezione tenuta dallo psicologo e saggista Mirco Turco al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri. Partendo dalla considerazione del Premio Nobel per la fisica Max Planck  il quale sosteneva che fosse utile accertare tutti i fenomeni, anche quelli parzialmente spiegabili, Turco ha illustrato il contesto culturale dei fenomeni paranormali sviluppatosi tra l’Otto e il Novecento, in cui è emerso che non sempre si possono spiegare i “fenomeni particolari” con il metodo scientifico classico. Ha poi ricordato che i numeri solo un’invenzione umana per dare ordine alle cose. Per spiegare alcuni fenomeni definibili come paranormali e che riguardano alcune operazioni di intelligence, come la Visione Remota, Turco invita ad avere apertura mentale. Dei fenomeni psichici già parlava Democrito nell’antica Grecia, Cicerone nell’epoca romana fino a Francesco Bacone nel Seicento, che, attraverso l’indicazione dei “legami di pensieri”, anticipava il metodo statistico e la sua possibile applicazione per verificare scientificamente le capacità psichiche. Freud scrisse due saggi sui fenomeni occulti e Carl Gustav Jung sviluppò il concetto di sincronicità, in armonia con fisici premi nobel come Wolfang Pauli. Il docente ha poi ricordato il pensiero di Albert Einstein,  quando affermava che “parlare di passato, presente e futuro è un’ostinata illusione”. Pertanto, secondo Turco, i fenomeni extrasensoriali sono verificabili e non costituiscono delle semplici convinzioni, tant’è che tramite l’uso di droghe specifiche e quindi psichedeliche si possono sperimentare stati alterati di coscienza. Approfondendo il merito della lezione, il docente ha ripercorso alcuni esperimenti sui poteri nascosti della mente condotti durante la Guerra Fredda.
Tra i tanti esempi proposti, ha ricordato il progetto statunitense denominato “Stargate”, che ha riguardato lo sviluppo delle “spie psichiche”, sostenuto da università e dalla CIA, con Russell Targ, Harold Puthoff e Jessica Utts. Il governo degli Stati Uniti ha reso noti alcuni risultati del progetto nel 1994. Nello stesso ambito di studi e ricerche, anche l’Unione Sovietica investiva centinaia di milioni di rubli per sviluppare le abilità psichiche degli operatori della sicurezza nazionale e del controspionaggio. Si parlava, infatti, di “settimo senso”, che emergeva attraverso l’addestramento e l’esercizio, come illustra anche l’ex agente dei servizi segreti americani Leonard Buchanan.
La Defence Intelligence Agency cominciò a temere che i russi potessero disporre di persone con “poteri particolari” capaci di leggere informazioni a distanza e quindi capaci di impossessarsi di notizie strategiche e riservate. Addirittura si pensava che alcuni potessero causare incidenti a distanza, sabotando mezzi e attrezzature. Vennero quindi mobilitate le università e nei primi anni Ottanta, la Facoltà di Scienze Applicate di Princeton istituì un laboratorio sulle capacità extrasensoriali e l’Università di Yale produsse numerose ricerche. Turco ha poi citato decine di esempi di come, dall’Est all’Ovest, sono state impiegate le facoltà paranormali in azioni di spionaggio, riportate nel suo volume “Intelligence e spionaggio psichico. Tra storia, psicologia e fisica quantistica”, pubblicato quest’anno. Tra gli esempi citati anche quello del generale americano James L. Dozier rapito dalle Brigate Rosse nel nostro Paese nel 1981, così come ha ricordato che nel 1992 la stampa mondiale riportò la notizia che i sovietici avevano realizzato una macchina psicotronica, in grado di uccidere a distanza.
Secondo Turco, si può asserire che lo studio di tali aspetti riguardi i Servizi di intelligence di diversi paesi del mondo, ma in questo momento si ignora quale possa essere il Paese all’avanguardia nel settore. In Italia, ricercatori di spicco in queste materie sono stati Umberto Di Grazia, che per anni ha collaborato al progetto Mobius Group di Los Angeles, ed Ernesto Bozzano, che  parlava di Telestesia, la cognizione di fenomeni non percepibili dai comuni cinque sensi. Nel 2004, a Milano è stato attivato un corso di laurea in psicologia dell’insolito con un comitato scientifico composto da Piero Angela Margherita Hack, Tullio Regge, Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia.
Turco ha concluso la sua lezione sostenendo che “in una fase di grandi cambiamenti ed evoluzioni, concentrarsi sulle capacità nascoste della mente e sullo sviluppo delle facoltà umane, insidiate dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, potrebbe essere un’area di impegno non secondaria per le agenzie di Intelligence.”

I Brillanti Scettici

I Brillanti scettici, conosciuti anche con il termine clinico “paranoidi”. Sono persone accurate, molto precise e attenti osservatori. Imparano con molta facilità e comprendono l’essenza delle cose.

Hanno un atteggiamento sospettoso, critico, improntato sul controllo, l’aggressività, la gelosia e l’elevata sensibilità.

Solitamente reagiscono con ira se sono colti alla sprovvista ed hanno una grande paura di essere feriti o rifiutati.

Se ti riconosci in questo breve profilo, ammetterai anche che hai imparato presto nella vita. Solitamente intorno ai 2 anni! I bisogni sono stati troppo spesso trascurati. Ad esempio, quando desideravi approvazione da parte dei genitori.

Nei confronti degli altri mantengono un atteggiamento distaccato. Spesso brillanti pensatori, possono essere dei dipendenti efficienti che si aspettano però la perfezione anche dagli altri.

Il problema principale dei Brillanti scettici è la fiducia.

Essi, infatti, devono imparare a fidarsi, smettendo di criticare. Hanno bisogno di sentirsi al sicuro e possono capire che si possono “alleggerire”, abbandonando il controllo spasmodico di ogni cosa.

Gli altri devono essere sicuri, prevedibili e devono supportarli, dando un senso di chiara e palese fiducia. La logica pervade le relazioni interpersonali dei paranoici. Il loro comportamento aggressivo, comunque, non è legato a nessuno in particolare, ma è un atteggiamento difensivo.

I Brillanti scettici possiedono tante risorse interiori e possono essere affidabili anche nelle situazioni critiche.

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